Scarico acque reflue
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Cronaca

Escherichia coli nel depuratore di Andria: l'Arpa Puglia conferma

Rischio inquinamento ambientale con valori superiori al limite consentito per legge. Ben 20 i casi in Puglia di Sindrome Emolitico Uremica nei soli mesi di luglio ed agosto

Nelle acque di scarico dei depuratori di Andria e Bisceglie, i tecnici dell'Arpa Puglia hanno ritrovato valori superiori ai limiti consentiti per legge di escherichia coli, un batterio in grado di provocare la Sindrome Emolitico Uremica (detta SEU), i cui casi in Puglia nei mesi di luglio ed agosto sono stati ben 20, ben oltre la media. Gli impianti di depurazione del nord barese, quindi, restano al centro di inquietanti scenari dovuti essenzialmente allo pessimo funzionamento dei depuratori stessi ed al totale abbandono del tristemente famoso "canalone" Ciappetta-Camaggio.

La SEU ha colpito in prevalenza i bambini e le avvisaglie sono giunte precedute da episodi di diarrea o vari disturbi correlati. Gli accertamenti sui depuratori del nord barese proseguono su disposizione della Procura di Trani che, nello scorso mese ha già sequestrato i depuratori di Trani e Molfetta perchè ritenuti malfunzionanti. Ma la questione depurazione delle acque continua a tenere in grande apprensione l'Arpa Puglia e gli uomini della Capitaneria di Porto di Bari: si teme, infatti, che il batterio sia stato scaricato nei reflui che raggiungono i depuratori.

Il canalone si snoda per circa 14 chilometri partendo da Andria e passando per i campi prima di finire nel mare di Barletta. Lungo tutto il percorso, tale acqua incontra rifiuti di ogni genere e spesso viene utilizzata anche dagli agricoltori, attraverso pompe assolutamente irregolari, per innaffiare i raccolti. I batteri potrebbero, dunque, esser finiti nella filiera alimentare. L'ipotesi è quella del reato di inquinamento ambientale a carico di persone ancora da identificare.
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