Commento
Gennaro Gino Piccolo: "L’Immacolata, Modello Perfetto"
In occasione di questa ricorrenza dedicata a Maria, le riflessioni di Gennaro Gino Piccolo, del Centro Igino Giordani
Andria - mercoledì 8 dicembre 2021
12.16
«Di Maria non si dice mai abbastanza. Ella è, si può dire, il cuore del genere umano: il trapianto del divino nell'umano. Così scriveva Igino Giordani nel suo libro "Maria Modello". Parlandone, a proposito di un altro libro di Giordani, tradotto in inglese, uno scrittore americano giudicava il libro stesso "un incanto": ed alludeva al fascino che questa fanciulla di Nazareth suscita anche nel mondo tecnologico e, oggi, possiamo dire, anche nel mondo socio-politico.
Alcuni pensieri – del laico Servo di Dio Igino Giordani - che qui di seguito trascrivo per quanti oggi si imbatteranno con "Andria Viva", frugano nel mistero di tale fascino, scoprendolo nella vita di Maria: nel suo comportamento umile, ma sempre denso di significato, dove si apprende il contegno tipico, offerto a tutti, dell'aggiornamento che l'umanità può avere, nei suoi slanci più profondi e nelle sue riflessioni più meditate, di fronte alla maternità di Maria.
Pochi pensieri la cui lettura svelano la poesia di Maria. Con lei, modello della femminilità pura, l'umanità scope il paradiso in terra.
«Meditando ogni giorno la vita di Maria e assimilandone via via le virtù, così semplici immediate e terse, Maria diventa nostra vita. Accade che via via Ella diventa di casa…».
«Maria purifica e decongestiona il corpo sociale di tutta la sanie, di cui giorno per giorno si carica. Ma la rivoluzione, che la Vergine in carne ha fatto, è di portata speciale ancor più vasta, poiché fu lei, agli albori dell'era cristiana, a riscoprire una religione che non si esauriva nel rito, ma ispirava un mutamento politico ed economico: una religione in cui Dio non stagnava in una indifferenza superceleste, ma operava da protagonista, nella storia degli uomini, deponendo i superbi ed esaltando gli umili, colmando di beni gli affamati e rimandando a mani vuote i doviziosi, in sociologia».
«Nessuna creatura hai mai raggiunto l'altezza spirituale di Maria; e nessuna l'ha fatto con più semplicità. Non ci sono stati corsi complicati d'ascetica e di mistica, nella sua carriera; c'è stata la cucina, il pollaio, la lavanderia, la bottega, c'è stato il lavoro e il dolore, elementi di cui Ella ha fatto, attimo per attimo, i motivi della elevazione a Dio.
La sua dimora fu il suo convento: lo svolgimento delle sue incombenze la sua regola: il servire Gesù e Giuseppe il suo servizio all'Eterno; la sua modestia fu il velo di cui ricoprì la bellezza; il silenzio la cella in cui fece penitenza lavando».
Serena Festa a tutti i lettori di Andria Viva. Gennaro Gino Piccolo
Alcuni pensieri – del laico Servo di Dio Igino Giordani - che qui di seguito trascrivo per quanti oggi si imbatteranno con "Andria Viva", frugano nel mistero di tale fascino, scoprendolo nella vita di Maria: nel suo comportamento umile, ma sempre denso di significato, dove si apprende il contegno tipico, offerto a tutti, dell'aggiornamento che l'umanità può avere, nei suoi slanci più profondi e nelle sue riflessioni più meditate, di fronte alla maternità di Maria.
Pochi pensieri la cui lettura svelano la poesia di Maria. Con lei, modello della femminilità pura, l'umanità scope il paradiso in terra.
«Meditando ogni giorno la vita di Maria e assimilandone via via le virtù, così semplici immediate e terse, Maria diventa nostra vita. Accade che via via Ella diventa di casa…».
«Maria purifica e decongestiona il corpo sociale di tutta la sanie, di cui giorno per giorno si carica. Ma la rivoluzione, che la Vergine in carne ha fatto, è di portata speciale ancor più vasta, poiché fu lei, agli albori dell'era cristiana, a riscoprire una religione che non si esauriva nel rito, ma ispirava un mutamento politico ed economico: una religione in cui Dio non stagnava in una indifferenza superceleste, ma operava da protagonista, nella storia degli uomini, deponendo i superbi ed esaltando gli umili, colmando di beni gli affamati e rimandando a mani vuote i doviziosi, in sociologia».
«Nessuna creatura hai mai raggiunto l'altezza spirituale di Maria; e nessuna l'ha fatto con più semplicità. Non ci sono stati corsi complicati d'ascetica e di mistica, nella sua carriera; c'è stata la cucina, il pollaio, la lavanderia, la bottega, c'è stato il lavoro e il dolore, elementi di cui Ella ha fatto, attimo per attimo, i motivi della elevazione a Dio.
La sua dimora fu il suo convento: lo svolgimento delle sue incombenze la sua regola: il servire Gesù e Giuseppe il suo servizio all'Eterno; la sua modestia fu il velo di cui ricoprì la bellezza; il silenzio la cella in cui fece penitenza lavando».
Serena Festa a tutti i lettori di Andria Viva. Gennaro Gino Piccolo