Religioni
Dopo una mostra a Napoli, tornano al Museo Diocesano di Andria i preziosi reliquiari a tabella
Sono pezzi risalenti agli anni settanta del XV secolo
Andria - sabato 15 ottobre 2022
11.28
Ogni angolo del nostro Paese ha un tesoro da svelare e spesso da salvare, davanti al quale non possiamo rimanere indifferenti. Anche Andria custodisce inaspettati tesori, uno di queste preziosissime testimonianze rientrate al Museo Diocesano di Andria i preziosi Reliquiari a tabella, risalenti agli anni settanta del XV secolo, dopo l'esposizione nella mostra internazionale "Restituzioni" tenutasi a Napoli.
Quest'opera è stata restaurata nell'ambito di "Restituzioni" un programma biennale di restauri di opere d'arte appartenenti al patrimonio del Paese, promosso e curato dalla Banca Intesa Sanpaolo.
Quest'anno a Napoli, si è tenuto il XIX appuntamento che ha coinvolto anche la Francia, con un capolavoro di Vittore Carpaccio dal Museo Jacquemart-André di Parigi, nonché una extraeuropea, il Brasile, per tentare di salvare un affresco pompeiano gravemente danneggiato dal terribile incendio che nel 2018 ha devastato il Museu Nacional di Rio de Janeiro.
Le oltre 200 opere d'arte della XIX edizione, tra cui le opere provenienti da Andria, sono state individuate in collaborazione con gli Enti pubblici preposti alla tutela tra quelle più prestigiose, ma bisognose di restauro.
Provengono da siti archeologici, musei pubblici e diocesani, chiese e luoghi di culto dell'intero Paese; sono datate dall'antichità al secondo Novecento, coprendo un arco di 26 secoli e rappresentano in modo paradigmatico il percorso compiuto nei secoli dall'arte italiana, e non solo, con diverse testimonianze di espressioni artistiche giunte da lontano ed entrate a far parte delle collezioni dei nostri musei.
Andria, ha partecipato da protagonista a questa mostra con la preziosa coppia di Reliquiari a tabella. I Reliquiari sono costituiti da 501 e 471 (in origine verosimilmente 510 per parte) oculi in rame argentato, giuntati da ganci e inframmezzati da lamiere di rame sbalzato a motivo vegetale, al cui centro sono incastonati vetri o pietre policromi. Ogni disco accoglie, dietro una lastra diafana, una reliquia inamovibile, avvolta in un tessuto e identificata da un cartiglio vergato, generalmente, in 'littera textualis' quattrocentesca (34 cartigli sono posticci, 53 mancanti). Ma la pur dettagliata descrizione non riesce a restituire la bellezza e il fascino dei Reliquiari osservati dal vivo.
Infatti le Reliquie (oggi se ne contano 979) rappresentano una moltitudine di martiri, confessori e vergini d'ogni tempo e luogo, tra cui vari santi cari alla devozione pugliese – come i vescovi Nicola di Bari, Cataldo, Oronzo, Sabino, Leucio e Biagio, il papa Anacleto, l'arcangelo Michele, i martiri Pantaleone, Trifone, Vito, Modesto e Crescenzia –, e alla devozione meridionale, come i santi Gennaro, Paolino, Potito e Felice. Spiccano, per importanza, le reliquie della Vergine (il manto e i capelli), di Cristo (il legno della croce, la veste, la colonna della flagellazione, il Santo Sepolcro) e di san Pietro (quattro reliquie, tra cui una della croce del martirio), che una tradizione locale ricorda aver predicato in Andria.
Quest'opera è stata restaurata nell'ambito di "Restituzioni" un programma biennale di restauri di opere d'arte appartenenti al patrimonio del Paese, promosso e curato dalla Banca Intesa Sanpaolo.
Quest'anno a Napoli, si è tenuto il XIX appuntamento che ha coinvolto anche la Francia, con un capolavoro di Vittore Carpaccio dal Museo Jacquemart-André di Parigi, nonché una extraeuropea, il Brasile, per tentare di salvare un affresco pompeiano gravemente danneggiato dal terribile incendio che nel 2018 ha devastato il Museu Nacional di Rio de Janeiro.
Le oltre 200 opere d'arte della XIX edizione, tra cui le opere provenienti da Andria, sono state individuate in collaborazione con gli Enti pubblici preposti alla tutela tra quelle più prestigiose, ma bisognose di restauro.
Provengono da siti archeologici, musei pubblici e diocesani, chiese e luoghi di culto dell'intero Paese; sono datate dall'antichità al secondo Novecento, coprendo un arco di 26 secoli e rappresentano in modo paradigmatico il percorso compiuto nei secoli dall'arte italiana, e non solo, con diverse testimonianze di espressioni artistiche giunte da lontano ed entrate a far parte delle collezioni dei nostri musei.
Andria, ha partecipato da protagonista a questa mostra con la preziosa coppia di Reliquiari a tabella. I Reliquiari sono costituiti da 501 e 471 (in origine verosimilmente 510 per parte) oculi in rame argentato, giuntati da ganci e inframmezzati da lamiere di rame sbalzato a motivo vegetale, al cui centro sono incastonati vetri o pietre policromi. Ogni disco accoglie, dietro una lastra diafana, una reliquia inamovibile, avvolta in un tessuto e identificata da un cartiglio vergato, generalmente, in 'littera textualis' quattrocentesca (34 cartigli sono posticci, 53 mancanti). Ma la pur dettagliata descrizione non riesce a restituire la bellezza e il fascino dei Reliquiari osservati dal vivo.
Infatti le Reliquie (oggi se ne contano 979) rappresentano una moltitudine di martiri, confessori e vergini d'ogni tempo e luogo, tra cui vari santi cari alla devozione pugliese – come i vescovi Nicola di Bari, Cataldo, Oronzo, Sabino, Leucio e Biagio, il papa Anacleto, l'arcangelo Michele, i martiri Pantaleone, Trifone, Vito, Modesto e Crescenzia –, e alla devozione meridionale, come i santi Gennaro, Paolino, Potito e Felice. Spiccano, per importanza, le reliquie della Vergine (il manto e i capelli), di Cristo (il legno della croce, la veste, la colonna della flagellazione, il Santo Sepolcro) e di san Pietro (quattro reliquie, tra cui una della croce del martirio), che una tradizione locale ricorda aver predicato in Andria.