Religioni
Gli invisibili volontari della “Casa Accoglienza Santa Maria Goretti” di Andria
Insospettabili persone con la passione per l’amore e la vita di tutti gli uomini
Andria - sabato 3 agosto 2019
Stupendo significato di accoglienza: "Ricevere qualcuno con affetto, accettarlo, ascoltarlo, metterlo a proprio agio, porsi in atteggiamento empatico, entrare in una relazione fraterna e profonda con l'altro".
Entrando nella cucina della Casa Accoglienza "Santa Maria Goretti", siamo rimasti meravigliati e sorpresi ed al contempo compiaciuti nel vedere tanti nostri insospettabili amici e conoscenti di diversa età, professione e credo religioso, che con la loro impercettibile e silenziosa presenza esercitano quest'opera di altruismo.
Un volontario ci espone la massima del monaco Silvano del monte Athos: "Mio fratello è la mia vita". Aggiunge: "L'organizzazione si prefigge: spirito di servizio e desiderio di aiutare gli altri, motivazioni fondamentali per la propria crescita, che per stile e scelte di vita ci rende diversi. Il volontario è chi si offre all'altro diventando un tutt'uno con lui in modo spontaneo. Egli si rende disponibile alle persone ed alla comunità dedicando tempo, professionalità e passione. Essere volontario significa donarsi agli emarginati ed ai poveri, mettendo i bisogni altrui prima dei propri".
Il responsabile del turno di lavoro Vincenzo Cannone, ci tiene a precisare il significato del grembiule che ogni volontario indossa, lo riceve con una cerimonia religiosa dopo un percorso di servizio di circa un anno e che va a sostituire quello in plastica usa e getta: "E' un normalissimo grembiule che siamo molto fieri di indossare. Questi grembiuli sono realizzati utilizzando le lenzuola in disuso degli ospedali. Per chi ci crede come noi hanno un grande significato, hanno accolto situazioni di sofferenza, dolore e a volte di morte, ma di contro tanti bambini sono nati tra queste lenzuola, per cui hanno cambiato il loro volto, ma non la loro vocazione di servire la speranza. In definitiva è il nostro distintivo ed il segno di appartenenza a questa realtà che diventa una scelta di vita".
Don Geremia Acri, responsabile della "Casa Accoglienza Santa Maria Goretti" della Diocesi di Andria, definisce questa struttura: "Luogo naturale per l'esercizio costante della Carità; un'opera, che dipende totalmente dalla dedizione e dal sacrificio di tanti volontari, pronti ad offrire tempo e professionalità al servizio degli ultimi".
Il sacerdote prosegue: "L'opera quotidiana dei volontari della "Casa" è encomiabile: sono le vere colonne portanti che con la loro costante attività nei confronti dei più deboli, senza distinzione di razza, colore e religione, ne fanno motivo di orgoglio.
I volontari della Casa di Accoglienza sanno che quelle mura intrise di quel profumo d'umanità, danno forza e speranza a tutti coloro che indossano un grembiule e si sporcano quotidianamente le mani".
Don Geremia aggiunge: "Non è semplice accogliere lo sconosciuto che arriva ed è per questo che l'accoglienza non è mai senza dolore".
E quindi conclude: "Non comprendo chi si ferma davanti all'Eucarestia, che prende parte a processioni e manifestazioni religiose, ma non è disponibile davanti al povero. È come se l'Eucarestia fosse un Gesù diverso dall'altro Sacramento scomodo, che è il povero. È più facile avvicinarsi a un pane, con la sua buona fragranza, che a una persona disagiata e bisognevole d'amore, di aiuto".
Al Direttore della "Casa S.M.G." piace ricordare una citazione di don Mazzolari : "I poveri vanno amati come poveri, cioè come sono, senza far calcoli sulla loro povertà, senza pretesa o diritto di ipoteca, neanche quella di farli cittadini del regno dei cieli, molto meno dei proseliti".
A tutti i volontari va l'ammirazione e la gratitudine per quanto realizzano quotidianamente, da parte della redazione di AndriaViva.
Entrando nella cucina della Casa Accoglienza "Santa Maria Goretti", siamo rimasti meravigliati e sorpresi ed al contempo compiaciuti nel vedere tanti nostri insospettabili amici e conoscenti di diversa età, professione e credo religioso, che con la loro impercettibile e silenziosa presenza esercitano quest'opera di altruismo.
Un volontario ci espone la massima del monaco Silvano del monte Athos: "Mio fratello è la mia vita". Aggiunge: "L'organizzazione si prefigge: spirito di servizio e desiderio di aiutare gli altri, motivazioni fondamentali per la propria crescita, che per stile e scelte di vita ci rende diversi. Il volontario è chi si offre all'altro diventando un tutt'uno con lui in modo spontaneo. Egli si rende disponibile alle persone ed alla comunità dedicando tempo, professionalità e passione. Essere volontario significa donarsi agli emarginati ed ai poveri, mettendo i bisogni altrui prima dei propri".
Il responsabile del turno di lavoro Vincenzo Cannone, ci tiene a precisare il significato del grembiule che ogni volontario indossa, lo riceve con una cerimonia religiosa dopo un percorso di servizio di circa un anno e che va a sostituire quello in plastica usa e getta: "E' un normalissimo grembiule che siamo molto fieri di indossare. Questi grembiuli sono realizzati utilizzando le lenzuola in disuso degli ospedali. Per chi ci crede come noi hanno un grande significato, hanno accolto situazioni di sofferenza, dolore e a volte di morte, ma di contro tanti bambini sono nati tra queste lenzuola, per cui hanno cambiato il loro volto, ma non la loro vocazione di servire la speranza. In definitiva è il nostro distintivo ed il segno di appartenenza a questa realtà che diventa una scelta di vita".
Don Geremia Acri, responsabile della "Casa Accoglienza Santa Maria Goretti" della Diocesi di Andria, definisce questa struttura: "Luogo naturale per l'esercizio costante della Carità; un'opera, che dipende totalmente dalla dedizione e dal sacrificio di tanti volontari, pronti ad offrire tempo e professionalità al servizio degli ultimi".
Il sacerdote prosegue: "L'opera quotidiana dei volontari della "Casa" è encomiabile: sono le vere colonne portanti che con la loro costante attività nei confronti dei più deboli, senza distinzione di razza, colore e religione, ne fanno motivo di orgoglio.
I volontari della Casa di Accoglienza sanno che quelle mura intrise di quel profumo d'umanità, danno forza e speranza a tutti coloro che indossano un grembiule e si sporcano quotidianamente le mani".
Don Geremia aggiunge: "Non è semplice accogliere lo sconosciuto che arriva ed è per questo che l'accoglienza non è mai senza dolore".
E quindi conclude: "Non comprendo chi si ferma davanti all'Eucarestia, che prende parte a processioni e manifestazioni religiose, ma non è disponibile davanti al povero. È come se l'Eucarestia fosse un Gesù diverso dall'altro Sacramento scomodo, che è il povero. È più facile avvicinarsi a un pane, con la sua buona fragranza, che a una persona disagiata e bisognevole d'amore, di aiuto".
Al Direttore della "Casa S.M.G." piace ricordare una citazione di don Mazzolari : "I poveri vanno amati come poveri, cioè come sono, senza far calcoli sulla loro povertà, senza pretesa o diritto di ipoteca, neanche quella di farli cittadini del regno dei cieli, molto meno dei proseliti".
A tutti i volontari va l'ammirazione e la gratitudine per quanto realizzano quotidianamente, da parte della redazione di AndriaViva.