Religioni
Disastro ferroviario, Mons. Mansi: "Tragedie della vita, non frutto del caso, ma di una serie di inadempienze"
L'omelia del presule in occasione del secondo anniversario della tragedia ferroviaria sull'Andria-Corato
Andria - venerdì 13 luglio 2018
12.35
Una chiesa Cattedrale piena di familiari, conoscenti e di tanta semplice gente che ha voluto portare la partecipazione, la propria vicinanza nel ricordo delle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio di due anni fa.
Ecco l'omelia che il Vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi ha voluto offrire alla comunità di fedeli presenti ieri numerosa, nella chiesa matrice dedicata a Santa Maria Assunta.
"Carissimi fratelli e sorelle,
Carissimi familiari delle vittime del disastro ferroviario,
la nostra comunità diocesana in un giorno come questo si stringe intorno a voi per non farvi sentire soli, per accompagnarvi con il suo affettuoso calore mentre il vostro cuore certamente rivive quei momenti drammatici di due anni fa' e per unirsi a voi nella preghiera di suffragio per i vostri cari.
Non vorrei dire parole che siano solo d'occasione, ma mi lascio guidare dalla Parola di Dio che abbiamo ascoltato per far sì che possiate sentire non solo il nostro affetto, ma il tenero abbraccio di Dio che nella sua dolcissima paternità in Cristo Gesù si è fatto e si fa compagno di cammino della nostra storia. E così al popolo di Israele che spesso si allontanava da lui accogliendo altre divinità Dio, tramite il profeta Osea, diceva espressioni di una tenerezza infinita: "Io li traevo con vincoli di bontà, con vincoli di amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare, il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione…". Aveva motivi per punire severamente il suo popolo perché lo tradiva con altri dei e invece il suo cuore freme di compassione. E così certamente è Dio anche quando ci vede piangere e soffrire per le tragedie della nostra vita che, duole ripeterlo, non sono frutto del caso, ma di una serie di inadempienze.
Sappiamo -ha proseguito il presule- che l'iter giudiziario sta facendo il suo corso, non è questo il momento e il luogo per entrare nel merito di questo tema. Possiamo dire che ci auguriamo vivamente che si faccia giustizia. Però qui stiamo a donare a chi, dopo due anni, certamente è ancora nella sofferenza più acuta per aver perso i propri cari, parole di cristiana consolazione e di speranza. Il dolore condiviso non cessa di generare lacrime, ma è certamente un dolore che ci fa sentire più vicino il Signore. Non dimentichiamo nemmeno per un attimo la terribile sofferenza a cui andò incontro il Signore Gesù. Perciò ogni nostra sofferenza, e oggi è una circostanza particolare per voi famiglie, per tutta la nostra città, ogni nostro momento di dolore ce lo fa sentire vicino proprio mentre il nostro cuore è a pezzi per il ricordo struggente dei nostri cari che in maniera improvvisa sono stati strappati all'affetto dei loro cari. Egli, Gesù, ci capisce, ci comprende e soffre con noi, ci abbraccia e cifa sentire la carezza dolcissima del suo amore. Sono ferite che si riaprono…
Noi comunità cristiana siamo chiamati a farci vicini a chi è nel dolore non solo nei momenti più critici e difficili, ma anche dopo a non lasciare soli i nostri fratelli che hanno vissuto una esperienza così dura e amara. Il ricordo dunque si fa preghiera accorata. Una preghiera di suffragio per le vittime, tenendo conto che sono state improvvisamente chiamate a lasciare questo mondo per ritrovarsi nell'abbraccio di Dio e preghiera di sostegno per tutti i familiari che vivono questa giornata e non solo questa con il mesto ricordo dei loro cari che improvvisamente sono stati strappati al loro affetto.
E dobbiamo anche pregare per quanti sono chiamati a svolgere servizi di pubblica utilità, perché li svolgano sempre con coscienza e responsabilità perché la storia ci insegna, ahimè, che quando queste mancano, può accadere che gente senza alcuna colpa si trova a pagare perfino con la vita.
Che il Signore, davvero, come ci diceva il profeta Osea, abbia compassione di tutti!
Amen!"
Ecco l'omelia che il Vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi ha voluto offrire alla comunità di fedeli presenti ieri numerosa, nella chiesa matrice dedicata a Santa Maria Assunta.
"Carissimi fratelli e sorelle,
Carissimi familiari delle vittime del disastro ferroviario,
la nostra comunità diocesana in un giorno come questo si stringe intorno a voi per non farvi sentire soli, per accompagnarvi con il suo affettuoso calore mentre il vostro cuore certamente rivive quei momenti drammatici di due anni fa' e per unirsi a voi nella preghiera di suffragio per i vostri cari.
Non vorrei dire parole che siano solo d'occasione, ma mi lascio guidare dalla Parola di Dio che abbiamo ascoltato per far sì che possiate sentire non solo il nostro affetto, ma il tenero abbraccio di Dio che nella sua dolcissima paternità in Cristo Gesù si è fatto e si fa compagno di cammino della nostra storia. E così al popolo di Israele che spesso si allontanava da lui accogliendo altre divinità Dio, tramite il profeta Osea, diceva espressioni di una tenerezza infinita: "Io li traevo con vincoli di bontà, con vincoli di amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare, il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione…". Aveva motivi per punire severamente il suo popolo perché lo tradiva con altri dei e invece il suo cuore freme di compassione. E così certamente è Dio anche quando ci vede piangere e soffrire per le tragedie della nostra vita che, duole ripeterlo, non sono frutto del caso, ma di una serie di inadempienze.
Sappiamo -ha proseguito il presule- che l'iter giudiziario sta facendo il suo corso, non è questo il momento e il luogo per entrare nel merito di questo tema. Possiamo dire che ci auguriamo vivamente che si faccia giustizia. Però qui stiamo a donare a chi, dopo due anni, certamente è ancora nella sofferenza più acuta per aver perso i propri cari, parole di cristiana consolazione e di speranza. Il dolore condiviso non cessa di generare lacrime, ma è certamente un dolore che ci fa sentire più vicino il Signore. Non dimentichiamo nemmeno per un attimo la terribile sofferenza a cui andò incontro il Signore Gesù. Perciò ogni nostra sofferenza, e oggi è una circostanza particolare per voi famiglie, per tutta la nostra città, ogni nostro momento di dolore ce lo fa sentire vicino proprio mentre il nostro cuore è a pezzi per il ricordo struggente dei nostri cari che in maniera improvvisa sono stati strappati all'affetto dei loro cari. Egli, Gesù, ci capisce, ci comprende e soffre con noi, ci abbraccia e cifa sentire la carezza dolcissima del suo amore. Sono ferite che si riaprono…
Noi comunità cristiana siamo chiamati a farci vicini a chi è nel dolore non solo nei momenti più critici e difficili, ma anche dopo a non lasciare soli i nostri fratelli che hanno vissuto una esperienza così dura e amara. Il ricordo dunque si fa preghiera accorata. Una preghiera di suffragio per le vittime, tenendo conto che sono state improvvisamente chiamate a lasciare questo mondo per ritrovarsi nell'abbraccio di Dio e preghiera di sostegno per tutti i familiari che vivono questa giornata e non solo questa con il mesto ricordo dei loro cari che improvvisamente sono stati strappati al loro affetto.
E dobbiamo anche pregare per quanti sono chiamati a svolgere servizi di pubblica utilità, perché li svolgano sempre con coscienza e responsabilità perché la storia ci insegna, ahimè, che quando queste mancano, può accadere che gente senza alcuna colpa si trova a pagare perfino con la vita.
Che il Signore, davvero, come ci diceva il profeta Osea, abbia compassione di tutti!
Amen!"