Territorio
Fondazione Bonomo: la speranza si chiama Parco dell’Alta Murgia
Si guarda con entusiasmo all’iniziativa di rilancio dell'attività di ricerca
Andria - giovedì 10 agosto 2017
13.30
Il gruppo degli ex dipendenti dell'organismo di ricerca in agricoltura guarda con rinnovato entusiasmo all'iniziativa di recupero di alcuni immobili e del rilancio dell'attività avanzata dal vice presidente e dal direttore dell'Ente, Cesareo Troia e Fabio Modesti.
Dopo il 30 giugno 2015, data di chiusura dei progetti affidati alla Fondazione, i nostri appelli, le nostre richieste di aiuto, il nostro grido disperato sono stati dapprima oggetto di effimere promesse di impegno e poi sono finiti nell'oblio.
Perse le tracce dell'ordine del giorno fatto approvare in una delle primissime riunioni del Consiglio Regionale appena eletto, nell'estate del 2015, si sono volatilizzati pure i consiglieri regionali espressi dal territorio della Sesta Provincia e noi – che avevamo riposto in loro tutta la nostra residua fiducia – siamo rimasti completamente soli.
L'iniziativa del Parco dell'Alta Murgia squarcia in maniera decisamente rumorosa la pesante cappa di silenzio che volutamente è stata fatta calare sulla sorte della Fondazione Bonomo, del Centro Ricerche di Castel del Monte e dei professionisti che vi hanno lavorato sia nei decenni in cui la struttura era di proprietà della Provincia di Bari e sia nei mesi in cui la Provincia Barletta-Andria-Trani ne ha deciso la rinascita attraverso l'istituzione della Fondazione.
Eravamo e restiamo convinti che ci sia ancora spazio per restituire il Centro Ricerche di Castel del Monte ai fasti e al prestigio di un tempo, ma l'inquietante indifferenza della politica ci fa sospettare che, in realtà, qualcosa d'altro si stia muovendo sottotraccia e che ben altri interessi – certamente più "remunerativi" e gratificanti – siano oggetto delle attenzioni di quanti, rispetto alle sollecitazioni degli ex dipendenti, non hanno voluto far seguire i fatti alle parole.
Il Parco, dunque, ha riacceso i riflettori sul Centro Ricerche, con un progetto di ampio respiro che – a nostro parere – coniuga con saggezza la ricerca scientifica con la valorizzazione delle risorse naturalistiche e ambientali della Murgia, e noi intendiamo metterci completamente a disposizione dell'Ente: lo abbiamo comunicato nell'incontro con il vice presidente Troia e il direttore Modesti e lo ribadiamo con forza e convinzione anche attraverso gli organi di stampa.
Auspichiamo la stessa disponibilità da parte di tutte le istituzioni pubbliche che, a vario titolo, possono essere coinvolte e diventare coprotagoniste della rinascita di una struttura che per decenni è stata universalmente riconosciuta tra le eccellenze della Puglia.
Dopo il 30 giugno 2015, data di chiusura dei progetti affidati alla Fondazione, i nostri appelli, le nostre richieste di aiuto, il nostro grido disperato sono stati dapprima oggetto di effimere promesse di impegno e poi sono finiti nell'oblio.
Perse le tracce dell'ordine del giorno fatto approvare in una delle primissime riunioni del Consiglio Regionale appena eletto, nell'estate del 2015, si sono volatilizzati pure i consiglieri regionali espressi dal territorio della Sesta Provincia e noi – che avevamo riposto in loro tutta la nostra residua fiducia – siamo rimasti completamente soli.
L'iniziativa del Parco dell'Alta Murgia squarcia in maniera decisamente rumorosa la pesante cappa di silenzio che volutamente è stata fatta calare sulla sorte della Fondazione Bonomo, del Centro Ricerche di Castel del Monte e dei professionisti che vi hanno lavorato sia nei decenni in cui la struttura era di proprietà della Provincia di Bari e sia nei mesi in cui la Provincia Barletta-Andria-Trani ne ha deciso la rinascita attraverso l'istituzione della Fondazione.
Eravamo e restiamo convinti che ci sia ancora spazio per restituire il Centro Ricerche di Castel del Monte ai fasti e al prestigio di un tempo, ma l'inquietante indifferenza della politica ci fa sospettare che, in realtà, qualcosa d'altro si stia muovendo sottotraccia e che ben altri interessi – certamente più "remunerativi" e gratificanti – siano oggetto delle attenzioni di quanti, rispetto alle sollecitazioni degli ex dipendenti, non hanno voluto far seguire i fatti alle parole.
Il Parco, dunque, ha riacceso i riflettori sul Centro Ricerche, con un progetto di ampio respiro che – a nostro parere – coniuga con saggezza la ricerca scientifica con la valorizzazione delle risorse naturalistiche e ambientali della Murgia, e noi intendiamo metterci completamente a disposizione dell'Ente: lo abbiamo comunicato nell'incontro con il vice presidente Troia e il direttore Modesti e lo ribadiamo con forza e convinzione anche attraverso gli organi di stampa.
Auspichiamo la stessa disponibilità da parte di tutte le istituzioni pubbliche che, a vario titolo, possono essere coinvolte e diventare coprotagoniste della rinascita di una struttura che per decenni è stata universalmente riconosciuta tra le eccellenze della Puglia.