Commento
E pensare che all’origine di tutto c’è un Bimbo…
Natale tra umori, rumori e clamori: riflessione di don Ettore Lestingi, Presidente Commissione Liturgica diocesana
Andria - martedì 24 dicembre 2024
13.54
"Poiché il popolo era in attesa…".
Con queste parole il Vangelo certifica la condizione della mente e del cuore del popolo di Israele, stanco di essere oppresso dal dominio romano e profondamente desideroso dell'avvento (venuta) di qualcuno che lo liberasse…
Anche oggi l'umanità attende: è ormai da tempo che le nostre città si sono vestite di attesa con una radicale differenza: se Israele attendeva Qualcuno, noi oggi attendiamo qualcosa: il Natale come evento.
E' sorprendente vedere come l'evento Natale fa muovere l'economia, il turismo, riempie di prenotazioni agriturismi ed alberghi, spalanca le porte dei Musei, dei Cinema, dei Teatri, colma all'inverosimile le nostre dispense, panettoni, bollicine.
Sagre di prodotti tipici, concerti, spettacoli, luminarie. Famiglie impegnate a scegliere chi invitare per evitare spiacevoli incontri. Cene e pranzi indigesti e, forse anche liturgie indigeste, anch'esse curanti del Natale come evento e dimentiche di Colui che è all'origine di tutto.
E pensare che all'origine di tutto c'è un bimbo, per giunta, non accolto, nato nell'indifferenza totale, minacciato e costretto a migrare in terra straniera.
Intendiamoci: non è mia intenzione turbare gli umori, né silenziare i rumori, e nemmeno spegnere i clamori.
Ma semplicemente attraversare la nube fiabesca che avvolge il Natale e coglierne la verità più profonda.
Mi piacerebbe prendere le distanze dal chiasso natalizio e, nel silenzio, pensare alla realtà e alla verità di quella notte che ha cambiato la storia e alle tante notti che ancora avvolgono la nostra umanità.
E nel silenzio si ode un pianto!
Come non pensare ai tanti bimbi nati nell'indifferenza totale o peggio nell'insofferenza per un calcolo sbagliato: per il Bimbo di Betlemme "Non c'era posto nell'albergo". Oggi drammaticamente non c'è posto per un bimbo concepito nel grembo di una donna che da culla diventa tomba, da mangiatoia diventa patibolo di morte. Bambini abortiti perché non c'è posto per loro nel cuore e nel seno di una madre…
Il loro è un pianto nel silenzio!
Come non rabbrividire sapendo di bimbi nati nella povertà e assenza di condizioni igienico sanitarie e adagiati "in fasce in una mangiatoia". Bambini poveri, senza dignità, senza diritti primari, costretti a trascinarsi e a sperimentare la vita come un dramma da subire, come fatica e fardello da portare. Che non conoscono la dolcezza di un seno da cui nutrirsi e non sapranno mai cosa significa giocare…
E bevono solo lacrime!
Come non piangere vedendo Bimbi appena nati e già minacciati da guerre che fanno "strage di innocenti". Che al posto del suono dolce di un carillon, si addormentano sotto il rumore assordante di sirene e bombe che esplodono, distruggendo e mietendo vittime.
E dormono su macerie di distruzione!
E ancora come restare indifferenti nel vedere Bimbi costretti ad attraversare mari, deserti, per cercare un po' di pace e fuggire dal tiranno… "Erode vuole uccidere il bambino". Fuggire dal potente di turno, a piedi per attraversare deserti, in barconi o barchini per solcare il mare… e poi morire per colpa di chi anziché salvare si attarda a discutere se è rispettato il diritto del mare o di quale nazione è la competenza di soccorrere.
Il mare da sogno diventa incubo!
Eppure quel Bimbo di Betlemme e con Lui tutti i Bambini fanno la storia, reggono le sorti dell'umanità come quelle pietre piccole, quasi insignificanti, ma che sono necessarie nella costruzione di grandi edifici, reggono torri e castelli e a differenza di grossi massi che sono i primi a cadere in eventi sismici, restano al loro posto e da esse, solo da esse è possibile ricominciare.
Questo è Natale: saper ricominciare dagli scarti, il resto è vanità e noia!
"A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai": cambiare il Natale!.
Buon Natale di Dio Bambino e di tutti i bambini.
Natale 2024!
don Ettore Lestingi, Presidente Commissione Liturgica diocesana
Con queste parole il Vangelo certifica la condizione della mente e del cuore del popolo di Israele, stanco di essere oppresso dal dominio romano e profondamente desideroso dell'avvento (venuta) di qualcuno che lo liberasse…
Anche oggi l'umanità attende: è ormai da tempo che le nostre città si sono vestite di attesa con una radicale differenza: se Israele attendeva Qualcuno, noi oggi attendiamo qualcosa: il Natale come evento.
E' sorprendente vedere come l'evento Natale fa muovere l'economia, il turismo, riempie di prenotazioni agriturismi ed alberghi, spalanca le porte dei Musei, dei Cinema, dei Teatri, colma all'inverosimile le nostre dispense, panettoni, bollicine.
Sagre di prodotti tipici, concerti, spettacoli, luminarie. Famiglie impegnate a scegliere chi invitare per evitare spiacevoli incontri. Cene e pranzi indigesti e, forse anche liturgie indigeste, anch'esse curanti del Natale come evento e dimentiche di Colui che è all'origine di tutto.
E pensare che all'origine di tutto c'è un bimbo, per giunta, non accolto, nato nell'indifferenza totale, minacciato e costretto a migrare in terra straniera.
Intendiamoci: non è mia intenzione turbare gli umori, né silenziare i rumori, e nemmeno spegnere i clamori.
Ma semplicemente attraversare la nube fiabesca che avvolge il Natale e coglierne la verità più profonda.
Mi piacerebbe prendere le distanze dal chiasso natalizio e, nel silenzio, pensare alla realtà e alla verità di quella notte che ha cambiato la storia e alle tante notti che ancora avvolgono la nostra umanità.
E nel silenzio si ode un pianto!
Come non pensare ai tanti bimbi nati nell'indifferenza totale o peggio nell'insofferenza per un calcolo sbagliato: per il Bimbo di Betlemme "Non c'era posto nell'albergo". Oggi drammaticamente non c'è posto per un bimbo concepito nel grembo di una donna che da culla diventa tomba, da mangiatoia diventa patibolo di morte. Bambini abortiti perché non c'è posto per loro nel cuore e nel seno di una madre…
Il loro è un pianto nel silenzio!
Come non rabbrividire sapendo di bimbi nati nella povertà e assenza di condizioni igienico sanitarie e adagiati "in fasce in una mangiatoia". Bambini poveri, senza dignità, senza diritti primari, costretti a trascinarsi e a sperimentare la vita come un dramma da subire, come fatica e fardello da portare. Che non conoscono la dolcezza di un seno da cui nutrirsi e non sapranno mai cosa significa giocare…
E bevono solo lacrime!
Come non piangere vedendo Bimbi appena nati e già minacciati da guerre che fanno "strage di innocenti". Che al posto del suono dolce di un carillon, si addormentano sotto il rumore assordante di sirene e bombe che esplodono, distruggendo e mietendo vittime.
E dormono su macerie di distruzione!
E ancora come restare indifferenti nel vedere Bimbi costretti ad attraversare mari, deserti, per cercare un po' di pace e fuggire dal tiranno… "Erode vuole uccidere il bambino". Fuggire dal potente di turno, a piedi per attraversare deserti, in barconi o barchini per solcare il mare… e poi morire per colpa di chi anziché salvare si attarda a discutere se è rispettato il diritto del mare o di quale nazione è la competenza di soccorrere.
Il mare da sogno diventa incubo!
Eppure quel Bimbo di Betlemme e con Lui tutti i Bambini fanno la storia, reggono le sorti dell'umanità come quelle pietre piccole, quasi insignificanti, ma che sono necessarie nella costruzione di grandi edifici, reggono torri e castelli e a differenza di grossi massi che sono i primi a cadere in eventi sismici, restano al loro posto e da esse, solo da esse è possibile ricominciare.
Questo è Natale: saper ricominciare dagli scarti, il resto è vanità e noia!
"A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai": cambiare il Natale!.
Buon Natale di Dio Bambino e di tutti i bambini.
Natale 2024!
don Ettore Lestingi, Presidente Commissione Liturgica diocesana