
Vita di città
Giornata della legalità, il Comandante Alfa si racconta ai giovani
"Ad un certo punto della mia vita ho deciso da che parte stare. Ed ho scelto il bene"
Andria - giovedì 5 aprile 2018
14.26
Una vita con il volto coperto, entusiasmante da un lato ma certamente non facile dall'altro. Il Comandante Alfa del GIS, il gruppo di intervento speciale dei carabinieri si racconta ad Andria ai ragazzi delle scuole superiori senza lesinare particolari della sua esistenza vissuta per oltre 40 anni nell'arma, la maggior parte dei quali trascorsi nell'ombra al servizio dello stato e della sicurezza dei cittadini. Ai ragazzi ha raccontato che la vera "arma" è la testa ed il cervello, va bene la forza fisica ma non deve mancare anche il cuore.
"Abbiamo bisogno di ragazzi che non credano di essere Rambo ma che sappiano le rinunce ed i sacrifici che devono affrontare", ha detto il Comandante Alfa. "Negli ultimi anni ho fatto l'istruttore è ho detto ai giovani di coinvolgere le famiglie, è essenziale avere una moglie accanto nei momenti difficili e che sia complice, come ho avuto la fortuna di avere io. Una moglie che è stata madre e padre per i nostri figli permettendomi di dedicarmi al mio lavoro".
Ai cronisti che chiedevano se il Comandante Alfa avesse mai conosciuto la paura ha risposto: "Sempre. Se non avessimo paura saremmo degli squilibrati. Sappiamo cosa andiamo ad affrontare però la nostra è una scelta, una missione. Viviamo nella paura ma non ci facciamo condizionare dalla paura".
E la paura l'ha conosciuta anche quando nel 1980 insieme ai suoi colleghi sedò la rivolta nel supercarcere di Trani, così nacque il Gis e così comincio la vita top secret del Comandante Alfa. "Eravamo pochi, era il 30 dicembre, non avevamo la tecnologia che c'è oggi però siamo riusciti a risolvere in modo eccellenze la cosa senza morti nè feriti. Lì capimmo che era nato il Gis".
"Abbiamo bisogno di ragazzi che non credano di essere Rambo ma che sappiano le rinunce ed i sacrifici che devono affrontare", ha detto il Comandante Alfa. "Negli ultimi anni ho fatto l'istruttore è ho detto ai giovani di coinvolgere le famiglie, è essenziale avere una moglie accanto nei momenti difficili e che sia complice, come ho avuto la fortuna di avere io. Una moglie che è stata madre e padre per i nostri figli permettendomi di dedicarmi al mio lavoro".
Ai cronisti che chiedevano se il Comandante Alfa avesse mai conosciuto la paura ha risposto: "Sempre. Se non avessimo paura saremmo degli squilibrati. Sappiamo cosa andiamo ad affrontare però la nostra è una scelta, una missione. Viviamo nella paura ma non ci facciamo condizionare dalla paura".
E la paura l'ha conosciuta anche quando nel 1980 insieme ai suoi colleghi sedò la rivolta nel supercarcere di Trani, così nacque il Gis e così comincio la vita top secret del Comandante Alfa. "Eravamo pochi, era il 30 dicembre, non avevamo la tecnologia che c'è oggi però siamo riusciti a risolvere in modo eccellenze la cosa senza morti nè feriti. Lì capimmo che era nato il Gis".