Vita di città
Felice Sgarra, dal dramma di L'Aquila alla stella Michelin
Giovane chef andriese, dal 2011 al timone della cucina del ristorante Umami
Andria - domenica 6 dicembre 2015
19.11
"La cucina di per sé è scienza, sta al cuoco farla diventare arte". Sono le note parole di Gualtiero Marchesi, fondatore della nuova cucina italiana e celebre ristoratore milanese, il quale ha lasciato un segno sempreverde nella storia culinaria internazionale, collezionando successi ed onorificenze in tutto il mondo. Seguendo le sue orme, attualmente sono numerosi i giovani chef italiani che trasformano le proprie cucine in fucine di opere d'arte, nelle quali le estrose e colorate combinazioni di prodotti alimentari eterogenei diventano un originale pretesto per generare bellezza. E' questo il caso dell'andriese Felice Sgarra, chef stellato del ristorante locale Umami. Diplomatosi presso l'istituto alberghiero di Roccaraso, inizia giovanissimo a lavorare in diverse località turistiche del Belpaese, collaborando con professionisti del calibro di Enrico Crippa, Niko Romito, Stefano Sparaco e Pietro Zito. «I miei maestri - ha dichiarato lo stesso Sgarra - mi hanno trasmesso il forte desiderio di stare in cucina e la soddisfazione di prendermi scrupolosamente cura dei miei ospiti. Ovviamente mi hanno anche insegnato gran parte delle tecniche di lavoro, che sto cercando di affinare, affinché la mia identità professionale possa risultare sempre più originale. Inoltre, in lunghi anni di gavetta, ho potuto imparare che dietro un grande chef si cela quasi sempre l'instancabile lavoro di un grande team, con il quale quotidianamente si condividono le soddisfazioni ed i momenti più difficili. In questo settore risulta quasi impossibile raggiungere traguardi ambiziosi in solitudine».
Il cuoco federiciano ha soli 32 anni, ma può già vantare un trascorso invidiabile. Nel 2010 è approdato alla finale del Bocuse d'Or, prestigiosa competizione culinaria, poi è risultato il vincitore del Premio Ferrarelle per la migliore ricetta di tradizione, quindi ha conquistato la sua prima stella Michelin, assegnata al ristorante Umami il 5 novembre 2013. Il nome attribuito al locale significa "saporito" e deriva da una scoperta giapponese risalente ai primi anni del '900, quando alcuni studiosi nipponici dimostrarono l'esistenza di una quinta e particolare frontiera del gusto, appunto l'umami, che si andava ad aggiungere ai tradizionali sapori dolci, salati, amari ed acidi. «A mio parere - ci confessa Felice - non esiste ricetta più umami del pane condito che mi preparava la nonna quando rientravo dai miei giochi pomeridiani. Sono stato molto felice di tornare a casa, perché in questa terra ci sono le mie radici forti, quelle che mi piace condividere con gli ospiti attraverso le nostre pietanze. In ogni piatto cerco di esaltare un ingrediente della nostra tradizione, seppur in maniera innovativa, impegnandomi a trasferire l'amore per il mio lavoro ad ogni preparazione. La stella Michelin è stata solo la ciliegina sulla torta di una programmazione eccellente e del grande impegno di una squadra strepitosa, perciò siamo felici di questo riconoscimento, ma puntiamo a migliorarci ulteriormente».
Mentre non di rado i giovani meridionali di talento sono costretti ad emigrare altrove alla ricerca di maggiore fortuna, Felice Sgarra ha avuto il coraggio di tornare e di mettersi in gioco nella propria città natale. Prima di prendere questa decisione, maturata ormai 4 anni fa, egli ha vissuto un'importante esperienza lavorativa nel ristorante Vinalia di L'Aquila, in compagnia del collega ed amico William Zonfa. Nonostante le numerose gratificazioni professionali ottenute, il soggiorno abruzzese ha segnato la vita del cuoco anche per eventi poco felici. Infatti egli ha vissuto, in prima persona, il dramma del violento terremoto che colpì la provincia aquilana nella notte del 6 aprile 2009, provocando la morte di 309 persone e la distruzione di centinaia di edifici. «Dell'Abruzzo - ci racconta lo chef andriese - conservo ancora il ricordo di una terra ostinata ma ricca di risorse, sia nel territorio che nei suoi abitanti. Lì ci sono ancora parte dei miei affetti, tante persone a cui devo molta riconoscenza per ciò che sono oggi, come amo fare nella mia vita. Dai tristi avvenimenti di quei giorni ha preso forma il mio stranissimo percorso, che oggi mi ha portato fino a qui».
Nel curriculum di Felice Sgarra bisogna annoverare anche la partecipazione a La Prova del Cuoco, il più popolare programma gastronomico d'Italia, condotto da Antonella Clerici su Rai 1. L'avvento della materia culinaria nei palinsesti di tutte le emittenti televisive nazionali ha diviso gli addetti ai lavori, tra coloro che sono entusiasmati da tale fenomeno e chi, invece, preferirebbe che le cucine conservino la loro caratteristica riservatezza. «La cucina in televisione - ha concluso Felice - , oltre ad essere un divertente passatempo per il pubblico a casa, potrebbe ispirare la creatività dei designer per la messa a punto di nuove stoviglie o l'attività di ambiziosi imprenditori intenzionati a creare nuovi posti di lavoro. Insomma, ritengo che sia una grande opportunità per la comunità, quindi questo genere di iniziative sono positive per il nostro movimento, e non solo».
Il cuoco federiciano ha soli 32 anni, ma può già vantare un trascorso invidiabile. Nel 2010 è approdato alla finale del Bocuse d'Or, prestigiosa competizione culinaria, poi è risultato il vincitore del Premio Ferrarelle per la migliore ricetta di tradizione, quindi ha conquistato la sua prima stella Michelin, assegnata al ristorante Umami il 5 novembre 2013. Il nome attribuito al locale significa "saporito" e deriva da una scoperta giapponese risalente ai primi anni del '900, quando alcuni studiosi nipponici dimostrarono l'esistenza di una quinta e particolare frontiera del gusto, appunto l'umami, che si andava ad aggiungere ai tradizionali sapori dolci, salati, amari ed acidi. «A mio parere - ci confessa Felice - non esiste ricetta più umami del pane condito che mi preparava la nonna quando rientravo dai miei giochi pomeridiani. Sono stato molto felice di tornare a casa, perché in questa terra ci sono le mie radici forti, quelle che mi piace condividere con gli ospiti attraverso le nostre pietanze. In ogni piatto cerco di esaltare un ingrediente della nostra tradizione, seppur in maniera innovativa, impegnandomi a trasferire l'amore per il mio lavoro ad ogni preparazione. La stella Michelin è stata solo la ciliegina sulla torta di una programmazione eccellente e del grande impegno di una squadra strepitosa, perciò siamo felici di questo riconoscimento, ma puntiamo a migliorarci ulteriormente».
Mentre non di rado i giovani meridionali di talento sono costretti ad emigrare altrove alla ricerca di maggiore fortuna, Felice Sgarra ha avuto il coraggio di tornare e di mettersi in gioco nella propria città natale. Prima di prendere questa decisione, maturata ormai 4 anni fa, egli ha vissuto un'importante esperienza lavorativa nel ristorante Vinalia di L'Aquila, in compagnia del collega ed amico William Zonfa. Nonostante le numerose gratificazioni professionali ottenute, il soggiorno abruzzese ha segnato la vita del cuoco anche per eventi poco felici. Infatti egli ha vissuto, in prima persona, il dramma del violento terremoto che colpì la provincia aquilana nella notte del 6 aprile 2009, provocando la morte di 309 persone e la distruzione di centinaia di edifici. «Dell'Abruzzo - ci racconta lo chef andriese - conservo ancora il ricordo di una terra ostinata ma ricca di risorse, sia nel territorio che nei suoi abitanti. Lì ci sono ancora parte dei miei affetti, tante persone a cui devo molta riconoscenza per ciò che sono oggi, come amo fare nella mia vita. Dai tristi avvenimenti di quei giorni ha preso forma il mio stranissimo percorso, che oggi mi ha portato fino a qui».
Nel curriculum di Felice Sgarra bisogna annoverare anche la partecipazione a La Prova del Cuoco, il più popolare programma gastronomico d'Italia, condotto da Antonella Clerici su Rai 1. L'avvento della materia culinaria nei palinsesti di tutte le emittenti televisive nazionali ha diviso gli addetti ai lavori, tra coloro che sono entusiasmati da tale fenomeno e chi, invece, preferirebbe che le cucine conservino la loro caratteristica riservatezza. «La cucina in televisione - ha concluso Felice - , oltre ad essere un divertente passatempo per il pubblico a casa, potrebbe ispirare la creatività dei designer per la messa a punto di nuove stoviglie o l'attività di ambiziosi imprenditori intenzionati a creare nuovi posti di lavoro. Insomma, ritengo che sia una grande opportunità per la comunità, quindi questo genere di iniziative sono positive per il nostro movimento, e non solo».