Attualità
Giustizia per i medici in servizio al 118: «Chiediamo un bando ad hoc anche nella Bat»
Auspicano di passare da medici a contratto a convenzione all'assunzione come dipendenti a tempo indeterminato
Andria - domenica 19 novembre 2023
11.46
Chiedono che sia fatta loro giustizia, al pari di quanto avvenuto in altre Regioni e per altre Aziende sanitarie locali. Transitare dal ruolo di medici a contratto a convenzione all'assunzione come dipendenti a tempo indeterminato.
Sono i medici del servizio 118 della Asl Bt e non solo di questa provincia. Il loro sogno è quello di poter sottoscrivere un contratto di lavoro dipendente, full time e a tempo indeterminato, dopo una vita di precariato e di contratti a convenzione. Ma per far questo è necessario che l'Azienda sanitaria locale espleti un bando ad hoc, indetto per medici specialisti in emergenza urgenza o con esperienza pregressa "sul campo". I vincitori di questo concorso potranno così continuare a svolgere in prima linea il loro delicato e prioritario lavoro, ma con uno spirito diverso e soprattutto con tutte le doverose tutele sindacali, oggi mancanti.
Molte le Asl che hanno percorso questa legittima strada, l'ultima in ordine di tempo è stata l'azienda ospedaliera di Cosenza che dal 16 novembre ha fatto sottoscrivere il tanto agognato contratto di lavoro dipendente, full time e a tempo indeterminato, a tutti i vincitori dell'apposito concorso espletato.
«E' questa una battaglia che molti sindacati stanno perseguendo, purtroppo con rivendicazioni episodiche o in ordine sparso -fanno sapere alcuni dei medici che da una vita sono letteralmente in trincea-. La nostra è un'autentica vocazione: ne abbiamo viste di tutti i colori. Alcuni hanno rischiato di morire durante la prima ondata anche con periodi di ricovero in terapia intensiva, colpiti dal virus Sars-Cov-II, altri hanno subito aggressioni non solo verbali ma anche fisiche, mentre stavano intervenendo per il soccorso di un paziente. Una battaglia, la nostra che potremo vincere solo se gli attori della politica sanitaria pugliese, riusciranno a comprendere che bandire in apposito concorso rappresenta una battaglia di civiltà. Siamo in tanti, ormai troppi, chi con dieci, quindici o addirittura vent'anni di servizio a bordo di ambulanze e nei pronto soccorso, che viviamo in maniera precaria. Vogliamo lavorare anche noi con tutte le tutele medico-legali e sindacali del caso. Solo attraverso una contrattualizzazione del nostro lavoro, siamo convinti che ciò servirà a fermare l'"emorragia" di medici in fuga dai 118 proprio perché non si sentono tutelati».
Sono i medici del servizio 118 della Asl Bt e non solo di questa provincia. Il loro sogno è quello di poter sottoscrivere un contratto di lavoro dipendente, full time e a tempo indeterminato, dopo una vita di precariato e di contratti a convenzione. Ma per far questo è necessario che l'Azienda sanitaria locale espleti un bando ad hoc, indetto per medici specialisti in emergenza urgenza o con esperienza pregressa "sul campo". I vincitori di questo concorso potranno così continuare a svolgere in prima linea il loro delicato e prioritario lavoro, ma con uno spirito diverso e soprattutto con tutte le doverose tutele sindacali, oggi mancanti.
Molte le Asl che hanno percorso questa legittima strada, l'ultima in ordine di tempo è stata l'azienda ospedaliera di Cosenza che dal 16 novembre ha fatto sottoscrivere il tanto agognato contratto di lavoro dipendente, full time e a tempo indeterminato, a tutti i vincitori dell'apposito concorso espletato.
«E' questa una battaglia che molti sindacati stanno perseguendo, purtroppo con rivendicazioni episodiche o in ordine sparso -fanno sapere alcuni dei medici che da una vita sono letteralmente in trincea-. La nostra è un'autentica vocazione: ne abbiamo viste di tutti i colori. Alcuni hanno rischiato di morire durante la prima ondata anche con periodi di ricovero in terapia intensiva, colpiti dal virus Sars-Cov-II, altri hanno subito aggressioni non solo verbali ma anche fisiche, mentre stavano intervenendo per il soccorso di un paziente. Una battaglia, la nostra che potremo vincere solo se gli attori della politica sanitaria pugliese, riusciranno a comprendere che bandire in apposito concorso rappresenta una battaglia di civiltà. Siamo in tanti, ormai troppi, chi con dieci, quindici o addirittura vent'anni di servizio a bordo di ambulanze e nei pronto soccorso, che viviamo in maniera precaria. Vogliamo lavorare anche noi con tutte le tutele medico-legali e sindacali del caso. Solo attraverso una contrattualizzazione del nostro lavoro, siamo convinti che ciò servirà a fermare l'"emorragia" di medici in fuga dai 118 proprio perché non si sentono tutelati».