Attualità
Due parchi di Andria intitolati a Chiara Lubich e Igino Giordani
Riflessione di Gennaro 'Gino' Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
Andria - lunedì 13 marzo 2023
07.00
Con molta gioia, abbiamo appreso che l'Amministrazione della nostra Città (alla quale esprimiamo, nella persona della Signora Sindaca, tutta la gratitudine) ha deliberato la intitolazione di due grandi parchi verdi nel quartiere di San Giuseppe Artigiano ad Andria, rispettivamente a Chiara Lubich e ad Igino Giordani, fondatrice la prima e confondatore il secondo dell'Opera di Maria, comunemente nota come Movimento dei Focolari: per entrambi i quali è in corso un processo di Beatificazione.
Felice coincidenza, che tale intitolazione avvenga per la Lubich nella circostanza del 15° anniversario della sua morte (14 marzo 2008), e per Giordani nella ricorrenza di un suo importante discorso da deputato tenuto il 16 marzo 1949. La intitolazione avviene in un momento in cui una guerra crudele sta rubando a tanti giovani i sogni più belli, come quello di una Europa in pace, premessa per un mondo più fraterno ed unito.
Si tratta di due ideali – pace ed unità – che rappresentano la massima aspirazione dell'umanità, perché i popoli non vogliono la guerra (portatrice solo di lutti, distruzioni, fame, odi e divisioni…) e desiderano soltanto poter vivere e lavorare nella libertà, nella giustizia, nella fraternità. Sono questi i temi su cui tutti i pontefici diffondono, senza stancarsi, i loro messaggi ed i loro appelli accorati che purtroppo rimangono inascoltati: da Pio XII a Giovanni XXIII, da Paolo VI a Giovanni Paolo II, da Benedetto XVI a Francesco, solo per citare i papi dell'ultimo secolo, che ha registrato dolorosamente due guerre mondiali e che oggi è insanguinato da una sessantina di conflitti (una terza guerra mondiale "a pezzi", come la definisce Bergoglio), con in primo piano quello russo-ucraino. E tutti i vicari di Cristo non possono che riproporre, quale stella polare, la proposta evangelica "Beati gli operatori di Pace" (Matteo 5,9).
Ma chi sono questi operatori di Pace di cui parla il Vangelo? Lasciamo rispondere le due personalità alle quali vengono intitolati i due parchi cittadini ad Andria. «Certamente – scrive Chiara Lubich – non sono quelli che chiamiamo pacifici, che amano la tranquillità, non sopportano le dispute e si mostrano per natura loro concilianti, ma spesso rivelano un recondito desiderio di non essere disturbati, di non voler avere noie. Gli operatori di pace, invece, sono coloro che amano tanto la pace da non temere di intervenire nei conflitti per procurarla a coloro che sono in discordia». E aggiunge la Lubich: «Può essere portatore di pace solo chi la possiede in se stesso, e s'impegna a diffondere l'amore nel mondo, ascoltando con amore, fino in fondo, le parti in lite, certi che una soluzione di pace si troverà». E conclude la Lubich: «L'importante è che non stiamo fermi a veder passare i pochi giorni che abbiamo a disposizione senza concludere qualcosa per i nostri prossimi».
E ascoltiamo cosa ha da dirci al riguardo Igino Giordani. E' il 16 marzo 1949. La voce del Deputato Igino Giordani risuona forte e dolce al Parlamento Italiano: «No alla guerra! Per me tutte le guerre sono assassinii…e l'assassinio in guerra è un omicidio, anzi, è qualcosa di più: è un deicidio; un deicidio in effigie: uccide l'immagine di Dio: l'uomo, perché nell'uomo si uccide l'immagine di Dio». E prosegue Giordani: «Se siamo veramente europeisti dobbiamo volere anche gli altri, tutta l'Europa; e perché non la Russia? Alcuni la escludono: si vede che non conoscono la geografia». E rispose Togliatti: «Sono d'accordo con lei!».
Beati gli operatori di Pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Felice coincidenza, che tale intitolazione avvenga per la Lubich nella circostanza del 15° anniversario della sua morte (14 marzo 2008), e per Giordani nella ricorrenza di un suo importante discorso da deputato tenuto il 16 marzo 1949. La intitolazione avviene in un momento in cui una guerra crudele sta rubando a tanti giovani i sogni più belli, come quello di una Europa in pace, premessa per un mondo più fraterno ed unito.
Si tratta di due ideali – pace ed unità – che rappresentano la massima aspirazione dell'umanità, perché i popoli non vogliono la guerra (portatrice solo di lutti, distruzioni, fame, odi e divisioni…) e desiderano soltanto poter vivere e lavorare nella libertà, nella giustizia, nella fraternità. Sono questi i temi su cui tutti i pontefici diffondono, senza stancarsi, i loro messaggi ed i loro appelli accorati che purtroppo rimangono inascoltati: da Pio XII a Giovanni XXIII, da Paolo VI a Giovanni Paolo II, da Benedetto XVI a Francesco, solo per citare i papi dell'ultimo secolo, che ha registrato dolorosamente due guerre mondiali e che oggi è insanguinato da una sessantina di conflitti (una terza guerra mondiale "a pezzi", come la definisce Bergoglio), con in primo piano quello russo-ucraino. E tutti i vicari di Cristo non possono che riproporre, quale stella polare, la proposta evangelica "Beati gli operatori di Pace" (Matteo 5,9).
Ma chi sono questi operatori di Pace di cui parla il Vangelo? Lasciamo rispondere le due personalità alle quali vengono intitolati i due parchi cittadini ad Andria. «Certamente – scrive Chiara Lubich – non sono quelli che chiamiamo pacifici, che amano la tranquillità, non sopportano le dispute e si mostrano per natura loro concilianti, ma spesso rivelano un recondito desiderio di non essere disturbati, di non voler avere noie. Gli operatori di pace, invece, sono coloro che amano tanto la pace da non temere di intervenire nei conflitti per procurarla a coloro che sono in discordia». E aggiunge la Lubich: «Può essere portatore di pace solo chi la possiede in se stesso, e s'impegna a diffondere l'amore nel mondo, ascoltando con amore, fino in fondo, le parti in lite, certi che una soluzione di pace si troverà». E conclude la Lubich: «L'importante è che non stiamo fermi a veder passare i pochi giorni che abbiamo a disposizione senza concludere qualcosa per i nostri prossimi».
E ascoltiamo cosa ha da dirci al riguardo Igino Giordani. E' il 16 marzo 1949. La voce del Deputato Igino Giordani risuona forte e dolce al Parlamento Italiano: «No alla guerra! Per me tutte le guerre sono assassinii…e l'assassinio in guerra è un omicidio, anzi, è qualcosa di più: è un deicidio; un deicidio in effigie: uccide l'immagine di Dio: l'uomo, perché nell'uomo si uccide l'immagine di Dio». E prosegue Giordani: «Se siamo veramente europeisti dobbiamo volere anche gli altri, tutta l'Europa; e perché non la Russia? Alcuni la escludono: si vede che non conoscono la geografia». E rispose Togliatti: «Sono d'accordo con lei!».
Beati gli operatori di Pace, perché saranno chiamati figli di Dio.