Politica
I Giovani dell'Idv della Bat a sostegno di Di Pietro
Presa di posizione a seguito delle polemiche sul patrimonio immobiliare dell'ex Pm. La polemica è scaturita a seguito dell'inchiesta giornalistica di Report
BAT - venerdì 9 novembre 2012
13.46
Si schierano a favore di Antonio Di Pietro i giovani dell'Italia dei Valori della Bat, i quali hanno diffuso un comunicato stampa a sostegno dell'ex Pm.
«Chi aderisce all'Italia dei Valori crede fortemente in questo partito e nell'ideologia legalitaria, di uguaglianza e di giustizia che lo contraddistingue. Questo partito è stato soprattutto per i più giovani un faro di speranza negli anni berlusconiani, un appiglio, ma anche un conforto ed un spinta reazionaria rispetto alle ingiustizie normalizzate del nostro tempo. Il leader e fondatore del partito per quanto ci riguarda non può che essere Antonio Di Pietro, nei confronti del quale in questi giorni è stata intrapresa una campagna diffamatoria che è stata ampiamente smentita con sentenze e visure catastali che dimostrano l'inesattezza e la malafede nelle informazioni fornite (riscontrabili sul blog di Di Pietro)».
E' quanto scrivono i responsabili giovanili dell'IdV per le province Bat, Taranto, Brindisi e Lecce e del circolo Peppino Impastato di Bisceglie. A sottoscrivere il documento sono: Victor Mastrodonato, presidente circolo "Peppino Impastato" Bisceglie; Giuseppe Papagni, referente giovani provincia Bat; Luciano Pisanello, coordinatore giovani Provincia di Taranto e consigliere comunale di S. Giorgio Jonico; Marco Scrimieri, coordinatore giovani provincia Lecce e Giovanna Semeraro, coordinatore giovani Provincia Brindisi.
«E' stata fatta pagare - affermano nel documento di sostegno al proprio leader Antonio Di Pietro - l'attività di rottura del sistema posta in atto dall'Italia dei Valori negli ultimi anni. Ci viene in mente l'opposizione al Lodo Alfano, alle leggi ad personam di Berlusconi, la strenue ricerca di verità sulla trattativa stato-mafia, i referendum su nucleare, art. 18 e lotta alla casta. Il mancato accordo con il Pd!? Noi rappresentiamo una parte del gruppo giovanile IdV in Puglia, che con l'impegno e il sacrificio personale abbiamo intrapreso questo percorso, non possiamo tuttavia sorvolare su alcuni problemi interni del partito che hanno fatto proliferare soggetti incompatibili con l'Italia dei Valori».
«Per ogni simpatizzante, militante, dirigente, consigliere e deputato - aggiungono - che ha rinunciato ad una parte della propria vita privata per ritagliare e ritagliarsi una speranza per il proprio futuro, ce ne sono sempre stati altri che hanno vanificato questo lavoro. Numerosi dirigenti che sfruttando anche il sistema del tesseramento hanno ricoperto ruoli all'interno del partito e si sono ritrovati nelle amministrazioni locali, regionali ed anche nazionali. Per questo motivo nell'Italia dei Valori si è creato un doppio binario, uno più movimentista che ha sempre saputo recepire e declinare a livello territoriale la politica nazionale ed un altro nel quale le ambizioni personali hanno avuto la meglio sull'impegno ed il rispetto dei principi ispiratori del partito. Le difficoltà di questi giorni stanno facendo emergere queste differenze ed ora proprio coloro che vedono sfumare la possibilità di poter governare col Pd, magari occupando ruoli ministeriali, puntano il dito contro Di Pietro, chiedendo che si faccia da parte».
«Non riteniamo che il partito sia al capolinea, anzi - si legge nella nota -, questa sarà l'occasione giusta per "ripulire la piscina" . Ma per far ciò sono indispensabili alcuni cambiamenti che possano contemperare la struttura partitica con l'azione "movimentista" e quindi noi auspichiamo: Candidature per le elezioni sia politiche che amministrative tramite curriculum on line dai quali possa emergere l'attività realmente svolta e se questa sia coerente con i principi dell'Italia dei Valori; Primarie interne aperte anche ai non tesserati; Istituzione di un nucleo di garanti sui tesseramenti e sui candidati».
«La questione dei tesseramenti incontrollati - scrivono i vertici del movimento giovanile -, rimane uno dei problemi principali da risolvere. Da quanto esiste il "porcellum" le candidature, anche dei parlamentari, sono state individuate, nella maggior parte dei casi, collocando nelle prime posizioni i coordinatori regionali e provinciali. Con questo sistema, in alcuni casi, sono bastate qualche centinaia di tessere ed una manciata di amici di amici per far sembrare un'investitura democratica quella che in realtà è una carica non rispondente alla volontà reale e quindi a caricarsi anche di gente incompatibile con questo partito! Ora siamo ad un bivio: continuare ad acuire lo divergenza tra l'attività politica nazionale e territoriale, votandosi quindi ad uniformarsi ai restanti partiti e scomparire, oppure affidarsi a gente non solo incensurata, ma soprattutto capace, trasparente e coerente. In questa attività l'unico che può traghettare il partito rimane Antonio Di Pietro, iniziando egli stesso ad eliminare il suo nome dal simbolo ed evitando di candidare impresentabili, questo sarebbe il primo passo per avviare una sana ristrutturazione del partito per poi continuare sulla linea alternativa che possa anche conciliare le associazioni e la società civile. In merito a questo sarebbe utile che de Magistris, nei confronti del quale nutriamo profonda stima, possa una volta per tutte chiarire quale sia la sua posizione riguardo l'Italia dei Valori e se egli voglia contribuire internamente a ristrutturare il partito. A poco servono, invece, le dichairazioni rese di giorno in giorno che alimentano solo caos ed incertezze».
«Non avalleremo la strada proposta da Donadi - conclude la nota -, anzi, sarebbe auspicabile che lo stesso porga delle scuse alla base del partito per gli atteggiamenti e le affermazioni poco costruttiva avute nei confronti di Di Pietro e quindi della base IdV. Non è sicuramente l'alleanza con il Pd, senza accordi sul programma, che potrà risollevare le sorti di questo partito».
«Chi aderisce all'Italia dei Valori crede fortemente in questo partito e nell'ideologia legalitaria, di uguaglianza e di giustizia che lo contraddistingue. Questo partito è stato soprattutto per i più giovani un faro di speranza negli anni berlusconiani, un appiglio, ma anche un conforto ed un spinta reazionaria rispetto alle ingiustizie normalizzate del nostro tempo. Il leader e fondatore del partito per quanto ci riguarda non può che essere Antonio Di Pietro, nei confronti del quale in questi giorni è stata intrapresa una campagna diffamatoria che è stata ampiamente smentita con sentenze e visure catastali che dimostrano l'inesattezza e la malafede nelle informazioni fornite (riscontrabili sul blog di Di Pietro)».
E' quanto scrivono i responsabili giovanili dell'IdV per le province Bat, Taranto, Brindisi e Lecce e del circolo Peppino Impastato di Bisceglie. A sottoscrivere il documento sono: Victor Mastrodonato, presidente circolo "Peppino Impastato" Bisceglie; Giuseppe Papagni, referente giovani provincia Bat; Luciano Pisanello, coordinatore giovani Provincia di Taranto e consigliere comunale di S. Giorgio Jonico; Marco Scrimieri, coordinatore giovani provincia Lecce e Giovanna Semeraro, coordinatore giovani Provincia Brindisi.
«E' stata fatta pagare - affermano nel documento di sostegno al proprio leader Antonio Di Pietro - l'attività di rottura del sistema posta in atto dall'Italia dei Valori negli ultimi anni. Ci viene in mente l'opposizione al Lodo Alfano, alle leggi ad personam di Berlusconi, la strenue ricerca di verità sulla trattativa stato-mafia, i referendum su nucleare, art. 18 e lotta alla casta. Il mancato accordo con il Pd!? Noi rappresentiamo una parte del gruppo giovanile IdV in Puglia, che con l'impegno e il sacrificio personale abbiamo intrapreso questo percorso, non possiamo tuttavia sorvolare su alcuni problemi interni del partito che hanno fatto proliferare soggetti incompatibili con l'Italia dei Valori».
«Per ogni simpatizzante, militante, dirigente, consigliere e deputato - aggiungono - che ha rinunciato ad una parte della propria vita privata per ritagliare e ritagliarsi una speranza per il proprio futuro, ce ne sono sempre stati altri che hanno vanificato questo lavoro. Numerosi dirigenti che sfruttando anche il sistema del tesseramento hanno ricoperto ruoli all'interno del partito e si sono ritrovati nelle amministrazioni locali, regionali ed anche nazionali. Per questo motivo nell'Italia dei Valori si è creato un doppio binario, uno più movimentista che ha sempre saputo recepire e declinare a livello territoriale la politica nazionale ed un altro nel quale le ambizioni personali hanno avuto la meglio sull'impegno ed il rispetto dei principi ispiratori del partito. Le difficoltà di questi giorni stanno facendo emergere queste differenze ed ora proprio coloro che vedono sfumare la possibilità di poter governare col Pd, magari occupando ruoli ministeriali, puntano il dito contro Di Pietro, chiedendo che si faccia da parte».
«Non riteniamo che il partito sia al capolinea, anzi - si legge nella nota -, questa sarà l'occasione giusta per "ripulire la piscina" . Ma per far ciò sono indispensabili alcuni cambiamenti che possano contemperare la struttura partitica con l'azione "movimentista" e quindi noi auspichiamo: Candidature per le elezioni sia politiche che amministrative tramite curriculum on line dai quali possa emergere l'attività realmente svolta e se questa sia coerente con i principi dell'Italia dei Valori; Primarie interne aperte anche ai non tesserati; Istituzione di un nucleo di garanti sui tesseramenti e sui candidati».
«La questione dei tesseramenti incontrollati - scrivono i vertici del movimento giovanile -, rimane uno dei problemi principali da risolvere. Da quanto esiste il "porcellum" le candidature, anche dei parlamentari, sono state individuate, nella maggior parte dei casi, collocando nelle prime posizioni i coordinatori regionali e provinciali. Con questo sistema, in alcuni casi, sono bastate qualche centinaia di tessere ed una manciata di amici di amici per far sembrare un'investitura democratica quella che in realtà è una carica non rispondente alla volontà reale e quindi a caricarsi anche di gente incompatibile con questo partito! Ora siamo ad un bivio: continuare ad acuire lo divergenza tra l'attività politica nazionale e territoriale, votandosi quindi ad uniformarsi ai restanti partiti e scomparire, oppure affidarsi a gente non solo incensurata, ma soprattutto capace, trasparente e coerente. In questa attività l'unico che può traghettare il partito rimane Antonio Di Pietro, iniziando egli stesso ad eliminare il suo nome dal simbolo ed evitando di candidare impresentabili, questo sarebbe il primo passo per avviare una sana ristrutturazione del partito per poi continuare sulla linea alternativa che possa anche conciliare le associazioni e la società civile. In merito a questo sarebbe utile che de Magistris, nei confronti del quale nutriamo profonda stima, possa una volta per tutte chiarire quale sia la sua posizione riguardo l'Italia dei Valori e se egli voglia contribuire internamente a ristrutturare il partito. A poco servono, invece, le dichairazioni rese di giorno in giorno che alimentano solo caos ed incertezze».
«Non avalleremo la strada proposta da Donadi - conclude la nota -, anzi, sarebbe auspicabile che lo stesso porga delle scuse alla base del partito per gli atteggiamenti e le affermazioni poco costruttiva avute nei confronti di Di Pietro e quindi della base IdV. Non è sicuramente l'alleanza con il Pd, senza accordi sul programma, che potrà risollevare le sorti di questo partito».