Associazioni
Francesco a San Giovanni Rotondo, il racconto di un gruppo di volontari
"Per noi, una giornata indimenticabile"
Andria - martedì 20 marzo 2018
All'indomani della visita di Papa Francesco a San Giovanni Rotondo e Pietrelcina, accolto da circa 30 mila fedeli, è tempo di bilanci. Bergoglio è arrivato da Pietrelcina ed ha visitato la "Casa Sollievo della Sofferenza", salutando e benedicendo gli ammalati. Poi si è raccolto in venerazione e preghiera davanti al corpo di San Pio, prima di celebrare la messa sul sagrato gremito di fedeli. A garantire la perfetta riuscita dell'evento, l'enorme attività di volontari e Forze dell'ordine, presenti in terra foggiana sin dal venerdì pomeriggio. Tra questi anche i Volontari Federiciani, il cui presidente prof. Francesco Martiradonna racconta così la giornata che definisce "indimenticabile".
«Circa 870 volontari hanno partecipato a questo importantissimo evento. Tutti si sono adoperati per far sì che questa visita a Padre Pio si realizzasse in maniera serena ed ordinata. Credo che questa è la dimostrazione che il mondo del volontariato è una concretezza di forza che difficilmente si può inventare. Questo è un esercito che non ha paragoni d'essere. Madre Teresa di Calcutta esternò "Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell'ora buia di qualcuno non è vissuto invano". Quella fiaccola, aggiungo, nel nostro mondo possono diventare migliaia e queste illuminano il cammino della retta via nel mondo.
Molti di noi volontari sono stati posti all'esterno del perimetro della visita papale, come occhi di un impianto di sicurezza per dare garanzia ai pellegrini giunti numerosi per dimostrare la lor fede al Santo Padre, che durante il tragitto ha distribuito l'amore di Gesù verso i suoi fedeli.
Il 17 marzo 2018 sarà una giornata che non dimenticheremo mai e che ciascuno di noi racconterà per quello che ha fatto ed ha visto e per le emozioni che ha provato: non c'erano solo i 40mila di San Giovanni Rotondo, ma ad accompagnare il viaggio di Papa Francesco tra i luoghi di San Pio c'erano gli occhi del mondo. E' stato un susseguirsi di emozioni: dal giro in papamobile per le vie della città all'abbraccio con il santo di Pietrelcina e con la gente del Gargano, terra bella ma difficile.
Molti volontari sono stati collocati a supporto dell'ordine pubblico per contribuire a dare sicurezza ed il necessario senso di tranquillità.
Altri gruppi di volontari sono stati posti in diversi punti strategici, come al Campo sportivo, alla Chiesa di San Pio dove Papa Bergoglio ha celebrato la Santa Messa o lungo le vie, per prestare assistenza, in caso qualcuno avvertiva malori o aveva bisogno si supporto per le strade interdette alla circolazione ordinaria.
I Volontari Federiciani e quelli di Monte Sant' Angelo, con i loro mezzi, sono stati posti in piazza dei Caduti della Miniera, oggi meglio conosciuta come piazza Padre Pio o nelle immediate vicinanze dell'ospedale, dove Papa Francesco è andato a visitare 25 bambini degenti nel reparto di Oncoematologia Pediatrica, che è stato il momento più toccante. Poi alcune delle parole pronunciate durante l'omelia, hanno spiazzato molti spettatori: "la vita cristiana non è un mi piace ma un mi dono". Una frase che fa riflettere, esattamente come quando mons. Castoro ha ringraziato Bergoglio in un periodo segnato dalla fragilità della sua malattia e annunciato che la sua stola poserà sul corpo di Francesco Forgione.
Come dicevo, i volontari erano presenti lungo tutto il perimetro in cui si è snodata la visita papale, dove sono state poste le transenne. Niente è passato inosservato: uno dei punti più commoventi è stato quindo un giovane paziente si è inginocchiato davanti al Santo Padre, in segno di riconoscenza e rispetto per questo Papa che porta i dolori di tutti, che non fa distinzioni, che mostra i segni della fragilità tipica dell'essere umano, quando chiede persino di pregare per lui. Perché lui è uno di noi.
La visita di Papa Francesco ci ha riportati indietro nel tempo: a quel maggio dell'87, a Papa Giovanni Paolo II, o al giugno 2009 quando nella città di San Pio arrivò Papa Benedetto XVI. Tutti momenti importanti, che ci indicano la strada per gestire le nostre paure e preoccupazioni, il percorso da intraprendere per non inciampare o per rialzarsi dopo essere caduti.
Il Pontefice ha portato una dose massiccia di fede e di passione cristiana, una ventata di speranza in un territorio alle prese con la povertà, le ingiustizie, e il clientelismo, la vanità, il pregiudizio, l'ingordigia e la sete di potere.
Alle ore 15,00 tutto è rientrato nella normalità e i volontari sono potuti ritornare dove sono stati ospitati e cioè al I° Circolo Didattico "Michele Melchionda, dove hanno pranzato», ha quindi concluso il presidente provinciale e responsabile legale del Nucleo delle GPGV IVEA, prof. Francesco Martiradonna
«Circa 870 volontari hanno partecipato a questo importantissimo evento. Tutti si sono adoperati per far sì che questa visita a Padre Pio si realizzasse in maniera serena ed ordinata. Credo che questa è la dimostrazione che il mondo del volontariato è una concretezza di forza che difficilmente si può inventare. Questo è un esercito che non ha paragoni d'essere. Madre Teresa di Calcutta esternò "Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell'ora buia di qualcuno non è vissuto invano". Quella fiaccola, aggiungo, nel nostro mondo possono diventare migliaia e queste illuminano il cammino della retta via nel mondo.
Molti di noi volontari sono stati posti all'esterno del perimetro della visita papale, come occhi di un impianto di sicurezza per dare garanzia ai pellegrini giunti numerosi per dimostrare la lor fede al Santo Padre, che durante il tragitto ha distribuito l'amore di Gesù verso i suoi fedeli.
Il 17 marzo 2018 sarà una giornata che non dimenticheremo mai e che ciascuno di noi racconterà per quello che ha fatto ed ha visto e per le emozioni che ha provato: non c'erano solo i 40mila di San Giovanni Rotondo, ma ad accompagnare il viaggio di Papa Francesco tra i luoghi di San Pio c'erano gli occhi del mondo. E' stato un susseguirsi di emozioni: dal giro in papamobile per le vie della città all'abbraccio con il santo di Pietrelcina e con la gente del Gargano, terra bella ma difficile.
Molti volontari sono stati collocati a supporto dell'ordine pubblico per contribuire a dare sicurezza ed il necessario senso di tranquillità.
Altri gruppi di volontari sono stati posti in diversi punti strategici, come al Campo sportivo, alla Chiesa di San Pio dove Papa Bergoglio ha celebrato la Santa Messa o lungo le vie, per prestare assistenza, in caso qualcuno avvertiva malori o aveva bisogno si supporto per le strade interdette alla circolazione ordinaria.
I Volontari Federiciani e quelli di Monte Sant' Angelo, con i loro mezzi, sono stati posti in piazza dei Caduti della Miniera, oggi meglio conosciuta come piazza Padre Pio o nelle immediate vicinanze dell'ospedale, dove Papa Francesco è andato a visitare 25 bambini degenti nel reparto di Oncoematologia Pediatrica, che è stato il momento più toccante. Poi alcune delle parole pronunciate durante l'omelia, hanno spiazzato molti spettatori: "la vita cristiana non è un mi piace ma un mi dono". Una frase che fa riflettere, esattamente come quando mons. Castoro ha ringraziato Bergoglio in un periodo segnato dalla fragilità della sua malattia e annunciato che la sua stola poserà sul corpo di Francesco Forgione.
Come dicevo, i volontari erano presenti lungo tutto il perimetro in cui si è snodata la visita papale, dove sono state poste le transenne. Niente è passato inosservato: uno dei punti più commoventi è stato quindo un giovane paziente si è inginocchiato davanti al Santo Padre, in segno di riconoscenza e rispetto per questo Papa che porta i dolori di tutti, che non fa distinzioni, che mostra i segni della fragilità tipica dell'essere umano, quando chiede persino di pregare per lui. Perché lui è uno di noi.
La visita di Papa Francesco ci ha riportati indietro nel tempo: a quel maggio dell'87, a Papa Giovanni Paolo II, o al giugno 2009 quando nella città di San Pio arrivò Papa Benedetto XVI. Tutti momenti importanti, che ci indicano la strada per gestire le nostre paure e preoccupazioni, il percorso da intraprendere per non inciampare o per rialzarsi dopo essere caduti.
Il Pontefice ha portato una dose massiccia di fede e di passione cristiana, una ventata di speranza in un territorio alle prese con la povertà, le ingiustizie, e il clientelismo, la vanità, il pregiudizio, l'ingordigia e la sete di potere.
Alle ore 15,00 tutto è rientrato nella normalità e i volontari sono potuti ritornare dove sono stati ospitati e cioè al I° Circolo Didattico "Michele Melchionda, dove hanno pranzato», ha quindi concluso il presidente provinciale e responsabile legale del Nucleo delle GPGV IVEA, prof. Francesco Martiradonna