Territorio
Guida Lonely Planet: il nervo scoperto del turismo pugliese
Politica e territori a dibattito sul tema. Errati i contenuti
Puglia - lunedì 23 maggio 2016
12.02
Ci voleva una guida riconosciuta in tutto il mondo, con le sue parole sprezzanti a riportare in auge un tema che negli ultimi anni è stato quasi anestetizzato dall'evoluzione degli avvenimenti. La Puglia è in crescita per le visite turistiche, continua a segnare un trend positivo e porta in mostra nel mondo le proprie bellezze e la propria solarità. La Puglia, negli ultimi anni, ha trascinato si potrebbe dire, il turismo italiano soprattutto quello estivo anche se la ricerca continua è quella di destagionalizzare l'offerta.
Tutto oro quello che luccica? Naturalmente no. E la guida Lonely Planet, in fondo ha solo ricordato a tutti che c'è moltissimo lavoro da fare e che l'accoglienza dei turisti va programmata e gestita, i luoghi vanno preservati e custoditi, il territorio va difeso dalla mano acre e rude dell'uomo, la formazione va implementata ed estesa alle giovanissime generazioni. La guida Lonely Planet ha difatto toccato un nervo scoperto, quello del turismo. Le tante prese di posizione della politica, hanno riguardato due aspetti essenziali: il primo quello campanilistico, con i politici dei vari territori a rigettare al mittente accuse di mancata accoglienza od altro. Il secondo quello di non dar soldi regionali a prodotti editoriali come quello di Lonely Planet poichè sarebbero controproducenti per l'immagine territoriale.
Ma coloro i quali hanno scritto, hanno semplicemente sbagliato due volte: la prima volta perchè nessuno ha stimolato nuovamente una discussione sull'organizzazione turistica territoriale, prendendo quei giudizi negativi senza valutare quelli positivi e senza chiedersi se un turista, quando giunge in Puglia, può effettivamente sentirsi "coccolato" e, di conseguenza, ci voglia ritornare. Aldilà delle bellezze ambientali e storiche, infatti, serve una sempre maggiore e professionale accoglienza, serve un coordinamento sempre più forte sui territori, servono investimenti pubblici e privati per pianificare un'offerta turistica che deve permettere l'interazione di diversi luoghi, serve variegare le possibilità per chi giunge in Puglia. Secondo errore, quello di ragionare su di una partnership che sembra una delle poche idee ragionate di marketing territoriale. Insomma, bene il dibattito, ma malissimo gli argomenti scelti per il dibattito. Il territorio non è perfetto ed ha ancora troppe pecche in termini di accoglienza. Le possibilità di crescita sono ancora inesplorate e le professionalità non mancano. Manca la consapevolezza di avere dei problemi e di doverli affrontare con programmazione per evitare di continuare a galleggiare e veder svanire, prima o poi, quell'aurea magica costruita attorno all'amato tacco d'Italia.
Tutto oro quello che luccica? Naturalmente no. E la guida Lonely Planet, in fondo ha solo ricordato a tutti che c'è moltissimo lavoro da fare e che l'accoglienza dei turisti va programmata e gestita, i luoghi vanno preservati e custoditi, il territorio va difeso dalla mano acre e rude dell'uomo, la formazione va implementata ed estesa alle giovanissime generazioni. La guida Lonely Planet ha difatto toccato un nervo scoperto, quello del turismo. Le tante prese di posizione della politica, hanno riguardato due aspetti essenziali: il primo quello campanilistico, con i politici dei vari territori a rigettare al mittente accuse di mancata accoglienza od altro. Il secondo quello di non dar soldi regionali a prodotti editoriali come quello di Lonely Planet poichè sarebbero controproducenti per l'immagine territoriale.
Ma coloro i quali hanno scritto, hanno semplicemente sbagliato due volte: la prima volta perchè nessuno ha stimolato nuovamente una discussione sull'organizzazione turistica territoriale, prendendo quei giudizi negativi senza valutare quelli positivi e senza chiedersi se un turista, quando giunge in Puglia, può effettivamente sentirsi "coccolato" e, di conseguenza, ci voglia ritornare. Aldilà delle bellezze ambientali e storiche, infatti, serve una sempre maggiore e professionale accoglienza, serve un coordinamento sempre più forte sui territori, servono investimenti pubblici e privati per pianificare un'offerta turistica che deve permettere l'interazione di diversi luoghi, serve variegare le possibilità per chi giunge in Puglia. Secondo errore, quello di ragionare su di una partnership che sembra una delle poche idee ragionate di marketing territoriale. Insomma, bene il dibattito, ma malissimo gli argomenti scelti per il dibattito. Il territorio non è perfetto ed ha ancora troppe pecche in termini di accoglienza. Le possibilità di crescita sono ancora inesplorate e le professionalità non mancano. Manca la consapevolezza di avere dei problemi e di doverli affrontare con programmazione per evitare di continuare a galleggiare e veder svanire, prima o poi, quell'aurea magica costruita attorno all'amato tacco d'Italia.