Politica
Giorgino sul bilancio: «Basta con le chiacchiere»
Sul proprio profilo FB il primo cittadino spiega la questione del riaccertamento
Andria - sabato 18 luglio 2015
14.35
«Sui temi legati al bilancio comunale, ai disavanzi ed alle regole di contabilità pubblica occorrono chiarezza, ponderatezza e molto equilibrio». Queste le prime parole del Sindaco di Andria Nicola Giorgino che tramite il proprio profilo ufficiale Facebook ha spiegato all'intera comunità qual'è la reale situazione riguardo al riaccertamento di bilancio del Comune.
«Le nuove norme pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 17 aprile in tema di riaccertamento straordinario dei residui - spiega il primo cittadino - impongono al nostro, come a tutti gli altri enti, una drastica operazione di pulizia, ma anche di verità, sulla situazione economica obbligando le amministrazioni ad una verifica dei residui. Questo riaccertamento straordinario, approvato con la delibera di Giunta n. 110 del 3 luglio 2015, stabilisce al 1° gennaio 2015 un risultato di amministrazione pari a euro 27.041.956,13 avendo operato ai sensi delle vigenti normative e sulla base dei dati consolidati a partire dal 1992. Con la stessa operazione si è costituito un fondo crediti di dubbia esigibilità con una svalutazione massima dei crediti da riscuotere pari ad euro 56.412.982,80 che ha generato, unitamente ad altre voci, un disavanzo da riaccertamento pari a 45,6 milioni di euro»
Esaminando tale risultato viene fuori che il Comune di Andria ha un deficit di tale importo ma che in realtà deve attivarsi per riscuotere i residui crediti, andando di pari passo a rimodulare il fondo crediti di dubbia esigibilità.
«Non si tratta di un buco di bilancio - incalza Giorgino - ma di somme che il Comune reclama, ad esempio, per accertamenti Ici, Tarsu/Tares, Italgas etc. Sia l'avanzo che il disavanzo non costituiscono eccedenze o carenze di risorse effettive ma rappresentano il saldo di esigibilità di debiti e crediti esistenti ma non ancora scaduti»
Giorgino analizza anche le indicazioni del governo centrale: «L'obiettivo di queste nuove norme è di autorizzare spese a fronte della contestuale reale disponibilità delle entrate. Questa nuova contabilità intende così mettere sotto controllo il sistema del debito pubblico tanto a livello nazionale che locale. Da qui la scelta del legislatore nazionale di imporre agli enti di quantificare quelle somme iscritte in bilancio ma mai riscosse e di accantonare, ogni anno, e per massimo 30 anni, una somma corrispondente. Quindi non è che il Comune ha assunto in passato impegni non sostenibili, ma è il cambio di regole sugli accertamenti che ha determinato questo disavanzo che sarà ripartito nel maggior tempo consentito, cioè in 30 anni».
Il primo cittadino conclude il suo intervento rispondendo alle affermazioni dell'opposizione: «Nessun allarmismo né catastrofismo, nessun taglio ai servizi necessari ma una riorganizzazione dipesa sia dalle normative nazionali che delle esigenze locali. Invito, ancora una volta, a leggere, studiare ed approfondire le norme e le delibere, prima di dare informazioni strumentali o distorte».
«Le nuove norme pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 17 aprile in tema di riaccertamento straordinario dei residui - spiega il primo cittadino - impongono al nostro, come a tutti gli altri enti, una drastica operazione di pulizia, ma anche di verità, sulla situazione economica obbligando le amministrazioni ad una verifica dei residui. Questo riaccertamento straordinario, approvato con la delibera di Giunta n. 110 del 3 luglio 2015, stabilisce al 1° gennaio 2015 un risultato di amministrazione pari a euro 27.041.956,13 avendo operato ai sensi delle vigenti normative e sulla base dei dati consolidati a partire dal 1992. Con la stessa operazione si è costituito un fondo crediti di dubbia esigibilità con una svalutazione massima dei crediti da riscuotere pari ad euro 56.412.982,80 che ha generato, unitamente ad altre voci, un disavanzo da riaccertamento pari a 45,6 milioni di euro»
Esaminando tale risultato viene fuori che il Comune di Andria ha un deficit di tale importo ma che in realtà deve attivarsi per riscuotere i residui crediti, andando di pari passo a rimodulare il fondo crediti di dubbia esigibilità.
«Non si tratta di un buco di bilancio - incalza Giorgino - ma di somme che il Comune reclama, ad esempio, per accertamenti Ici, Tarsu/Tares, Italgas etc. Sia l'avanzo che il disavanzo non costituiscono eccedenze o carenze di risorse effettive ma rappresentano il saldo di esigibilità di debiti e crediti esistenti ma non ancora scaduti»
Giorgino analizza anche le indicazioni del governo centrale: «L'obiettivo di queste nuove norme è di autorizzare spese a fronte della contestuale reale disponibilità delle entrate. Questa nuova contabilità intende così mettere sotto controllo il sistema del debito pubblico tanto a livello nazionale che locale. Da qui la scelta del legislatore nazionale di imporre agli enti di quantificare quelle somme iscritte in bilancio ma mai riscosse e di accantonare, ogni anno, e per massimo 30 anni, una somma corrispondente. Quindi non è che il Comune ha assunto in passato impegni non sostenibili, ma è il cambio di regole sugli accertamenti che ha determinato questo disavanzo che sarà ripartito nel maggior tempo consentito, cioè in 30 anni».
Il primo cittadino conclude il suo intervento rispondendo alle affermazioni dell'opposizione: «Nessun allarmismo né catastrofismo, nessun taglio ai servizi necessari ma una riorganizzazione dipesa sia dalle normative nazionali che delle esigenze locali. Invito, ancora una volta, a leggere, studiare ed approfondire le norme e le delibere, prima di dare informazioni strumentali o distorte».