Attualità
Festival della legalità parla della giustizia riparativa ad Andria
Con la partecipazione del prof. Losappio, del magistrato Sinisi, del Presidente nazionale ACLI, Manfredonia
Andria - venerdì 2 dicembre 2022
6.52
Si susseguono gli appuntamenti della seconda edizione del Festival della Legalità in corso ad Andria. Questa volta l'appuntamento si è svolto, martedì 29 novembre, nella gremita aula del Consiglio Comunale. Al centro del dibattito la "Giustizia riparativa" con la partecipazione del Magistrato Giannicola Sinisi, e del Presidente nazionale ACLI, dott. Emiliano Manfredonia. A moderare l'incontro l'avv. Giuseppe Losappio, Professore ordinario di diritto penale presso l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro". Un tema caldo, sempre più attenzionato dal territorio tanto da meritare un approfondimento per poter meglio comprendere l'importanza e la strada da seguire.
«La giustizia riparativa significa fare un passo avanti rispetto alla concezione retributiva della pena, verso una società riconciliata tra vittime e autori del reato. Significa non trascurare il fatto che oltre al reato ci sono anche persone che hanno sofferto» dichiara il magistrato Giannicola Sinisi «Si deve fare giustizia riparativa, perché accontentarsi semplicemente di punire, è come una famiglia che si accontenta di picchiare i bambini evitando di educarli. È chiaro che non è un metodo educativo e né un sistema che può mettere in sicurezza la società. È chiaro che bisogna fare qualcosa di più»
E Andria, in maniera profetica, così come racconta il magistrato Giannicola Sinisi, già Sindaco di Andria e sottosegretario all'Interno, la giustizia riparativa è arrivata prima della legge dello Stato, grazie al progetto "Senza Sbarre". Un progetto nato nel 2018 prima ad opera del Vescovo Monsignor Luigi Mansi e poi grazie all'impegno di sacerdoti di "frontiera", quali Don Riccardo Agresti e Don Vincenzo Giannelli.
«Il progetto senza sbarre accoglie detenuti ed ex detenuti cercando di toglierli dalla cultura del carcere di rompere le gerarchie i sistemi che vivono all'interno del carcere, diseducarli alla violenza e insegnarli non solo che c'è una società che li attende, quindi togliendo lo stigma, ma in quella società possono fare ancora molto di buono» spiega il magistrato Giannicola Sinisi.
Tra gli interventi anche il Presidente Nazionale Acli, dott Emiliano Manfredonia che conclude «Abbiamo fatto una ricerca in questi mesi, chiamata "Al di là dei muri" è una ricerca sul volontariato e Terzo settore all'interno delle carceri. Ci siamo accorti con grande stupore che non c'è una statistica tenuta dai distretti carcerari e quindi abbiamo dovuto raccogliere tutti questi dati. Ci sono un po' di brutte sorprese: quello che dovrebbe essere un ambito rieducativo non viene assolutamente applicato e la ricerca parte anche dai dati pre covi e post covid. Quindi vediamo come questa attività di rieducazione che passa dalla formazione professionale, dal lavoro, alla cultura dello sport, questo dice la legge 354 ha subito davvero dei tagli importanti»
«La giustizia riparativa significa fare un passo avanti rispetto alla concezione retributiva della pena, verso una società riconciliata tra vittime e autori del reato. Significa non trascurare il fatto che oltre al reato ci sono anche persone che hanno sofferto» dichiara il magistrato Giannicola Sinisi «Si deve fare giustizia riparativa, perché accontentarsi semplicemente di punire, è come una famiglia che si accontenta di picchiare i bambini evitando di educarli. È chiaro che non è un metodo educativo e né un sistema che può mettere in sicurezza la società. È chiaro che bisogna fare qualcosa di più»
E Andria, in maniera profetica, così come racconta il magistrato Giannicola Sinisi, già Sindaco di Andria e sottosegretario all'Interno, la giustizia riparativa è arrivata prima della legge dello Stato, grazie al progetto "Senza Sbarre". Un progetto nato nel 2018 prima ad opera del Vescovo Monsignor Luigi Mansi e poi grazie all'impegno di sacerdoti di "frontiera", quali Don Riccardo Agresti e Don Vincenzo Giannelli.
«Il progetto senza sbarre accoglie detenuti ed ex detenuti cercando di toglierli dalla cultura del carcere di rompere le gerarchie i sistemi che vivono all'interno del carcere, diseducarli alla violenza e insegnarli non solo che c'è una società che li attende, quindi togliendo lo stigma, ma in quella società possono fare ancora molto di buono» spiega il magistrato Giannicola Sinisi.
Tra gli interventi anche il Presidente Nazionale Acli, dott Emiliano Manfredonia che conclude «Abbiamo fatto una ricerca in questi mesi, chiamata "Al di là dei muri" è una ricerca sul volontariato e Terzo settore all'interno delle carceri. Ci siamo accorti con grande stupore che non c'è una statistica tenuta dai distretti carcerari e quindi abbiamo dovuto raccogliere tutti questi dati. Ci sono un po' di brutte sorprese: quello che dovrebbe essere un ambito rieducativo non viene assolutamente applicato e la ricerca parte anche dai dati pre covi e post covid. Quindi vediamo come questa attività di rieducazione che passa dalla formazione professionale, dal lavoro, alla cultura dello sport, questo dice la legge 354 ha subito davvero dei tagli importanti»