Vita di città
Festa patronale, per l'associazione "Io ci sono" non è tempo di divertimento
Anche il vescovo Renna propone: «Ai terremotati la somma destinata ai fuochi d'artificio»
Andria - domenica 28 agosto 2016
1.32
Immediatamente dopo la pubblicazione e la divulgazione della proposta dell'associazione di volontariato "Io ci sono!" di Andria, giunge in rete la notizia che annuncia l'iniziativa del vescovo andriese don Luigi il quale, per la festa di "Ripalta" a Cerignola, propone agli organizzatori di devolvere alle popolazioni colpite dal terremoto la somma destinata ai fuochi d'artificio previsti per la festa di settembre. Si tratta di seimila euro. Un'iniziativa sovrapponibile esattamente a quella proposta dell'associazione andriese che è anche andata oltre aggiungendo a tali somme anche quelle previste per il concertone del lunedì di San Riccardo in largo Appiani e in questo caso la somma potrebbe lievitare notevolmente posto che, ad esempio, per tale concerto questa amministrazione è arrivata persino a spendere oltre centomila euro.
«Don Luigi, dunque, - scrivono i membri dell'associazione "Io ci sono" - sensibile al dramma del centro Italia ed esempio di concretezza e lungimiranza. Una rivoluzione cultuale che potrebbe seriamente segnare anche il futuro di quelle che un tempo erano dei veri e propri eventi culturali, come le feste patronali poi ridotte a fiere di quartiere e di vendita di stracci da parte di chi non ha saputo né valorizzare, né preservare, né custodire né tantomeno riqualificare, nonostante le tantissime proposte civiche buttate nei cassetti di qualche ufficio comunale».
Il gesto di don Luigi ha accolto grande consenso anche da parte della politica locale di quel territorio in un momento dolorosissimo per le popolazioni colpite dal sisma e per l'intera nazione, esattamente come proposto per la città di Andria (soppressione dei fuochi e dello spettacolo di lunedì in Largo Appiani e non altro come strumentalmente gli agitatori di piazza avrebbero voluto far credere). «Il resto del programma, religioso e ricreativo, resterebbe immutato, salvo diverso orientamento politico ed organizzativo a noi estraneo», aggiungono dall'associazione di volontariato.
L'iniziativa di "Io ci sono" e quella analoga di monsignor Luigi Renna rispecchiano anche quanto sta accadendo in tutt'Italia laddove, di fronte alle tragedia, si sta privilegiando aspetti religiosi rispetto a quelli spettacolari. E' stato detto: "Ad Andria non c'è nulla da festeggiare", facendo anche riferimento alle 23 vittime della strage dimenticata dei treni del 12 luglio e proprio a tal proposito quanto mai apprezzata è stata l'iniziativa, sempre di "Io Ci Sono", di una grandiosa veglia di preghiera e di riflessioni per la sera di lunedì 19 settembre proprio in Largo Appiani dove qualcuno vorrebbe continuare a saltellare e raccontare barzellette.
«Don Luigi, dunque, - scrivono i membri dell'associazione "Io ci sono" - sensibile al dramma del centro Italia ed esempio di concretezza e lungimiranza. Una rivoluzione cultuale che potrebbe seriamente segnare anche il futuro di quelle che un tempo erano dei veri e propri eventi culturali, come le feste patronali poi ridotte a fiere di quartiere e di vendita di stracci da parte di chi non ha saputo né valorizzare, né preservare, né custodire né tantomeno riqualificare, nonostante le tantissime proposte civiche buttate nei cassetti di qualche ufficio comunale».
Il gesto di don Luigi ha accolto grande consenso anche da parte della politica locale di quel territorio in un momento dolorosissimo per le popolazioni colpite dal sisma e per l'intera nazione, esattamente come proposto per la città di Andria (soppressione dei fuochi e dello spettacolo di lunedì in Largo Appiani e non altro come strumentalmente gli agitatori di piazza avrebbero voluto far credere). «Il resto del programma, religioso e ricreativo, resterebbe immutato, salvo diverso orientamento politico ed organizzativo a noi estraneo», aggiungono dall'associazione di volontariato.
L'iniziativa di "Io ci sono" e quella analoga di monsignor Luigi Renna rispecchiano anche quanto sta accadendo in tutt'Italia laddove, di fronte alle tragedia, si sta privilegiando aspetti religiosi rispetto a quelli spettacolari. E' stato detto: "Ad Andria non c'è nulla da festeggiare", facendo anche riferimento alle 23 vittime della strage dimenticata dei treni del 12 luglio e proprio a tal proposito quanto mai apprezzata è stata l'iniziativa, sempre di "Io Ci Sono", di una grandiosa veglia di preghiera e di riflessioni per la sera di lunedì 19 settembre proprio in Largo Appiani dove qualcuno vorrebbe continuare a saltellare e raccontare barzellette.