Vita di città
I gestori dei locali della movida si riuniscono: "Noi contro gli assembramenti"
Nella Bat nasce l'associazione Abbcp: "Non abbiamo mansioni di polizia"
Andria - sabato 23 maggio 2020
10.00
Dopo la tanto agognata ripartenza nella fase2 dell'emergenza coronavirus, i gestori di esercizi commerciali, in particolare quelli di bar e american bar, devono affrontare nuove e inattese difficoltà. Prevedibili le norme stringenti in materia di distanziamento sociale e strutturale, misure di sicurezza e sanificazione dei locali. Non era preventivato, invece, che i gestori sarebbero stati investiti anche di compiti di polizia sanitaria senza averne i poteri. Sull'argomento di strettissima attualità, è intervenuta la neonata Associazione Bar Bistrot Club Pugliesi (Abbcp), che ha il proprio quartier generale nella Bat, ma che ricomprende anche attività dislocate su Bari e provincia.
"Le norme imposte dalle autorità politiche e amministrative per la riapertura dei locali prevedono cospicue sanzioni pecuniarie per arrivare fino a quelle che dispongono la chiusura delle strutture in caso di violazione delle stesse – spiega il referente dell'associazione Abbcp, Antonio Quarto -. Il problema sollevato dai gestori è che queste sanzioni sono applicabili non solo nel caso di accertate violazioni dei protocolli sanitari per la parte che riguarda la predisposizione di misure di sicurezza, bensì paradossalmente anche per quella che riguarda il comportamento individuale dei singoli clienti. I gestori, cioè, possono essere puniti non solo se le autorità accertano delle violazioni proprie degli esercenti, ma anche se, per esempio, alcuni clienti non rispettano le misure di distanziamento fra loro, non indossano la mascherina una volta fuori dal locale o creano assembramenti all'esterno. In pratica, a causa dei comportamenti dei propri clienti, i gestori rischiano di essere puniti severamente senza avere neanche la possibilità di poter intervenire".
Una problematica riscontrata ovunque, sia nelle grandi città della Bat ma anche nei piccoli centri della sesta provincia, dove la clientela si raduna fuori dal locale. "E' ovvio – prosegue Quarto - che i gestori dei locali non posseggono alcuna autorità di pubblica sicurezza e quand'anche accertassero che alcuni clienti violano le norme di distanziamento non avrebbero alcun potere di farle rispettare. possono costringerli a indossare le mascherine, così come non possono costringere i clienti a spostarsi sul suolo pubblico. La situazione è emblematica nel caso degli american bar, laddove gli avventori generalmente consumano la bevanda all'esterno. L'unica cosa che possono fare è segnalare la violazione alle autorità competenti. Ma così facendo si cade nel paradosso che le autorità, una volta accertate le violazioni denunciate dal gestore, potrebbero costringerlo a chiudere il locale".
"E' evidente – conclude uno dei gestori associati, Angelo Panegos - che si tratta di una situazione bizzarra e ingiusta. I gestori chiedono di poter lavorare serenamente e che, pertanto, le autorità puniscano i colpevoli dei comportamenti irresponsabili, anziché penalizzare ulteriormente delle attività, già duramente provate dal lockdown. Che si multino i trasgressori, così da dissuaderli dal porre in essere comportamenti in violazione delle norme di distanziamento individuale".
"Le norme imposte dalle autorità politiche e amministrative per la riapertura dei locali prevedono cospicue sanzioni pecuniarie per arrivare fino a quelle che dispongono la chiusura delle strutture in caso di violazione delle stesse – spiega il referente dell'associazione Abbcp, Antonio Quarto -. Il problema sollevato dai gestori è che queste sanzioni sono applicabili non solo nel caso di accertate violazioni dei protocolli sanitari per la parte che riguarda la predisposizione di misure di sicurezza, bensì paradossalmente anche per quella che riguarda il comportamento individuale dei singoli clienti. I gestori, cioè, possono essere puniti non solo se le autorità accertano delle violazioni proprie degli esercenti, ma anche se, per esempio, alcuni clienti non rispettano le misure di distanziamento fra loro, non indossano la mascherina una volta fuori dal locale o creano assembramenti all'esterno. In pratica, a causa dei comportamenti dei propri clienti, i gestori rischiano di essere puniti severamente senza avere neanche la possibilità di poter intervenire".
Una problematica riscontrata ovunque, sia nelle grandi città della Bat ma anche nei piccoli centri della sesta provincia, dove la clientela si raduna fuori dal locale. "E' ovvio – prosegue Quarto - che i gestori dei locali non posseggono alcuna autorità di pubblica sicurezza e quand'anche accertassero che alcuni clienti violano le norme di distanziamento non avrebbero alcun potere di farle rispettare. possono costringerli a indossare le mascherine, così come non possono costringere i clienti a spostarsi sul suolo pubblico. La situazione è emblematica nel caso degli american bar, laddove gli avventori generalmente consumano la bevanda all'esterno. L'unica cosa che possono fare è segnalare la violazione alle autorità competenti. Ma così facendo si cade nel paradosso che le autorità, una volta accertate le violazioni denunciate dal gestore, potrebbero costringerlo a chiudere il locale".
"E' evidente – conclude uno dei gestori associati, Angelo Panegos - che si tratta di una situazione bizzarra e ingiusta. I gestori chiedono di poter lavorare serenamente e che, pertanto, le autorità puniscano i colpevoli dei comportamenti irresponsabili, anziché penalizzare ulteriormente delle attività, già duramente provate dal lockdown. Che si multino i trasgressori, così da dissuaderli dal porre in essere comportamenti in violazione delle norme di distanziamento individuale".