Eventi e cultura
Grande successo per il ritorno dell’opera teatrale “Storia di anti(mafia)”
Pubblico numeroso all’auditorium “Riccardo Baglioni”, di Andria
Andria - domenica 11 novembre 2018
Domenico Tacchio, Agata Paradiso e Antonio Memeo sono i tre attori che hanno interpretato con grande maestria l'opera teatrale "Storie di Anti(mafia)", portando in scena uno dei temi più importanti ed insidiosi della nostra società, cosa nostra.
Spettacolo teatrale, atto unico, tratto dal testo del compianto giornalista e docente scolastico Michele Palumbo, ha nuovamente ottenuto un grande successo, dopo quello già conseguito, nel mese scorso, durante il festival internazionale di Andria "Castel dei mondi".
Storia di antimafia, è una rappresentazione artistica di circa un'ora e mezza, durante la quale i protagonisti accompagnano gli spettatori in un vero e proprio viaggio, a partire dagli albori della mafia fino ai nostri giorni. Durante lo spettacolo, vengono menzionati i più grandi nomi del panorama politico italiano come Aldo Moro rapito e assassinato dalle Brigate rosse o il generale dei Carabinieri e prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che sono stati vittime della criminalità organizzate, per poi parlare anche di una mafia che si infiltra in tutti gli strati della società. Infatti, come spesso sottolineava lo stesso Falcone, "la mafia non è un cancro proliferato su un tessuto sociale sano ma vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo che rappresentano il terreno di coltura di Cosa Nostra, godendo spesso del consenso della popolazione".
Centrale è il personaggio di Peppino Impastato, interpretato dall'attore Antonio Memeo, giornalista e attivista siciliano, noto per aver lottato contro le attività di Cosa Nostra, a seguito delle quali fu assassinato.
Un ragazzo che proprio mediante la comunicazione, la cultura e il suo impegno sociale, ha operato una rottura radicale e storica nei confronti della criminalità. Un'esempio di cambiamento che continua proprio per questo a seminare grandi speranza nei giovani e in tutti coloro che si riconoscono nelle idee di questo grande uomo. Con la consapevolezza, tuttavia, della necessità di compiere altri cento passi ancora, se ci si vuole liberare da questo male, silenzioso divoratore della nostra società.
Venerdì e sabato sera, la rappresentazione è andata in scena presso l'auditorium "Riccardo Baglioni", al quartiere Croci. Entrambe le serate hanno visto la partecipazione di un nutrito pubblico, fatto soprattutto di giovani: un dato significativo che lascia ben sperare!
Spettacolo teatrale, atto unico, tratto dal testo del compianto giornalista e docente scolastico Michele Palumbo, ha nuovamente ottenuto un grande successo, dopo quello già conseguito, nel mese scorso, durante il festival internazionale di Andria "Castel dei mondi".
Storia di antimafia, è una rappresentazione artistica di circa un'ora e mezza, durante la quale i protagonisti accompagnano gli spettatori in un vero e proprio viaggio, a partire dagli albori della mafia fino ai nostri giorni. Durante lo spettacolo, vengono menzionati i più grandi nomi del panorama politico italiano come Aldo Moro rapito e assassinato dalle Brigate rosse o il generale dei Carabinieri e prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che sono stati vittime della criminalità organizzate, per poi parlare anche di una mafia che si infiltra in tutti gli strati della società. Infatti, come spesso sottolineava lo stesso Falcone, "la mafia non è un cancro proliferato su un tessuto sociale sano ma vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo che rappresentano il terreno di coltura di Cosa Nostra, godendo spesso del consenso della popolazione".
Centrale è il personaggio di Peppino Impastato, interpretato dall'attore Antonio Memeo, giornalista e attivista siciliano, noto per aver lottato contro le attività di Cosa Nostra, a seguito delle quali fu assassinato.
Un ragazzo che proprio mediante la comunicazione, la cultura e il suo impegno sociale, ha operato una rottura radicale e storica nei confronti della criminalità. Un'esempio di cambiamento che continua proprio per questo a seminare grandi speranza nei giovani e in tutti coloro che si riconoscono nelle idee di questo grande uomo. Con la consapevolezza, tuttavia, della necessità di compiere altri cento passi ancora, se ci si vuole liberare da questo male, silenzioso divoratore della nostra società.
Venerdì e sabato sera, la rappresentazione è andata in scena presso l'auditorium "Riccardo Baglioni", al quartiere Croci. Entrambe le serate hanno visto la partecipazione di un nutrito pubblico, fatto soprattutto di giovani: un dato significativo che lascia ben sperare!