Eventi e cultura
Festival della disperazione ad Andria, ecco il programma
Dal 20 al 27 luglio gli artisti declineranno tra serietà ed ironia il tema
Andria - lunedì 18 luglio 2022
8.05
È partito il conto alla rovescia che porterà tra pochi giorni alla sesta edizione del Festival della Disperazione, in programma dal 20 al 27 luglio, la rassegna letteraria che da anni imperversa nella cittàdi Andria portando in scena, con forme e linguaggi diversi, le voci più interessanti del panorama letterario e dello spettacolo. Anche quest'anno, negli otto giorni di programmazione, gli ospiti selezionati saranno chiamati a raccontare il proprio sguardo sul tema portante del Festival con declinazioni multiformi e, come sempre, sia serie che ironiche.
Sarà il lato comico della disperazione, infatti, uno degli assi portanti dell'edizione di quest'anno: da Beatrice Schiros a Daniele Parisi, Da Gioia Salvatori a Ivan Talarico una vasta scelta per chi cerca una conferma a quanto sosteneva il poeta Raffaello Baldini: "Ma in fondo chi l'ha detto che dalla disperazione si può solo piangere?"
Ancora: se tutto va male e si è in cerca di un miracolo ma non si sa a quale santo, o politico, votarsi il consiglio è di esplorare il volto umano e divino della disperazione a partire da Onorevoli resti di Mauro Orletti, un tentativo di divagare fra magagne e miracoli, martiri e miracolati del nostro paese, fornendo uno spunto utile a chi voglia ancora votarsi a qualche santo (o politico). Se invece si preferisce mettersi in proprio, meglio optare per la satira di Antonio Losito che con il suo Come diventare un tiranno fornirà un rapido prontuario per aspiranti dittatori. Giuseppe Civati detto Pippo invece proverà a raccontare il fenomeno dei complottismi: la passione, la sensazione di far parte di una comunità, la missione da compiere, un progetto "grande" che coinvolga le persone, il ristabilimento di una condizione di giustizia e la speranza di poter stare meglio. Non ci sono più "miti" e, se ci sono, sono soltanto negativi.
Sulle note della disperazione si muoveranno invece Luca Barbarossa, Andrea Mirò e Luca De Gennaro accompagnandoci in un viaggio nel passato che non farà che aumentare i nostri impianti e la nostalgia.
Ma allora, se tutto è così complicato, meglio prenderla con filosofia! Maura Gancitano e Andrea Colamedici del progetto di filosofia Tlon, Alessandro Paolucci, meglio noto sui social network con l'umile pseudonimo Dio, Ilaria Gaspari e Guido Vitiello saranno guide d'eccezione sui sentieri filosofici. Tra una lezione di meraviglia e un'immersione nella nostalgia e nella malinconia, con un curioso viaggio nella filosofia attraverso le sostanze consumate dai suoi più eminenti protagonisti, ci aiuteranno a guardare la disperazione da angolature sempre diverse.
La sesta edizione del Festival della Disperazione continua, dunque, la propria ricerca attorno al tema della disperazione, tra letteratura e realtà, ospitando narratori e poeti di fama nazionale, le voci più interessanti delle letterature emergenti, e ancora saggisti, musicisti, artisti, scienziati, secondo un'accezione ampia e curiosa della letteratura, che non si nega alla conoscenza di territori e linguaggi lontani dai canoni tradizionali.
Un'edizione che si pregia anche della presenza di ben due vincitrici di importanti premi letterari, il Premio Campiello Opera Prima, il Premio Italo Calvino e il Premio Alessandro Leogrande, ossia Francesca Valente, a cui è affidata l'apertura del Festival e Stefania Maurizi, giornalista di Wikileaks che racconterà la vicenda di Julian Assange.
"Che fatica sopravvivere" è la linea tematica scelta per la sesta edizione del Festival della Disperazione. Prima la pandemia, i teatri chiusi, lo slalom tra i colori, poi il caro bollette, poi la guerra, poi il caro benzina, poi il precariato (che c'era pure prima), poi mancano i soldi per tutto, compresi i finanziamenti per gli appuntamenti culturali (ma quelli mancavano pure prima), poi manca il lavoro, poi mancano i lavoratori, poi mancano le opportunità, poi cresce il debito pubblico, poi aumentano le tasse, poi aumenta l'inflazione, poi costa tutto di più ma gli stipendi restano sempre gli stessi, poi non si capiscono i quesiti del referendum, poi non si può votare su eutanasia e cannabis, poi andrà tutto bene, poi non è andato tutto bene, poi il pnrr, poi le truffe con il bonus 110%, poi ti amo, poi ho bisogno di pensarci, poi poi poi, poi si potrebbe continuare ancora e ancora: che fatica sopravvivere!
Un'edizione organizzata contro tutte le avversità che punta a far crescere le occasioni di incontro, di confronto e di dibattito pur dovendo convivere con gli innegabili, evidenti e sempre più consistenti problemi organizzativi dovuti alla povertà incipiente in cui versa il Festival che, come di consueto, la prende con filosofia. Un Festival che, tautologicamente, resiste nella sua disperazione e che nella stessa stessa trova la forza di andare avanti. La Disperazione, infatti, si conferma, una volta in più, una molla incredibile, dotata di una forza generativa difficile da definire.
Il programma completo è consultabile su www.festivaldelladisperazione.it
Sarà il lato comico della disperazione, infatti, uno degli assi portanti dell'edizione di quest'anno: da Beatrice Schiros a Daniele Parisi, Da Gioia Salvatori a Ivan Talarico una vasta scelta per chi cerca una conferma a quanto sosteneva il poeta Raffaello Baldini: "Ma in fondo chi l'ha detto che dalla disperazione si può solo piangere?"
Ancora: se tutto va male e si è in cerca di un miracolo ma non si sa a quale santo, o politico, votarsi il consiglio è di esplorare il volto umano e divino della disperazione a partire da Onorevoli resti di Mauro Orletti, un tentativo di divagare fra magagne e miracoli, martiri e miracolati del nostro paese, fornendo uno spunto utile a chi voglia ancora votarsi a qualche santo (o politico). Se invece si preferisce mettersi in proprio, meglio optare per la satira di Antonio Losito che con il suo Come diventare un tiranno fornirà un rapido prontuario per aspiranti dittatori. Giuseppe Civati detto Pippo invece proverà a raccontare il fenomeno dei complottismi: la passione, la sensazione di far parte di una comunità, la missione da compiere, un progetto "grande" che coinvolga le persone, il ristabilimento di una condizione di giustizia e la speranza di poter stare meglio. Non ci sono più "miti" e, se ci sono, sono soltanto negativi.
Sulle note della disperazione si muoveranno invece Luca Barbarossa, Andrea Mirò e Luca De Gennaro accompagnandoci in un viaggio nel passato che non farà che aumentare i nostri impianti e la nostalgia.
Ma allora, se tutto è così complicato, meglio prenderla con filosofia! Maura Gancitano e Andrea Colamedici del progetto di filosofia Tlon, Alessandro Paolucci, meglio noto sui social network con l'umile pseudonimo Dio, Ilaria Gaspari e Guido Vitiello saranno guide d'eccezione sui sentieri filosofici. Tra una lezione di meraviglia e un'immersione nella nostalgia e nella malinconia, con un curioso viaggio nella filosofia attraverso le sostanze consumate dai suoi più eminenti protagonisti, ci aiuteranno a guardare la disperazione da angolature sempre diverse.
La sesta edizione del Festival della Disperazione continua, dunque, la propria ricerca attorno al tema della disperazione, tra letteratura e realtà, ospitando narratori e poeti di fama nazionale, le voci più interessanti delle letterature emergenti, e ancora saggisti, musicisti, artisti, scienziati, secondo un'accezione ampia e curiosa della letteratura, che non si nega alla conoscenza di territori e linguaggi lontani dai canoni tradizionali.
Un'edizione che si pregia anche della presenza di ben due vincitrici di importanti premi letterari, il Premio Campiello Opera Prima, il Premio Italo Calvino e il Premio Alessandro Leogrande, ossia Francesca Valente, a cui è affidata l'apertura del Festival e Stefania Maurizi, giornalista di Wikileaks che racconterà la vicenda di Julian Assange.
"Che fatica sopravvivere" è la linea tematica scelta per la sesta edizione del Festival della Disperazione. Prima la pandemia, i teatri chiusi, lo slalom tra i colori, poi il caro bollette, poi la guerra, poi il caro benzina, poi il precariato (che c'era pure prima), poi mancano i soldi per tutto, compresi i finanziamenti per gli appuntamenti culturali (ma quelli mancavano pure prima), poi manca il lavoro, poi mancano i lavoratori, poi mancano le opportunità, poi cresce il debito pubblico, poi aumentano le tasse, poi aumenta l'inflazione, poi costa tutto di più ma gli stipendi restano sempre gli stessi, poi non si capiscono i quesiti del referendum, poi non si può votare su eutanasia e cannabis, poi andrà tutto bene, poi non è andato tutto bene, poi il pnrr, poi le truffe con il bonus 110%, poi ti amo, poi ho bisogno di pensarci, poi poi poi, poi si potrebbe continuare ancora e ancora: che fatica sopravvivere!
Un'edizione organizzata contro tutte le avversità che punta a far crescere le occasioni di incontro, di confronto e di dibattito pur dovendo convivere con gli innegabili, evidenti e sempre più consistenti problemi organizzativi dovuti alla povertà incipiente in cui versa il Festival che, come di consueto, la prende con filosofia. Un Festival che, tautologicamente, resiste nella sua disperazione e che nella stessa stessa trova la forza di andare avanti. La Disperazione, infatti, si conferma, una volta in più, una molla incredibile, dotata di una forza generativa difficile da definire.
Il programma completo è consultabile su www.festivaldelladisperazione.it