Associazioni
Fortunato (Centro Zenith):«Ed il volontariato che cosa dovrebbe fare?»
Una riflessione sulle funzioni del volontariato e sulle responsabilità delle istituzioni nei confronti delle persone “specialmente” abili
Andria - mercoledì 22 luglio 2020
11.08
«Da più parti e sempre con maggiore insistenza si chiede al volontariato e di conseguenza ai volontari di "scendere in campo mettendoci la faccia".
Riflettendo su questa abituale espressione, sento il dovere di precisare alcune cose».
A rappresentare questa riflessione è il prof. Antonello Fortunato, responsabile del centro Zenith di Andria.
«Il volontariato ha una funzione di anticipazione delle risposte ai bisogni emergenti, perché è immediatamente a contatto con persone e problemi che ancora non hanno avuto risposte istituzionali. Siccome ha forti motivazioni che lo sostengono, ha una funzione di "supplemento d'anima", di integrazione di valori, di stimolo sulle istituzioni. Ma non deve fornire alibi che deresponsabilizzano le istituzioni.
Educare le coscienze a questo impegno, attraverso tutte le istituzioni e la vita della società, promuoverne la cultura anche con segni di testimonianza concreta, stimolare le istituzioni ad assolvere i loro doveri. Questa è la genuina azione politica: la "politica" di chi non fa politica.
Dunque si può amare la città in tanti modi. Ognuno porterà il suo personalissimo contributo fatto di competenza e di dedizione. Ogni scelta è degna di essere vissuta, l'importante è evitare di scegliere di non scegliere».
Riflettendo su questa abituale espressione, sento il dovere di precisare alcune cose».
A rappresentare questa riflessione è il prof. Antonello Fortunato, responsabile del centro Zenith di Andria.
«Il volontariato ha una funzione di anticipazione delle risposte ai bisogni emergenti, perché è immediatamente a contatto con persone e problemi che ancora non hanno avuto risposte istituzionali. Siccome ha forti motivazioni che lo sostengono, ha una funzione di "supplemento d'anima", di integrazione di valori, di stimolo sulle istituzioni. Ma non deve fornire alibi che deresponsabilizzano le istituzioni.
Educare le coscienze a questo impegno, attraverso tutte le istituzioni e la vita della società, promuoverne la cultura anche con segni di testimonianza concreta, stimolare le istituzioni ad assolvere i loro doveri. Questa è la genuina azione politica: la "politica" di chi non fa politica.
Dunque si può amare la città in tanti modi. Ognuno porterà il suo personalissimo contributo fatto di competenza e di dedizione. Ogni scelta è degna di essere vissuta, l'importante è evitare di scegliere di non scegliere».