Religioni
Emergenza educativa per i nostri giovani
E’ necessaria una alleanza educativa tra famiglia, scuola e parrocchia
Andria - lunedì 29 ottobre 2018
10.01
Nella chiesa Madonna della Grazia di Andria si è tenuta martedì 23 ottobre una conferenza pubblica sulla emergenza educativa alla presenza di un pubblico numeroso che ha ascoltato con molto interesse l'analisi fatta da Mons. Luigi Renna sulla cause che hanno condotto ad una crisi educativa dei nostri giovani.
Mons. Renna ha voluto condividere con i presenti il cammino che la Diocesi di Cerignola ed Ascoli Satriano sta cercando di fare con la Chiesa Universale.
Per la XXV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Papa Francesco ha scelto come tema "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale" perché prendersi cura dei giovani non è un compito facoltativo per la Chiesa, ma parte sostanziale della sua vocazione e della sua missione nella storia. I giovani possono, con la loro presenza e la loro parola aiutare la Chiesa a ringiovanire il proprio volto ma al contempo è necessario che la Chiesa accompagni tutti i giovani nel loro percorso di discernimento vocazionale in questo "cambiamento d'epoca".
Nella nostra società c'è un forte trend di giovani non credenti, di atei convinti, di indifferenti che pur avendo fede, non credono in una realtà trascendente. Bisogna domandarsi allora dove questi giovani hanno ereditato l'ateismo o l'indifferenza religiosa pur provenendo da famiglie di cultura cattolica? Ci rendiamo conto di come nonostante abbiano avuto tante occasioni per formarsi , queste non hanno portato frutto. Da due generazioni si è inceppato il meccanismo. Stiamo vivendo un periodo di stagnazione, con una fragilità nelle relazioni e con la paura del diverso.
Il mondo che stiamo vivendo oggi è un mondo senza adulti. E' finito il tempo della maturità e ne ha preso il posto il tempo di una prolungata giovinezza volta alla cura ossessiva di se stessi e del proprio corpo senza più dedicarsi agli altri come il volontariato. I genitori si identificano nella cultura giovanile dei figli, cercando di assomigliare a loro nell'aspetto fisico e diventando amici degli stessi piuttosto che mantenere un rapporto genitoriale da adulti.
Si è passati così ad una società senza padri e quando è assente la figura paterna manca una presenza importante. L'anello debole della trasmissione della fede è dovuto proprio alla mancanza della presenza dei padri.
Le donne nella società hanno sempre avuto un ruolo importante ma nel tempo anche loro hanno attraversato una crisi valoriale e di fede che ha portato ad una mancanza della figura di madre.
E' fondamentale riappropriarci della nostra fede.
La prima cosa da fare è il "Magistero del reale". Bisogna rendersi conto di come siamo diventati, ponendoci delle domande e facendo un'analisi di noi stessi. Quanto tempo dedichiamo agli altri, alla preghiera, alla famiglia?
La seconda cosa è capire il senso della Fede.
La Fede è prima di tutto un dono da accogliere e la sua maturazione un cammino da percorrere. E' sempre un incontro con Gesù che si nutre di preghiera e di sacramenti. Il credente non solo guarda a Gesù, ma soprattutto guarda il mondo con gli occhi di Gesù.
La terza cosa è la generatività. Si diventa generativi se si vivono questi quattro verbi:
1. Desiderare significa avere sempre una visione;
2. Partorire significa soffrire, mettere al mondo dei figli, dare sempre la luce in situazioni nuove;
3. Prendersi cura e accompagnare;
4. Lasciar partire significa per i genitori che devono uscire dalla mentalità che li porta a non far crescere i loro figli.
Mons Luigi Renna ha concluso la sua analisi sottolineando l'importanza per i giovani a che abbiano al loro fianco degli adulti che siano credibili, che adottino uno stile di vita consono e non contradditorio. Solo così si potrà essere vero accompagnamento per i ragazzi.
A seguire la Dirigente dell'I.C. "Jannuzzi- Mons. Di Donna" dott.ssa Lilla Bruno, con il suo intervento, ha voluto soffermarsi a riflettere su ciò che rappresenta oggi il ruolo della scuola. Il Patto di corresponsabilità è un accordo finalizzato a definire l'alleanza educativa tra la scuola, gli alunni e i loro genitori e individua in maniera condivisa i diritti e i doveri di ciascuna delle componenti della comunità scolastica. Tra i doveri della scuola c'è quello di promuovere lo sviluppo della personalità dei fanciulli, la loro prima alfabetizzazione culturale e informare le famiglie degli alunni sul loro andamento didattico e disciplinare nonché sulla frequenza scolastica anche attraverso la realizzazione di incontri periodici individuali e collegiali. Tra i diritti della scuola si chiede la collaborazione alle famiglie nell'attuazione delle strategie educative elaborate per gli alunni. Di contro tra i doveri delle famiglie si richiede di seguire l'andamento scolastico dei propri figli, vigilare e verificare che gli stessi frequentino regolarmente le lezioni, informarsi sulle regole disciplinari e comportamentali della Scuola e attivarsi a che i figli le conoscano e le rispettino. Di contro le famiglie hanno il diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola, informandosi sull'andamento scolastico dei propri figli e sull'offerta formativa proposta dall'istituto scolastico.
La scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l'esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l'intero arco della vita, quella orizzontale indica la necessità di un'attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici tra cui la famiglia in primo luogo. La scuola oltre ad insegnare le regole del vivere e del convivere, deve perseguire l'obiettivo di costruire un'alleanza educativa con i genitori. Non si tratta di rapporti da stringere solo in momenti critici, ma di relazioni costanti che riconoscano i reciproci ruoli e che si supportino vicendevolmente nelle comuni finalità educative. La scuola deve aprirsi così alle famiglie e al territorio circostante tra cui un ruolo importante lo riveste la Parrocchia.
La scuola affianca al compito "dell'insegnare ad apprendere" quello "dell'insegnare ad essere". L'educazione è un atto d'amore. La realtà attuale è protagonista di una emergenza educativa, che si riscontra nelle famiglie, nelle scuole, nei vari gruppi parrocchiali, ricreativi e sportivi. E' fondamentale la realizzazione di un progetto globale gestito insieme da tutte le componenti interessate per promuovere una rete di relazioni e di dialogo basata su valori umani, spirituali e civili condivisi. Dentro questa rete, i ragazzi ed i giovani possono esprimere le loro potenzialità positive e diventare una vera risorsa per la comunità.
Don Ettore Lestingi parroco della Chiesa Madonna della Grazia, nel ringraziare i relatori ha ribadito l'importanza della sinergia educativa dei giovani da parte della famiglia della scuola e della parrocchia anticipando che prossimamente, sarà organizzato un altro incontro formativo sulla tematica della fragilità dei giovani.
Mons. Renna ha voluto condividere con i presenti il cammino che la Diocesi di Cerignola ed Ascoli Satriano sta cercando di fare con la Chiesa Universale.
Per la XXV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Papa Francesco ha scelto come tema "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale" perché prendersi cura dei giovani non è un compito facoltativo per la Chiesa, ma parte sostanziale della sua vocazione e della sua missione nella storia. I giovani possono, con la loro presenza e la loro parola aiutare la Chiesa a ringiovanire il proprio volto ma al contempo è necessario che la Chiesa accompagni tutti i giovani nel loro percorso di discernimento vocazionale in questo "cambiamento d'epoca".
Nella nostra società c'è un forte trend di giovani non credenti, di atei convinti, di indifferenti che pur avendo fede, non credono in una realtà trascendente. Bisogna domandarsi allora dove questi giovani hanno ereditato l'ateismo o l'indifferenza religiosa pur provenendo da famiglie di cultura cattolica? Ci rendiamo conto di come nonostante abbiano avuto tante occasioni per formarsi , queste non hanno portato frutto. Da due generazioni si è inceppato il meccanismo. Stiamo vivendo un periodo di stagnazione, con una fragilità nelle relazioni e con la paura del diverso.
Il mondo che stiamo vivendo oggi è un mondo senza adulti. E' finito il tempo della maturità e ne ha preso il posto il tempo di una prolungata giovinezza volta alla cura ossessiva di se stessi e del proprio corpo senza più dedicarsi agli altri come il volontariato. I genitori si identificano nella cultura giovanile dei figli, cercando di assomigliare a loro nell'aspetto fisico e diventando amici degli stessi piuttosto che mantenere un rapporto genitoriale da adulti.
Si è passati così ad una società senza padri e quando è assente la figura paterna manca una presenza importante. L'anello debole della trasmissione della fede è dovuto proprio alla mancanza della presenza dei padri.
Le donne nella società hanno sempre avuto un ruolo importante ma nel tempo anche loro hanno attraversato una crisi valoriale e di fede che ha portato ad una mancanza della figura di madre.
E' fondamentale riappropriarci della nostra fede.
La prima cosa da fare è il "Magistero del reale". Bisogna rendersi conto di come siamo diventati, ponendoci delle domande e facendo un'analisi di noi stessi. Quanto tempo dedichiamo agli altri, alla preghiera, alla famiglia?
La seconda cosa è capire il senso della Fede.
La Fede è prima di tutto un dono da accogliere e la sua maturazione un cammino da percorrere. E' sempre un incontro con Gesù che si nutre di preghiera e di sacramenti. Il credente non solo guarda a Gesù, ma soprattutto guarda il mondo con gli occhi di Gesù.
La terza cosa è la generatività. Si diventa generativi se si vivono questi quattro verbi:
1. Desiderare significa avere sempre una visione;
2. Partorire significa soffrire, mettere al mondo dei figli, dare sempre la luce in situazioni nuove;
3. Prendersi cura e accompagnare;
4. Lasciar partire significa per i genitori che devono uscire dalla mentalità che li porta a non far crescere i loro figli.
Mons Luigi Renna ha concluso la sua analisi sottolineando l'importanza per i giovani a che abbiano al loro fianco degli adulti che siano credibili, che adottino uno stile di vita consono e non contradditorio. Solo così si potrà essere vero accompagnamento per i ragazzi.
A seguire la Dirigente dell'I.C. "Jannuzzi- Mons. Di Donna" dott.ssa Lilla Bruno, con il suo intervento, ha voluto soffermarsi a riflettere su ciò che rappresenta oggi il ruolo della scuola. Il Patto di corresponsabilità è un accordo finalizzato a definire l'alleanza educativa tra la scuola, gli alunni e i loro genitori e individua in maniera condivisa i diritti e i doveri di ciascuna delle componenti della comunità scolastica. Tra i doveri della scuola c'è quello di promuovere lo sviluppo della personalità dei fanciulli, la loro prima alfabetizzazione culturale e informare le famiglie degli alunni sul loro andamento didattico e disciplinare nonché sulla frequenza scolastica anche attraverso la realizzazione di incontri periodici individuali e collegiali. Tra i diritti della scuola si chiede la collaborazione alle famiglie nell'attuazione delle strategie educative elaborate per gli alunni. Di contro tra i doveri delle famiglie si richiede di seguire l'andamento scolastico dei propri figli, vigilare e verificare che gli stessi frequentino regolarmente le lezioni, informarsi sulle regole disciplinari e comportamentali della Scuola e attivarsi a che i figli le conoscano e le rispettino. Di contro le famiglie hanno il diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola, informandosi sull'andamento scolastico dei propri figli e sull'offerta formativa proposta dall'istituto scolastico.
La scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l'esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l'intero arco della vita, quella orizzontale indica la necessità di un'attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici tra cui la famiglia in primo luogo. La scuola oltre ad insegnare le regole del vivere e del convivere, deve perseguire l'obiettivo di costruire un'alleanza educativa con i genitori. Non si tratta di rapporti da stringere solo in momenti critici, ma di relazioni costanti che riconoscano i reciproci ruoli e che si supportino vicendevolmente nelle comuni finalità educative. La scuola deve aprirsi così alle famiglie e al territorio circostante tra cui un ruolo importante lo riveste la Parrocchia.
La scuola affianca al compito "dell'insegnare ad apprendere" quello "dell'insegnare ad essere". L'educazione è un atto d'amore. La realtà attuale è protagonista di una emergenza educativa, che si riscontra nelle famiglie, nelle scuole, nei vari gruppi parrocchiali, ricreativi e sportivi. E' fondamentale la realizzazione di un progetto globale gestito insieme da tutte le componenti interessate per promuovere una rete di relazioni e di dialogo basata su valori umani, spirituali e civili condivisi. Dentro questa rete, i ragazzi ed i giovani possono esprimere le loro potenzialità positive e diventare una vera risorsa per la comunità.
Don Ettore Lestingi parroco della Chiesa Madonna della Grazia, nel ringraziare i relatori ha ribadito l'importanza della sinergia educativa dei giovani da parte della famiglia della scuola e della parrocchia anticipando che prossimamente, sarà organizzato un altro incontro formativo sulla tematica della fragilità dei giovani.