Attualità
Gennaro Piccolo: «Dove va l'Europa»
Riflessioni del referente del centro Igino Giordani di Andria in vista delle prossime elezioni europee
Andria - giovedì 21 febbraio 2019
A grandi passi si avvicinano le elezioni europee e fra tanti sorge spontaneo chiedersi cosa ne sarà dell'Europa e, nel contempo, si tenta di esprimere come la si vorrebbe, così che - come scriveva profeticamente l'europeista convinto Igino Giordani – «quasi vengono fuori tante Europe a secondo della propria appartenenza partitica, ideologica, teologica». Finendo – prosegue Giordani – che «invece di unirla, la divideremmo ancor di più: la vivisezioneremmo per ricomporla in unità nuove su un tavolo anatomico. E invece l'Europa politicamente unita ha da comprendere e armonizzare cittadini e partiti e Stati d'ogni ideologia e religione e razza: e da rimettere a circolare la vita, il cui flusso è ora arrestato da mille lacci emostatici uno più inutile dell'altro: ornamenti di un egoismo miope» (In: "La Via" del 2 dicembre 1950 – "O l'Europa s'unisce o l'Europa perisce").
Penso – prima di avventurarsi in risposte frettolose – che sia necessario fermarsi a meditare acutamente la storia dell'Europa per cogliere cosa abbia sostenuto gli uomini che l'hanno sognata unita. Uomini che chiunque li abbia incontrati ne è rimasto affascinato! Che si sia trattato di colloqui o lettere personali, o di ascolto di loro interventi,… e oggi, per i più, semplicemente di una lettura di loro scritti…., la conclusione è la stessa: trasmettono e riaccendono la passione per l'uomo; un amore concreto, vivo, vissuto "nei fatti", sociale (senza barriere) ed universale (che non esclude nessuno), e, per ciò, cuori indirizzati all'Unità.
Da qui deve scaturire una nuova e grandissima ambizione da parte nostra: quella di saltare sulle spalle di questi "Giganti" per riuscire a guardare un po' più lontano!
Ed è prezioso, per continuare a credere in questo sogno, arrivare a scoprire che l'Europa per essere unita ha bisogno anche di ciascuno di noi, del positivo che c'è in ognuno, del nostro slancio, del nostro essere autentici, del nostro coraggio, valori di cui i Padri Fondatori dell'Europa ci sono Maestri.
Commuove, nel silenzio del cuore, il solo ripetere i loro nomi: Schuman, Adenauer, Monnet, De Gasperi, Spinelli, Spaak, Bech..,.e sentirli anche come 'Profeti dell'Europa'! Commuove poi pensare che la prima donna 'Presidente del Parlamento Europeo' sia stata Simone Veil, superstite dell'Olocausto…
E a proposito di 'Profeti': profondo è ciò che dice il Professor Edoardo Zin – medaglia d'oro al merito europeo – di Robert Schuman (del quale è postulatore della causa di beatificazione): «Mi piace pensare a Schuman come al 'Profeta dell'Europa'. Egli ha cercato di tradurre lo sguardo e la Parola di Dio nell'oggi della storia. Non ha predetto il futuro dell'Europa, ma l'ha preparato. Non si è attardato a condannare il passato, ma si è immerso nella notte profonda di due guerre mondiali. Con semplicità unita alla forza d'animo ha detto che la notte è notte, ma sempre con l'anima della sentinella che è tutta rivolta verso l'aurora di un giorno nuovo. Attendere tutta la notte la luce dell'alba è il contrario dell'immobilità, è piuttosto un cammino ripreso ogni volta da capo, nutrito da una profonda fortezza. Ha guardato al passato, ma non ha stabilito con esso alcun confronto, ha guardato avanti». (Per approfondimenti, cercare: Professor Edoardo Zin su Robert Schuman).
A conferma, gli fa eco Papa Francesco, citando il Levitico (21, 11-12), nella sua lettera indirizzata alle e ai consacrati : «Il Profeta è colui che riceve da Dio la capacità di scrutare la storia nella quale vive e di interpretare gli avvenimenti: è come la sentinella che veglia durante la notte e sa quando arriva l'aurora».
E oggi, è bello che avvenimenti come il Sinodo dei Giovani, la Giornata Mondiale della Gioventù, Convegni su Chiesa e Giovani, Giovani e Politica, Giovani e Liturgia…, ci riportino nientemeno che ad un altro "Giovane Profeta del Primo Testamento", che afferma: «Gli anziani avranno sogni e i giovani visioni» (Gioele 3,28-1).
E allora: mettiamo insieme "sogni e visioni" perché diventino una sola grande, attraente realtà: "Un'Europa Unita, tappa verso un Mondo Unito"!
Penso – prima di avventurarsi in risposte frettolose – che sia necessario fermarsi a meditare acutamente la storia dell'Europa per cogliere cosa abbia sostenuto gli uomini che l'hanno sognata unita. Uomini che chiunque li abbia incontrati ne è rimasto affascinato! Che si sia trattato di colloqui o lettere personali, o di ascolto di loro interventi,… e oggi, per i più, semplicemente di una lettura di loro scritti…., la conclusione è la stessa: trasmettono e riaccendono la passione per l'uomo; un amore concreto, vivo, vissuto "nei fatti", sociale (senza barriere) ed universale (che non esclude nessuno), e, per ciò, cuori indirizzati all'Unità.
Da qui deve scaturire una nuova e grandissima ambizione da parte nostra: quella di saltare sulle spalle di questi "Giganti" per riuscire a guardare un po' più lontano!
Ed è prezioso, per continuare a credere in questo sogno, arrivare a scoprire che l'Europa per essere unita ha bisogno anche di ciascuno di noi, del positivo che c'è in ognuno, del nostro slancio, del nostro essere autentici, del nostro coraggio, valori di cui i Padri Fondatori dell'Europa ci sono Maestri.
Commuove, nel silenzio del cuore, il solo ripetere i loro nomi: Schuman, Adenauer, Monnet, De Gasperi, Spinelli, Spaak, Bech..,.e sentirli anche come 'Profeti dell'Europa'! Commuove poi pensare che la prima donna 'Presidente del Parlamento Europeo' sia stata Simone Veil, superstite dell'Olocausto…
E a proposito di 'Profeti': profondo è ciò che dice il Professor Edoardo Zin – medaglia d'oro al merito europeo – di Robert Schuman (del quale è postulatore della causa di beatificazione): «Mi piace pensare a Schuman come al 'Profeta dell'Europa'. Egli ha cercato di tradurre lo sguardo e la Parola di Dio nell'oggi della storia. Non ha predetto il futuro dell'Europa, ma l'ha preparato. Non si è attardato a condannare il passato, ma si è immerso nella notte profonda di due guerre mondiali. Con semplicità unita alla forza d'animo ha detto che la notte è notte, ma sempre con l'anima della sentinella che è tutta rivolta verso l'aurora di un giorno nuovo. Attendere tutta la notte la luce dell'alba è il contrario dell'immobilità, è piuttosto un cammino ripreso ogni volta da capo, nutrito da una profonda fortezza. Ha guardato al passato, ma non ha stabilito con esso alcun confronto, ha guardato avanti». (Per approfondimenti, cercare: Professor Edoardo Zin su Robert Schuman).
A conferma, gli fa eco Papa Francesco, citando il Levitico (21, 11-12), nella sua lettera indirizzata alle e ai consacrati : «Il Profeta è colui che riceve da Dio la capacità di scrutare la storia nella quale vive e di interpretare gli avvenimenti: è come la sentinella che veglia durante la notte e sa quando arriva l'aurora».
E oggi, è bello che avvenimenti come il Sinodo dei Giovani, la Giornata Mondiale della Gioventù, Convegni su Chiesa e Giovani, Giovani e Politica, Giovani e Liturgia…, ci riportino nientemeno che ad un altro "Giovane Profeta del Primo Testamento", che afferma: «Gli anziani avranno sogni e i giovani visioni» (Gioele 3,28-1).
E allora: mettiamo insieme "sogni e visioni" perché diventino una sola grande, attraente realtà: "Un'Europa Unita, tappa verso un Mondo Unito"!