Politica
Discarica di San Nicola La Guardia, Di Pilato e Faraone: «Contestate 69 inadempienze di cui 21 interruzioni di pubblico servizio»
I consiglieri pentastellati chiedono spiegazioni all'Amministrazione comunale
Andria - giovedì 6 ottobre 2022
08.00
Una serie di inadempienze, gravi e ripetute interessano la discarica comunale di San Nicola La Guardia. Una vicenda ambientale di particolare delicatezza di cui adesso i consiglieri comunali del M5S Andria, Pietro Di Pilato e Doriana Faraone, chiedono spiegazioni alla Civica amministrazione.
«La discarica comunale di rifiuti a San Nicola La Guardia, gestita da un privato e chiusa dalla Regione Puglia nel 2017 anche grazie all'intervento dell'allora nostro deputato D'Ambrosio ha un grande problema, lo smaltimento del percolato che produce e che si accumula sul fondo.
Il M5S è intervenuto diverse volte su questo problema, ad esempio a marzo 2019, quando la Regione Puglia e l'Arpa riportarono che si era di fronte a un 'Preoccupante quadro Sanitario e Ambientale', dovuto alla mancanza di copertura impermeabile dei rifiuti e alla presenza di percolato che può arrivare ad oltre 12 metri di altezza.
Anche quando l'Arpa ha riportato che "la situazione a suo tempo (nel 2017) era sicuramente meno grave di quanto constatato all'atto dell'odierno sopralluogo" abbiamo richiamato l'attenzione dell'Amministrazione Comunale, come anche quando, in data 11/11/2019, l'Arpa ha detto a chiare lettere al Comune di Andria di riprendere con solerzia l'estrazione del percolato.
Ma, e i soldi per fare questo, essendo il Comune in dissesto? C'erano!
A gennaio 2018 la Regione assegnò al Comune di Andria 200mila euro per intervenire urgentemente, poi a dicembre 2018 la stessa Regione assegnò ulteriori oltre 5,7 milioni di euro al Comune di Andria per la messa in sicurezza e prevenzione del rischio ambientale.
Quindi, il "palazzo di 4 piani di percolato" esistente nel fondo della discarica, che fine ha fatto?
Una risposta chiara a questa domanda purtroppo ancora oggi, a distanza di anni, non c'è, anzi, le notizie che giungono non sono confortanti.
Solo a luglio 2021, a seguito di gara, si è individuata una ditta specializzata per il percolato e solo a metà ottobre questa ditta ha iniziato ad emungerlo, fino al 20 aprile 2022, almeno così riportano gli atti comunali (per i cittadini che vogliono approfondire vedasi determinazione numero 3372 del 04.10.2022). Nonostante questo, il responsabile comunale rilevava a marzo 2022 ancora una eccessiva presenza di percolato, per cui disponeva un aumento del quantitativo di percolato da emungere.
Quanto riportato, del seguito, dagli atti comunali ci lascia basiti. Contestate 69 inadempienze di cui 21 interruzioni di pubblico servizio, con revoca ovviamente dell'appalto. Sicuramente c'è una certa dose di sfortuna, ma si è stati anche molto tardivi, a partire dalla passata amministrazione comunale di diverso colore politico, nell'affrontare questo grave problema ambientale che riguarda la salute di tutti noi. Né si può attendere di sentirsi dire 69 volte no per attivarsi diversamente.
Chiudiamo riproponendo la domanda relativa al palazzo di 4 piani di percolato all'epoca già esistente. Qualcuno ci vuole dire se è diventato o no, nel frattempo, un "grattacielo"?»
«La discarica comunale di rifiuti a San Nicola La Guardia, gestita da un privato e chiusa dalla Regione Puglia nel 2017 anche grazie all'intervento dell'allora nostro deputato D'Ambrosio ha un grande problema, lo smaltimento del percolato che produce e che si accumula sul fondo.
Il M5S è intervenuto diverse volte su questo problema, ad esempio a marzo 2019, quando la Regione Puglia e l'Arpa riportarono che si era di fronte a un 'Preoccupante quadro Sanitario e Ambientale', dovuto alla mancanza di copertura impermeabile dei rifiuti e alla presenza di percolato che può arrivare ad oltre 12 metri di altezza.
Anche quando l'Arpa ha riportato che "la situazione a suo tempo (nel 2017) era sicuramente meno grave di quanto constatato all'atto dell'odierno sopralluogo" abbiamo richiamato l'attenzione dell'Amministrazione Comunale, come anche quando, in data 11/11/2019, l'Arpa ha detto a chiare lettere al Comune di Andria di riprendere con solerzia l'estrazione del percolato.
Ma, e i soldi per fare questo, essendo il Comune in dissesto? C'erano!
A gennaio 2018 la Regione assegnò al Comune di Andria 200mila euro per intervenire urgentemente, poi a dicembre 2018 la stessa Regione assegnò ulteriori oltre 5,7 milioni di euro al Comune di Andria per la messa in sicurezza e prevenzione del rischio ambientale.
Quindi, il "palazzo di 4 piani di percolato" esistente nel fondo della discarica, che fine ha fatto?
Una risposta chiara a questa domanda purtroppo ancora oggi, a distanza di anni, non c'è, anzi, le notizie che giungono non sono confortanti.
Solo a luglio 2021, a seguito di gara, si è individuata una ditta specializzata per il percolato e solo a metà ottobre questa ditta ha iniziato ad emungerlo, fino al 20 aprile 2022, almeno così riportano gli atti comunali (per i cittadini che vogliono approfondire vedasi determinazione numero 3372 del 04.10.2022). Nonostante questo, il responsabile comunale rilevava a marzo 2022 ancora una eccessiva presenza di percolato, per cui disponeva un aumento del quantitativo di percolato da emungere.
Quanto riportato, del seguito, dagli atti comunali ci lascia basiti. Contestate 69 inadempienze di cui 21 interruzioni di pubblico servizio, con revoca ovviamente dell'appalto. Sicuramente c'è una certa dose di sfortuna, ma si è stati anche molto tardivi, a partire dalla passata amministrazione comunale di diverso colore politico, nell'affrontare questo grave problema ambientale che riguarda la salute di tutti noi. Né si può attendere di sentirsi dire 69 volte no per attivarsi diversamente.
Chiudiamo riproponendo la domanda relativa al palazzo di 4 piani di percolato all'epoca già esistente. Qualcuno ci vuole dire se è diventato o no, nel frattempo, un "grattacielo"?»