Cronaca
Distrutta nelle campagne di Andria una roverella ultrasecolare
«Ma come è possibile un sì ignominioso, barbaro comportamento? A chi e come poteva dar fastidio o arrecare danno?»
Andria - mercoledì 19 aprile 2023
17.20
Distrutta una roverella ultrasecolare. La triste scoperta è stata compiuta dallo storico ecologista andriese Nicola Montepulciano.
«Nel mio vagabondare per l'agro di Andria alla ricerca di relitti botanici significativi per la fitostoria del nostro territorio, lo scorso 23 marzo mi è toccato fare una dolorosissima scoperta: in contrada Lama di Carro è stata distrutta una quercia roverella ultrasecolare, evidente dimostrazione che anche quella parte di territorio un tempo era ricoperta da boschi. Questo simbolo ecologico del nostro territorio faceva bella mostra di sé in un tratto di confine fra due vasti poderi tenuti uno ad uliveto e l'altro a vigneto. Ma come è possibile un sì ignominioso, barbaro comportamento? A chi e come poteva dar fastidio o arrecare danno? Al contrario, questa quercia, quantunque solitaria, dava beneficio seppur ad una zona limitata. Come si sa, infatti, le foglie cadute delle querce si trasformano presto in ottimo concime; d'estate attenua, in qualche modo, la calura e la siccità con l'umidità dell' evapotraspirazione fogliare. Le radici, inoltre, mantengono alta la falda acquifera e mantengono più a lungo l'effetto positiva della pioggia. Ora non rimane che chiederci: ma è possibile ancora tanta ignoranza bestiale che porta a distruggere quel pochissimo che resta della nostra Natura? I Carabinieri forestali non possono nulla in casi come questo?»
«Nel mio vagabondare per l'agro di Andria alla ricerca di relitti botanici significativi per la fitostoria del nostro territorio, lo scorso 23 marzo mi è toccato fare una dolorosissima scoperta: in contrada Lama di Carro è stata distrutta una quercia roverella ultrasecolare, evidente dimostrazione che anche quella parte di territorio un tempo era ricoperta da boschi. Questo simbolo ecologico del nostro territorio faceva bella mostra di sé in un tratto di confine fra due vasti poderi tenuti uno ad uliveto e l'altro a vigneto. Ma come è possibile un sì ignominioso, barbaro comportamento? A chi e come poteva dar fastidio o arrecare danno? Al contrario, questa quercia, quantunque solitaria, dava beneficio seppur ad una zona limitata. Come si sa, infatti, le foglie cadute delle querce si trasformano presto in ottimo concime; d'estate attenua, in qualche modo, la calura e la siccità con l'umidità dell' evapotraspirazione fogliare. Le radici, inoltre, mantengono alta la falda acquifera e mantengono più a lungo l'effetto positiva della pioggia. Ora non rimane che chiederci: ma è possibile ancora tanta ignoranza bestiale che porta a distruggere quel pochissimo che resta della nostra Natura? I Carabinieri forestali non possono nulla in casi come questo?»