Enti locali
Fondazione Bonomo, primi risultati nella Florovivaistica
Il 30 giugno la scadenza dei 4 progetti, Mennea: «Ora un Centro regionale»
Andria - mercoledì 10 giugno 2015
11.30
Nuovo packaging all'avanguardia, nuove piante ornamentali, nuove modalità di recupero dei fiori da smaltire. Sono questi i tre assi sui quali si è mossa la ricerca all'interno di uno dei quattro progetti in fase di realizzazione da parte della Fondazione Bonomo nata sulle ceneri dello storico Centro di Ricerca con sede nei pressi di Castel del Monte. Ieri un convegno proprio per presentare i primi risultati ottenuti nel filone della florovivaistica, un settore particolarmente colpito dalla crisi in Puglia e che cerca con grande attenzione di recuperare redditività e competitività. Il convegno, svolto all'interno dell'auditorium dell'Istituto Tecnico Agrario "Umberto I" di Andria è stato un momento anche per parlare di futuro del Centro Ricerche, che il 30 giugno chiuderà nuovamente i battenti a meno che non vi siano nuovi investimenti da parte degli enti pubblici o privati per finanziare la ricerca.
«Obiettivo principale di questo progetto è stato quello di incentivare la redditività del settore florovivaistico - ci dice Francesca De Cillis, ricercatrice referente progetto florovivaismo - settore che come altri ha subito un pesante stop dovuto alla crisi. Noi abbiamo lavorato sull'incremento della competitività migliorando l'offerta sul mercato con più e diverse piante ornamentali, con la riduzione dei costi attraverso lo studio di una materia prima ricavata dagli scarti di produzioni che è ancora assolutamente utilizzabile sopratutto per quel che riguarda i fiori recisi, con il miglioramento della presentazione dei prodotti attraverso lo studio di nuovi packaging, riducendo così anche le perdite dei prodotti. In questo modo, con questo studio particolare, permettiamo ai nostri agricoltori e florovivaisti di migliorare l'offerta ed incrementare il tempo di durata dei prodotti». Un gran lavoro di partnership svolto con tre aziende del territorio pugliese tra cui anche un'azienda della BAT in particolare di San Ferdinando di Puglia: «I partner privati sono stati coloro i quali hanno proprio fatto le richieste per il miglioramento della competitività - ha detto Francesca De Cillis - e lo studio è stato improntato sulle loro necessità. Si è creato di fatto un'ascolto reciproco sulle loro necessità primarie e su quello che potevamo offrire noi come ricerca».
Ma come ampiamente spiegato, ora al mondo della politica locale e regionale spetterà la ricerca di una soluzione per evitare che la Fondazione Bonomo termini la sua attività il 30 giugno prossimo al termine di questi primi progetti: «Questa era la prima fase di recupero del Centro Bonomo a cui ha partecipato attivamente la Regione Puglia - ha detto il rieletto Consigliere Regionale per il PD, Ruggiero Mennea - la presentazione di questi primi risultati di grande rilevanza scientifica ci permette di immaginare proprio da qui la ripartenza, come ho più volte ribadito, per trasformare il Centro Ricerca Bonomo in un grande Centro ricerca regionale. E' necessario per la nostra agricoltura e sarà un punto prioritario della nuova giunta Emiliano». La preoccupazione tra i dipendenti, tuttavia, resta a livelli massimi: «Esprimo la massima vicinanza ai lavoratori - ha detto Mennea - e su questo io cercherò di assicurare che ci sia una prospettiva. Intervenire subito capendo naturalmente anche il momento in cui ci troviamo. Finchè non ci sarà il Governo regionale non si potrà agire, ma l'impegno sarà massimo».
«Obiettivo principale di questo progetto è stato quello di incentivare la redditività del settore florovivaistico - ci dice Francesca De Cillis, ricercatrice referente progetto florovivaismo - settore che come altri ha subito un pesante stop dovuto alla crisi. Noi abbiamo lavorato sull'incremento della competitività migliorando l'offerta sul mercato con più e diverse piante ornamentali, con la riduzione dei costi attraverso lo studio di una materia prima ricavata dagli scarti di produzioni che è ancora assolutamente utilizzabile sopratutto per quel che riguarda i fiori recisi, con il miglioramento della presentazione dei prodotti attraverso lo studio di nuovi packaging, riducendo così anche le perdite dei prodotti. In questo modo, con questo studio particolare, permettiamo ai nostri agricoltori e florovivaisti di migliorare l'offerta ed incrementare il tempo di durata dei prodotti». Un gran lavoro di partnership svolto con tre aziende del territorio pugliese tra cui anche un'azienda della BAT in particolare di San Ferdinando di Puglia: «I partner privati sono stati coloro i quali hanno proprio fatto le richieste per il miglioramento della competitività - ha detto Francesca De Cillis - e lo studio è stato improntato sulle loro necessità. Si è creato di fatto un'ascolto reciproco sulle loro necessità primarie e su quello che potevamo offrire noi come ricerca».
Ma come ampiamente spiegato, ora al mondo della politica locale e regionale spetterà la ricerca di una soluzione per evitare che la Fondazione Bonomo termini la sua attività il 30 giugno prossimo al termine di questi primi progetti: «Questa era la prima fase di recupero del Centro Bonomo a cui ha partecipato attivamente la Regione Puglia - ha detto il rieletto Consigliere Regionale per il PD, Ruggiero Mennea - la presentazione di questi primi risultati di grande rilevanza scientifica ci permette di immaginare proprio da qui la ripartenza, come ho più volte ribadito, per trasformare il Centro Ricerca Bonomo in un grande Centro ricerca regionale. E' necessario per la nostra agricoltura e sarà un punto prioritario della nuova giunta Emiliano». La preoccupazione tra i dipendenti, tuttavia, resta a livelli massimi: «Esprimo la massima vicinanza ai lavoratori - ha detto Mennea - e su questo io cercherò di assicurare che ci sia una prospettiva. Intervenire subito capendo naturalmente anche il momento in cui ci troviamo. Finchè non ci sarà il Governo regionale non si potrà agire, ma l'impegno sarà massimo».