Associazioni
I Carabinieri in servizio ed in congedo di Andria hanno commemorato le vittime di Nassiriya
Un’emozionante giornata per ricordare i Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace
Andria - lunedì 13 novembre 2017
Ieri mattina, presso il Monumento ai "Martiri di Nassirya", situato al rondò di via Murge si è svolta una cerimonia in cui è stata deposta una corona di alloro dal sindaco di Andria avv. Nicola Giorgino, dal comandante della compagnia Carabinieri di Andria cap. Marcello Savastano e dall' Associazione Nazionale Carabinieri in occasione del 14° anniversario della strage di Nassiriya, costata la vita a 19 italiani tra carabinieri, soldati e civili, nella missione internazionale per la pace in Iraq.
Commovente è stato il suono di una tromba che ha annunciato un momento di raccoglimento con "Il Silenzio".
Il sacerdote don Leo Pinnelli prima di impartire la benedizione ha voluto annunciare un semplice messaggio: " Il ricordi di questi nostri fratelli ci interpella come uomini come comunità, ci interpella una responsabilità, la parola "responsabile" significa colui che è capace di dare abili risposte.
La nostra responsabilità è di tendere la mano al futuro, ai nostri fratelli più piccoli. Il ricordo di questo sacrificio ci interpella ad essere presenti. Voglio usare una categoria che è stata dimenticata molte volte, " la categoria dei profeti". Abbiamo bisogno di nuovi profeti non sono solo parole, ma concretamente nell'agire per il bene comune. La benedizione riguarda innanzitutto, non solo a questi nostri figli, fratelli, ma a ciascuno di noi per l'impegno comune".
E' stata quindi recitata la preghiera del Carabiniere da un militare dell'Arma.
Il Primo cittadino ha salutato e ringraziato l'Associazione Nazionale Carabinieri, i rappresentanti della compagnia Carabinieri, tutte le associazioni combattentistiche e d'arme, le autorità civili e militari presenti.
L'avv. Giorgino ha quindi rivolto un pensiero alle vittime e rivolto un appello ai presenti: "Molto spesso queste giornate del ricordo possono sembrare un po' retoriche perché si ripetono nel tempo, ma credo che vadano riempite di contenuti, perché ancor oggi a distanza di anni non è ancora terminato il pericolo serio reale e concreto in altre parti del mondo, da ultimo la Siria in cui c'è il rischio di perdere la vita .
Ricordare queste persone che hanno sacrificato la loro esistenza in quella strage, dimostra come ci sia ancora tanto bisogno da parte di tutti, di attività di sensibilizzazione per favorire pace, libertà e democrazia in tanti Paesi dei numerosi contesti internanzionali. Credo che queste vittime come tante altre, sono un esempio reale a cui dobbiamo ispirarci per cercare ogni giorno di portare con noi quei principi e valori che hanno consentito loro di dimostrare con la loro vita, quell'attività di sensibilizzazione.
Noi diamo per scontata la pace invece così non è, ed ecco perché questo è un momento importante nel ricordare chi ha perso la vita per altri: dobbiamo ricordare a noi stessi dell'impegno profuso dei nostri militari e civili, per l'attività che svolgono ogni giorno, un'attività che è finalizzata proprio a creare quelle condizioni di pace e soprattutto di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica in ogni comunità, interna come anche internazionale.
Dobbiamo sforzarci di portare nei nostri contesti sociali giustizia, pace e libertà, ma anche coraggio -come hanno dimostrato di fare i nostri Caduti-, per migliorare tutti insieme un sistema democratico che deve essere presente non solo nella nostra Italia e civiltà occidentale, ma in ogni parte del mondo.
Se noi portiamo a casa questi sentimenti, questi valori e questi principi, credo che possiamo veramente assicurare un futuro migliore ai nostri ragazzi".
È stata una giornata dedicata non soltanto alla celebrazione del ricordo di chi ha perso la vita difendendo la pace, come per i Caduti di Nassyria, ma una giornata di riflessione che coniuga il ricordo alla realizzazione di azioni concrete e positive che si fondono sul rispetto di ideali, legalità, democrazia, libertà e pace.
Non fine a se stessa ma diretta al presente e soprattutto al futuro delle nuove generazioni e di coloro che, con o senza divisa, si impegnano quotidianamente per la Patria, per la società e soprattutto per la pace, con enorme sacrificio individuale e delle proprie famiglie.
Commovente è stato il suono di una tromba che ha annunciato un momento di raccoglimento con "Il Silenzio".
Il sacerdote don Leo Pinnelli prima di impartire la benedizione ha voluto annunciare un semplice messaggio: " Il ricordi di questi nostri fratelli ci interpella come uomini come comunità, ci interpella una responsabilità, la parola "responsabile" significa colui che è capace di dare abili risposte.
La nostra responsabilità è di tendere la mano al futuro, ai nostri fratelli più piccoli. Il ricordo di questo sacrificio ci interpella ad essere presenti. Voglio usare una categoria che è stata dimenticata molte volte, " la categoria dei profeti". Abbiamo bisogno di nuovi profeti non sono solo parole, ma concretamente nell'agire per il bene comune. La benedizione riguarda innanzitutto, non solo a questi nostri figli, fratelli, ma a ciascuno di noi per l'impegno comune".
E' stata quindi recitata la preghiera del Carabiniere da un militare dell'Arma.
Il Primo cittadino ha salutato e ringraziato l'Associazione Nazionale Carabinieri, i rappresentanti della compagnia Carabinieri, tutte le associazioni combattentistiche e d'arme, le autorità civili e militari presenti.
L'avv. Giorgino ha quindi rivolto un pensiero alle vittime e rivolto un appello ai presenti: "Molto spesso queste giornate del ricordo possono sembrare un po' retoriche perché si ripetono nel tempo, ma credo che vadano riempite di contenuti, perché ancor oggi a distanza di anni non è ancora terminato il pericolo serio reale e concreto in altre parti del mondo, da ultimo la Siria in cui c'è il rischio di perdere la vita .
Ricordare queste persone che hanno sacrificato la loro esistenza in quella strage, dimostra come ci sia ancora tanto bisogno da parte di tutti, di attività di sensibilizzazione per favorire pace, libertà e democrazia in tanti Paesi dei numerosi contesti internanzionali. Credo che queste vittime come tante altre, sono un esempio reale a cui dobbiamo ispirarci per cercare ogni giorno di portare con noi quei principi e valori che hanno consentito loro di dimostrare con la loro vita, quell'attività di sensibilizzazione.
Noi diamo per scontata la pace invece così non è, ed ecco perché questo è un momento importante nel ricordare chi ha perso la vita per altri: dobbiamo ricordare a noi stessi dell'impegno profuso dei nostri militari e civili, per l'attività che svolgono ogni giorno, un'attività che è finalizzata proprio a creare quelle condizioni di pace e soprattutto di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica in ogni comunità, interna come anche internazionale.
Dobbiamo sforzarci di portare nei nostri contesti sociali giustizia, pace e libertà, ma anche coraggio -come hanno dimostrato di fare i nostri Caduti-, per migliorare tutti insieme un sistema democratico che deve essere presente non solo nella nostra Italia e civiltà occidentale, ma in ogni parte del mondo.
Se noi portiamo a casa questi sentimenti, questi valori e questi principi, credo che possiamo veramente assicurare un futuro migliore ai nostri ragazzi".
È stata una giornata dedicata non soltanto alla celebrazione del ricordo di chi ha perso la vita difendendo la pace, come per i Caduti di Nassyria, ma una giornata di riflessione che coniuga il ricordo alla realizzazione di azioni concrete e positive che si fondono sul rispetto di ideali, legalità, democrazia, libertà e pace.
Non fine a se stessa ma diretta al presente e soprattutto al futuro delle nuove generazioni e di coloro che, con o senza divisa, si impegnano quotidianamente per la Patria, per la società e soprattutto per la pace, con enorme sacrificio individuale e delle proprie famiglie.