Eventi e cultura
Festival Castel dei Mondi: applausi per il musical civile Magazzino 18
Ieri sera in Piazza Duomo, Cristicchi: «Una voce viva aldilà delle ideologie»
Andria - venerdì 22 agosto 2014
10.22
«E' una voce viva aldilà delle ideologie»: così ha definito il suo spettacolo, Magazzino 18, l'artista romano Simone Cristicchi. Ieri sera il sold out in Piazza Duomo per un assaggio del Festival Castel dei Mondi, nel pomeriggio l'incontro con giornalisti e Forum Città di Giovani della Città di Andria nell'Officina San Domenico. «Non esiste colore politico nel ricordo. Il nostro è stato ottimamente definito come musical civile, poichè unisce il teatro della memoria al grande pubblico, la musica alla storia. Questa pagina storica dell'Italia è rimasta dimenticata e sconosciuta per decenni. Ora, anche grazie a questo spettacolo, c'è una rivisitazione, c'è una nuova consapevolezza. I problemi vanno affrontati non taciuti e nascosti sotto il tappeto».
E' l'Archivista Persichetti, uomo qualunque che in tanti definiscono l'italiano medio, a giungere a Trieste assolutamente ignaro di quanto fosse accaduto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Per lui una lunga catarsi interna, partita semplicemente per catalogare e riordinare gli oggetti contenuti all'interno del Magazzino 18 a Trieste. E' qui che le storie si intrecciano e Persichetti vive il dramma interiore di chi deve catalogare armadi, materassi, letti, stoviglie, fotografie, giocattoli ed altri oggetti, altri numeri ed altri nomi, sino a ricostruire tante vite e diverse storie. Con il trattato di pace del 1947, infatti, l'Italia perdette vasti territori dell'Istria e della fascia costiera, e quasi 350 mila persone scelsero di lasciare le loro terre natali destinate ad essere jugoslave e proseguire la loro esistenza in Italia. «La sconfitta dell'Italia in guerra è stata pagata essenzialmente da questi cittadini dimenticati - ha proseguito Cristicchi - io vengo da sinistra ma non capisco come un capitolo così doloroso della nostra storia possa esser sottaciuto e privo della giusta rilevanza».
Ad Ottobre la prima settimana di repliche a Trieste con tanto timore: «Ho capito quanto fosse delicato il tema che iniziavamo ad affrontare proprio quando abbiamo iniziato a Trieste - continua Cristicchi - è un nodo scoperto in quei territori mentre è un capitolo sconosciuto nel resto dell'Italia. Mentre ero negli spogliatoi mi chiama un mio collaboratore e mi dice che lo spettacolo sarebbe stato "scortato" dalla Polizia perché c'era molta tensione all'esterno». La standing ovation finale con moltissima gente assiepata ai bordi delle transenne di Piazza Duomo, per le tematiche, per l'interpretazione ma anche per le musiche inedite e tutte scritte per l'occasione: «Non so ancora esattamente cosa voglio fare da grande - dice ancora Cristicchi - so che la musica è la mia passione più grande ma mi sono ritrovato catapultato nel mondo del teatro che mi affascina e che da autodidatta mi sta regalando emozioni uniche ed indescrivibili. Tutto è stato studiato per questo spettacolo in modo nuovo ed originale, comprese le musiche».
Gli eccidi delle foibe, l'esodo istriano, giuliano e dalmata del dopoguerra, una pagina di storia che torna prepotentemente alla ribalta, una pagina di storia che si è chiusa in un cassetto ma che rivive con il teatro e la musica, una pagina di storia che il Magazzino 18 di Trieste conserva immutato e fermo nel dramma di centinaia di migliaia di italiani. «Abbiamo scelto di avviare diversi percorsi del ricordo già da tempo ad Andria - ha detto l'Assessore alla Cultura del Comune di Andria, Antonio Nespoli - siamo stati in Istria, abbiamo ricordato l'esodo e le foibe, abbiamo parlato di campi di concentramento. Il ricordo è qualcosa che serve al nostro presente ed al nostro domani, non si possono omettere passaggi così delicati ed importanti».
E' l'Archivista Persichetti, uomo qualunque che in tanti definiscono l'italiano medio, a giungere a Trieste assolutamente ignaro di quanto fosse accaduto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Per lui una lunga catarsi interna, partita semplicemente per catalogare e riordinare gli oggetti contenuti all'interno del Magazzino 18 a Trieste. E' qui che le storie si intrecciano e Persichetti vive il dramma interiore di chi deve catalogare armadi, materassi, letti, stoviglie, fotografie, giocattoli ed altri oggetti, altri numeri ed altri nomi, sino a ricostruire tante vite e diverse storie. Con il trattato di pace del 1947, infatti, l'Italia perdette vasti territori dell'Istria e della fascia costiera, e quasi 350 mila persone scelsero di lasciare le loro terre natali destinate ad essere jugoslave e proseguire la loro esistenza in Italia. «La sconfitta dell'Italia in guerra è stata pagata essenzialmente da questi cittadini dimenticati - ha proseguito Cristicchi - io vengo da sinistra ma non capisco come un capitolo così doloroso della nostra storia possa esser sottaciuto e privo della giusta rilevanza».
Ad Ottobre la prima settimana di repliche a Trieste con tanto timore: «Ho capito quanto fosse delicato il tema che iniziavamo ad affrontare proprio quando abbiamo iniziato a Trieste - continua Cristicchi - è un nodo scoperto in quei territori mentre è un capitolo sconosciuto nel resto dell'Italia. Mentre ero negli spogliatoi mi chiama un mio collaboratore e mi dice che lo spettacolo sarebbe stato "scortato" dalla Polizia perché c'era molta tensione all'esterno». La standing ovation finale con moltissima gente assiepata ai bordi delle transenne di Piazza Duomo, per le tematiche, per l'interpretazione ma anche per le musiche inedite e tutte scritte per l'occasione: «Non so ancora esattamente cosa voglio fare da grande - dice ancora Cristicchi - so che la musica è la mia passione più grande ma mi sono ritrovato catapultato nel mondo del teatro che mi affascina e che da autodidatta mi sta regalando emozioni uniche ed indescrivibili. Tutto è stato studiato per questo spettacolo in modo nuovo ed originale, comprese le musiche».
Gli eccidi delle foibe, l'esodo istriano, giuliano e dalmata del dopoguerra, una pagina di storia che torna prepotentemente alla ribalta, una pagina di storia che si è chiusa in un cassetto ma che rivive con il teatro e la musica, una pagina di storia che il Magazzino 18 di Trieste conserva immutato e fermo nel dramma di centinaia di migliaia di italiani. «Abbiamo scelto di avviare diversi percorsi del ricordo già da tempo ad Andria - ha detto l'Assessore alla Cultura del Comune di Andria, Antonio Nespoli - siamo stati in Istria, abbiamo ricordato l'esodo e le foibe, abbiamo parlato di campi di concentramento. Il ricordo è qualcosa che serve al nostro presente ed al nostro domani, non si possono omettere passaggi così delicati ed importanti».