Igino Giordani
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"Gesù e la Politica", riflessioni del Centro Igino Giordani

Il referente Gennaro Piccolo condivide alcuni pensieri sulla fraternità e sul Vangelo

Il Centro Igino Giordani di Andria, attraverso le parole del referete Gennaro (Gino) Piccolo, torna ad offrire alcune riflessioni in merito ad un buon agire politico basato essenzialmente sulla fraternità e sull'insegnamento del Vangelo: «L'aver conosciuto personalmente il Servo di Dio Igino Giordani (giornalista, scrittore, politico e padre di famiglia), il condividere i suoi stessi Ideali, il curare una piccola rubrica (http://www.iginogiordani.info/it/igino-giordani/incontri.html) che contribuisca a tenere viva la sua figura e il suo pensiero, mi portano quotidianamente ad incontrarlo nei suoi scritti, nei suoi libri per estrarre alcune delle perle più preziose, nell'intuizione che esse possono parlare all'uomo di oggi così come lo è stato a quello di ieri. Ed è questo lavoro, tra l'altro, che mi porta a riscoprire la bellezza della professione, della vocazione del giornalista. Spesso, infatti, mi sorprendo incantato quando scopro pensieri brevi che però svelano tutto "il fascino del silenzio, della parola, dell'ascolto" nel mondo della comunicazione.

Alcuni pensieri su tutti:

"Tra silenzio e parola vi è lo stesso legame interiore e la stessa distinzione che v'è tra solitudine e comunicazione. L'una non può esistere senza l'altra. La giusta parola nasce dal silenzio ed il giusto silenzio nasce dalla parola". (Dietrich Bonhoeffer , Elogio del silenzio e della parola).

"Il silenzio è la conca che accoglie la Parola, e il riparo dello spirito per meditarla. Chi tace, proprio col silenzio, sollecita la parola dell'altro, il quale, incontrando il vuoto lo riempie". (Igino Giordani, Maria Modello Perfetto).

"Io penso effettivamente con la penna perché la mia testa spesso non sa nulla di ciò che la mia mano scrive". (Ludwig Wittgenstein in: 'Pensieri diversi)

"Quando lo stile procura più soddisfazione che d'utilità, non è cosa buona". (Clemente d'Alessandria in: 'Stromata I)

Sono particolarmente felice e commosso, ritorno da un momento molto bello preparato dall'Università Della Terza Età di Andria per esprimere ancora una volta gratitudine al Professor Michele Palumbo per tutto quello che lui è stato e ha fatto per la nostra Città. Sarebbe bello e interessante se da settembre si potesse pensare a qualche conferenza in più sul giornalismo.

Mi ha colpito l'articolo del Signor Domenico Crocco sulla 'Gazzetta del Mezzogiorno' del 18 maggio a pagina 33 dal titolo: "Gesù non parla ai portafogli ma alle anime da salvare". Sarebbe bello se altri contributi sullo stesso argomento fossero messi in comune per riapprofondire la figura di Gesù in particolare sotto l'aspetto politico. Fin dal titolo ho condiviso e gustato il contenuto dell'articolo con particolare gratitudine per il suo autore perché mi ha dato di riandare e rivivere con il cuore alla mia partecipazione -nel marzo del 1990- ad un Convegno sulla Politica.

Tra i temi trattati – felice coincidenza - ce ne fu uno del teologo Gérard Rossè proprio su " Gesù e la Politica", un video di Chiara Lubich (Fondatrice del Movimento dei Focolari) dal titolo "La rivoluzione sociale", tutti temi sostenuti da forti esperienze di vita vissuta. Conservo gelosamente copia di quei temi che, di tanto in tanto, vado a rileggere perché mi offrono l'occasione di rinnovare la passione per la polis. Così ho fatto alla luce dell'articolo del Signor Crocco rimanendone, come altre volte, profondamente segnato. Qui –per motivi di spazio- ne trascrivo qualche frammento nel desiderio che siano, appunto, un piccolo contributo all'approfondimento della figura di Gesù.

Dice Gérard Rossè: "Gesù non ha fatto politica, nel senso comune dell'espressione….. I profeti lanciavano invettive contro i ricchi e contro le diseguaglianze, insorgevano contro le ingiustizie sociali……Tutt'altra la reazione di Gesù: egli tace; e quando il Battista è imprigionato se ne va in Galilea…..Ingenuità? Paura? No di certo! Gesù sa essere critico nei confronti dei vari movimenti politico-religiosi dell'epoca, conosce la situazione politica ambigua del suo paese e i difetti dei governanti. Ma Gesù non si muove nel mondo dei politicanti. Anche se Gesù non ha formulato un programma politico, dalla sua azione emergono linee e orientamenti che valgono oggi. Un uomo libero è sempre un pericolo per i "demoni della politica" non solo perché vengono ostacolati nelle loro pretese di dominio sull'uomo, ma anche perché il credente, come uomo liberato da Cristo, esercita una funzione di demistificazione e di critica nei confronti del mondo politico.

E ancora: Ciò che Gesù ha compiuto come il dare il pane alle folle, soccorrere chi sta nel bisogno, il credente di oggi lo deve attualizzare non soltanto attraverso iniziative personali, ma mediante strutture, istituzioni, forme sociali capaci di aiutare e servire efficacemente l'uomo su vasta scala. L'insegnamento del Vangelo, offre senz'altro un orientamento all'agire politico; ma perché non ha risposte dirette e precise al problema del nostro tempo, esso lascia la porta aperta all'attualizzazione dove la creatività e l'iniziativa dei credenti possono e devono esercitarsi". (Gèrard Rossè –Sassone (Roma) Incontro Internazionale di Politica 3-4 marzo 1990)

Ho constatato, però, che in alcune conversazioni di carattere sociale, politico, economico e non solo-, appena si accenna a qualcuno degli orientamenti ispirati dal Vangelo come eventuale contributo nel trovare solide risposte ai vari drammi dell'epoca nostra, ci si sente rispondere: "I principi del Vangelo sta bene; ma qui siamo in politica!"…..come a dire che per entrare in politica si debba uscire dal Vangelo o da una retta coscienza!! "I principi cristiani sta bene; ma qui siamo in politica!". Sono convinto che questo sia il virus che impedisce ai più di non apprezzare gli orientamenti ricavati dal Vangelo o della 'Dottrina Sociale Cristiana' rendendo più evidente la separazione tra le verità cristiane e la vita quotidiana, finendo coll'essere influenzati da altri veicoli di informazione fino al punto da far nostra inconsciamente la loro interpretazione degli avvenimenti, finendo, altresì, di cadere in un diffuso senso di pessimismo fino ad argomentare che <> per rimediare a questa società retta su straordinarie disuguaglianze e contraddizioni.

Una sia pur veloce e serena rilettura di questi capi saldi, invece, contribuirebbe a superare questo atteggiamento del "non c'è niente da fare", prima che diventi una più radicata e comoda scappatoia soprattutto per chi crede che le cose cambino per iniziativa degli altri e nel contempo si rattristano di vivere in questa epoca! Chi crede ancora che il cristianesimo riguardi solo l'aspetto dell'etica individuale e dei personali doveri religiosi, deve ricredersi, aggiornarsi! Penso che saremo uomini, cristiani e politici più autentici se riusciremo ad apprezzare, applicare e sperimentare l'abbondanza di tali principi in ogni rapporto quotidiano: nella famiglia, nel lavoro, nel sindacato, nel Parlamento, nel Ministero, nel "Consiglio Comunale", nella fabbrica, nella scuola, nella sanità…..

Alla luce di quanto sopra, condivido con il Signor Crocco che 'Gesù non parla ai portafogli ma alle anime da salvare' così come 'Gesù non ha fatto Politica né dettato norme economiche e non ha mai dato la soluzione di problemi pratici o contingenti, avendo costruito sulla base dello spirito e in vista dell'Eternità'. Mi piace pensare che Gesù non abbia fatto né -Politica né Economia- fidandosi che l'avremmo fatta ciascuno di noi! Non può essere che è per questo che "col Suo solito fascino" ci ha assicurato che, se avremmo avuto fede in Lui, avremmo fatto le stesse opere che Lui ha fatto e anche di più grandi?»
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