Politica
Giovani, Lavoro e Piccola Impresa: il Pdl discute
Un dibattito promosso dalla segreteria cittadina e Giovane Italia. Presenti, oltre ai relatori, il Sindaco Giorgino e Nino Marmo
Andria - sabato 22 giugno 2013
10.43
Il chiostro di S. Francesco anche ieri è stato teatro di un dibattito politico su Giovani, Lavoro e Piccola Impresa. A promuoverlo la segreteria cittadina del Popolo della Libertà in collaborazione con la Giovane Italia, che hanno ospitato il presidente della Confapi, Salvatore Liso, ed il coordinatore Ugl giovani Bat, Salvatore Pistillo.
Dopo gli interventi dei rappresentanti istituzionali, il Sindaco di Andria Nicola Giorgino e il Vice Presidente del Consiglio Comunale Nino Marmo e le parole di attenzione verso il passaggio dalla dimensione formativa a quella professionale espresse da Luigi De Mucci, coordinatore cittadino della Giovane Italia, il confronto, moderato dal commissario del Pdl Aldo Balducci, è entrato nel vivo attraverso uno scambio tra i due relatori.
Salvatore Pistillo ha posto l'attenzione principalmente sulle questioni inerenti il lavoro giovanile e, in particolare, quello femminile, auspicando il miglioramento dell'efficacia dei centri per l'impiego, chiedendo di ricalibrare il lavoro part time e potenziare strumenti di raccordo tra formazione e apprendistato come stage e tirocini.
Salvatore Liso è partito ribadendo alcuni dati: in Italia il 92% delle imprese è costituito da realtà piccole e medie, mentre nella nostra Provincia la percentuale sale sino al 95%. Ha poi provato a lasciar emergere le motivazioni alla base del mutamento di sistema che, nel giro di un decennio, ha reso il modello della piccola e media impresa da virtuoso e dinamico a scarsamente competitivo. Secondo il presidente Confapi sono stati due, essenzialmente, i momenti cruciali: l'ingresso nel WTO nel 2001 del più popoloso paese al mondo, la Cina, e l'introduzione della moneta unica europea. Secondo Liso, il modello della piccola realtà imprenditoriale, così preponderante nel nostro paese, ha subito il contraccolpo della mancanza di regole capaci di garantire una leale competitività, impedendo di fatto agli imprenditori di riconoscere e intraprendere le sfide che il mutamento di paradigma in atto poneva loro dinanzi. In particolare, è stata rimarcata la difficoltà di accesso al credito per piccoli e medi imprenditori, fattore come mai decisivo per provare a rilanciare le eccellenze territoriali in una fase di grave e incontrastata recessione economica.
Dopo gli interventi dei rappresentanti istituzionali, il Sindaco di Andria Nicola Giorgino e il Vice Presidente del Consiglio Comunale Nino Marmo e le parole di attenzione verso il passaggio dalla dimensione formativa a quella professionale espresse da Luigi De Mucci, coordinatore cittadino della Giovane Italia, il confronto, moderato dal commissario del Pdl Aldo Balducci, è entrato nel vivo attraverso uno scambio tra i due relatori.
Salvatore Pistillo ha posto l'attenzione principalmente sulle questioni inerenti il lavoro giovanile e, in particolare, quello femminile, auspicando il miglioramento dell'efficacia dei centri per l'impiego, chiedendo di ricalibrare il lavoro part time e potenziare strumenti di raccordo tra formazione e apprendistato come stage e tirocini.
Salvatore Liso è partito ribadendo alcuni dati: in Italia il 92% delle imprese è costituito da realtà piccole e medie, mentre nella nostra Provincia la percentuale sale sino al 95%. Ha poi provato a lasciar emergere le motivazioni alla base del mutamento di sistema che, nel giro di un decennio, ha reso il modello della piccola e media impresa da virtuoso e dinamico a scarsamente competitivo. Secondo il presidente Confapi sono stati due, essenzialmente, i momenti cruciali: l'ingresso nel WTO nel 2001 del più popoloso paese al mondo, la Cina, e l'introduzione della moneta unica europea. Secondo Liso, il modello della piccola realtà imprenditoriale, così preponderante nel nostro paese, ha subito il contraccolpo della mancanza di regole capaci di garantire una leale competitività, impedendo di fatto agli imprenditori di riconoscere e intraprendere le sfide che il mutamento di paradigma in atto poneva loro dinanzi. In particolare, è stata rimarcata la difficoltà di accesso al credito per piccoli e medi imprenditori, fattore come mai decisivo per provare a rilanciare le eccellenze territoriali in una fase di grave e incontrastata recessione economica.