Politica
Elezioni nella Bat: "Le ragioni di una sconfitta"
Stefano Chiariello, del coordinamento mozione Orlando PD Bat
BAT - domenica 2 luglio 2017
7.53
L'imminenza del voto politico del 2018, i possibili scenari che si potranno delineare a livello territoriale, portano partiti e movimenti politici a svolgere delle analisi, più o meno approfondite. Andria, non da meno di altre città della provincia potrebbe essere chiamata al voto se Nicola Giorgino troverà il posto sicuro all'interno della lista elettorale di Forza Italia, ormai in decisa ripresa dopo la ri-discesa in campo di Silvio Berlusconi. Centro destra frammentato, Pd cittadino in cerca di un leader e Movimento 5 Stelle con velleità mai nascoste di prendere Palazzo San Francesco, rappresentano la situazione attuale. Ma per comprendere il locale è necessario svolgere un'analisi in una prospettiva più vasta. Ecco quindi il punto di Stefano Chiariello, del coordinamento mozione Orlando PD Bat.
"Ci preoccupa l'esito di questa tornata elettorale nella Bat, che lancia un chiaro segnale negativo in controtendenza con i risultati, più incoraggianti, conseguiti dal Partito Democratico nella nostra regione. Ci preoccupa e ci deve impegnare tutti ad una profonda riflessione, poiché queste elezioni ci consegnano non solo dati numerici ma anche un dato politico davvero allarmante. Infatti, nei due comuni della Bat chiamati a rinnovare i consigli comunali abbiamo avuto delle bocciature nette dagli elettori.
A San Ferdinando già da molti mesi era in corso una divisione interna al partito ed al gruppo consiliare, mai mediata e mai composta. A questa importante spaccatura si è aggiunto un altro pesante colpo, la fuoriuscita dal partito di un intero gruppo di storici dirigenti, con in testa Andrea Patruno, già segretario provinciale. A Canosa il vittorioso Movimento 5 Stelle ha trovato terreno fertile nella frammentazione del centrosinistra e del Partito Democratico; un PD che nel corso del mandato amministrativo aveva perso il contatto con buona parte della sua rappresentanza in consiglio comunale e che oggi è del tutto assente dallo stesso.
E' evidente che tra le ragioni di questa disfatta ci siano la disgregazione delle varie componenti del partito ma anche e soprattutto la latitanza di una guida che si occupi di mediare, cucire, costruire e, laddove necessario, ricostruire. Anche l'autorevole assunzione del ruolo di guida della federazione provinciale da parte del segretario regionale Lacarra, a seguito delle dimissioni nel giugno 2016 di Agostino Cafagna, non ha sortito effetti positivi sulle dinamiche deleterie che affliggono il nostro partito.
I sindaci espressi dal centrosinistra nel nostro territorio sono sempre meno e rischiamo di perdere questo residuo patrimonio di credibilità e rappresentanza se anche le amministrazioni a guida PD, di tanto in tanto, traballano per lotte intestine che nulla hanno a che fare con i temi alti della politica e del bene comune.
I dati, in controluce, ci aiutano a cogliere i nostri problemi: a Canosa alle primarie del 30 aprile hanno partecipato più cittadini di quanti non abbiano votato il PD alle elezioni amministrative. E difatti, spesso, ad affollare i seggi delle primarie abbiamo visto esponenti di opposizione al PD, a volte anche di centrodestra. Qualcuno ha parlato di vitalità e noi pensiamo che invece si tratti dell'esatto contrario. I circoli del PD sono ormai dormienti o, peggio, morti: in 4 circoli non ci sono i segretari da ormai troppo tempo (San Ferdinando, Margherita, Spinazzola, Minervino); in altri casi abbiamo visto una pilotata e forzata fusione con intere truppe provenienti dal centrodestra.
Si procede senza essere comunità e le urne hanno decretato la vittoria delle filiere personali di esponenti del Partito Democratico e la sconfitta del Partito Democratico. Quelle filiere personali che non allargano il campo del PD ma lo restringono e lo indeboliscono a favore delle liste civiche e, talvolta (come avvenuto palesemente a San Ferdinando), a favore del centrodestra. E' in corso un progressivo allontanamento dal PD di quelle voci scomode e libere senza le quali il nostro partito sarà sicuramente più povero e meno presente nella società.
Di questo e di altro -prosegue Chiariello- riteniamo necessario discutere, nella maniera più franca e larga possibile. Ci preoccupa infatti l'atonia delle reazioni a questo importante passaggio elettorale, anzi, la totale afasia nelle reazioni, e chiediamo che una grande assemblea sia convocata, nel tentativo di riprendere un cammino comune e restituire - nei luoghi formali dell'elaborazione politica - quella dignità che un partito che voglia ancora definirsi tale merita.
E' necessario confrontarci non per accelerare una nuova ed immediata conta che cristallizzi gli attuali assetti di potere ma per raggiungere la comune consapevolezza che le filiere personali stanno danneggiando il nostro partito e finiranno per nuocere anche a chi si affanna per organizzarle e farne parte. Dovremo ragionare insieme sullo stato di salute del PD nel nostro territorio, sulla selezione della classe dirigente e sul ruolo dei giovani – opportunità per rinnovare la politica e non pedine da strumentalizzare -, sugli errori commessi e su come ricostituire una comunità viva ed aperta, attrattiva per le forze migliori della società e non solo per ceti politici, troppo spesso lontani dalla cultura del centrosinistra".
"Ci preoccupa l'esito di questa tornata elettorale nella Bat, che lancia un chiaro segnale negativo in controtendenza con i risultati, più incoraggianti, conseguiti dal Partito Democratico nella nostra regione. Ci preoccupa e ci deve impegnare tutti ad una profonda riflessione, poiché queste elezioni ci consegnano non solo dati numerici ma anche un dato politico davvero allarmante. Infatti, nei due comuni della Bat chiamati a rinnovare i consigli comunali abbiamo avuto delle bocciature nette dagli elettori.
A San Ferdinando già da molti mesi era in corso una divisione interna al partito ed al gruppo consiliare, mai mediata e mai composta. A questa importante spaccatura si è aggiunto un altro pesante colpo, la fuoriuscita dal partito di un intero gruppo di storici dirigenti, con in testa Andrea Patruno, già segretario provinciale. A Canosa il vittorioso Movimento 5 Stelle ha trovato terreno fertile nella frammentazione del centrosinistra e del Partito Democratico; un PD che nel corso del mandato amministrativo aveva perso il contatto con buona parte della sua rappresentanza in consiglio comunale e che oggi è del tutto assente dallo stesso.
E' evidente che tra le ragioni di questa disfatta ci siano la disgregazione delle varie componenti del partito ma anche e soprattutto la latitanza di una guida che si occupi di mediare, cucire, costruire e, laddove necessario, ricostruire. Anche l'autorevole assunzione del ruolo di guida della federazione provinciale da parte del segretario regionale Lacarra, a seguito delle dimissioni nel giugno 2016 di Agostino Cafagna, non ha sortito effetti positivi sulle dinamiche deleterie che affliggono il nostro partito.
I sindaci espressi dal centrosinistra nel nostro territorio sono sempre meno e rischiamo di perdere questo residuo patrimonio di credibilità e rappresentanza se anche le amministrazioni a guida PD, di tanto in tanto, traballano per lotte intestine che nulla hanno a che fare con i temi alti della politica e del bene comune.
I dati, in controluce, ci aiutano a cogliere i nostri problemi: a Canosa alle primarie del 30 aprile hanno partecipato più cittadini di quanti non abbiano votato il PD alle elezioni amministrative. E difatti, spesso, ad affollare i seggi delle primarie abbiamo visto esponenti di opposizione al PD, a volte anche di centrodestra. Qualcuno ha parlato di vitalità e noi pensiamo che invece si tratti dell'esatto contrario. I circoli del PD sono ormai dormienti o, peggio, morti: in 4 circoli non ci sono i segretari da ormai troppo tempo (San Ferdinando, Margherita, Spinazzola, Minervino); in altri casi abbiamo visto una pilotata e forzata fusione con intere truppe provenienti dal centrodestra.
Si procede senza essere comunità e le urne hanno decretato la vittoria delle filiere personali di esponenti del Partito Democratico e la sconfitta del Partito Democratico. Quelle filiere personali che non allargano il campo del PD ma lo restringono e lo indeboliscono a favore delle liste civiche e, talvolta (come avvenuto palesemente a San Ferdinando), a favore del centrodestra. E' in corso un progressivo allontanamento dal PD di quelle voci scomode e libere senza le quali il nostro partito sarà sicuramente più povero e meno presente nella società.
Di questo e di altro -prosegue Chiariello- riteniamo necessario discutere, nella maniera più franca e larga possibile. Ci preoccupa infatti l'atonia delle reazioni a questo importante passaggio elettorale, anzi, la totale afasia nelle reazioni, e chiediamo che una grande assemblea sia convocata, nel tentativo di riprendere un cammino comune e restituire - nei luoghi formali dell'elaborazione politica - quella dignità che un partito che voglia ancora definirsi tale merita.
E' necessario confrontarci non per accelerare una nuova ed immediata conta che cristallizzi gli attuali assetti di potere ma per raggiungere la comune consapevolezza che le filiere personali stanno danneggiando il nostro partito e finiranno per nuocere anche a chi si affanna per organizzarle e farne parte. Dovremo ragionare insieme sullo stato di salute del PD nel nostro territorio, sulla selezione della classe dirigente e sul ruolo dei giovani – opportunità per rinnovare la politica e non pedine da strumentalizzare -, sugli errori commessi e su come ricostituire una comunità viva ed aperta, attrattiva per le forze migliori della società e non solo per ceti politici, troppo spesso lontani dalla cultura del centrosinistra".