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Diritti lesi per gli agricoltori. Cgil: «Pronta una mobilitazione»

Diminuzione dei salari, demansionamento, flessibilità degli orari e spostamenti a carico dei lavoratori

Diminuzione dei salari, demansionamento, flessibilità degli orari e spostamenti a carico dei lavoratori. Sono queste operazioni con le loro conseguenze, tra cui la perdita sull'indennità di disoccupazione agricola e su tutte le altre prestazioni Inps, ad aver mobilitato tutti quei lavoratori agricoli che, a partire dal 2018, sono stati sottoposti a condizioni di lavoro approvate senza la partecipazione dei lavoratori e la democrazia sindacale.

Tempestiva è stata la risposta dell'assemblea dei lavoratori agricoli e ortofrutticoli, che si è riunita martedì 16 gennaio e nuovamente ieri pomeriggio, venerdì 2 febbraio, presso la storica Camera del Lavoro di Andria. Qui si è discusso di quanto accaduto e si è fatto il punto sulla situazione di applicazione contrattuale.

«I salari degli operatori sono stati abbassati con un'operazione di scivolamento verso il basso. – ha affermato Giovanni Mininni, segretario Flai Cgil nazionale – Il nuovo contratto, rispetto al vecchio CPL firmato anche dalla Flai, abbassa la retribuzione giornaliera lorda di 77,30 euro a 51,61 euro, con una diminuzione di circa 26 euro lordi al giorno. I numeri parlano chiaro e descrivono un taglio delle domande di prestazioni agricole tra i 1500 ei i 1800 euro all'anno.

Chiediamo alle controparti di riaprire il confronto perché in altre province della stessa Puglia è stato possibile raggiungere degli accordi, a differenza di quanto è accaduto con Bari e Bat. La Flai Cgil non firmerà mai accordi che non tutelano i lavoratori ».

«Abbiamo denunciato un abbassamento dei diritti sulla base della modifica degli assetti contrattuali. – ha affermato Giuseppe Deleonardis, segretario generale Ggil Bat - Oltre al citato abbassamento dei salari, abbiamo una flessibilità pluriperiodale: diversamente dal vecchio contratto nazionale, che prevedeva 39 ore settimanali articolate in 6 giorni per un massimo di 6,30 ore al giorno, adesso è possibile distribuire a proprio piacimento le 39 ore, ledendo i diritti i merito agli straordinari e i meccanismi delle maggiorazioni contrattuali.

Viene attuato, inoltre, un demansionamento per le figure professionali relative alla acinellatura, defoglia tura, diradamento e spollonatura degli ulivi, raccolta delle olive, delle uve, delle patate e delle ciliegie.

Dunque vengono eliminate delle qualifiche ora ridotte alla dicitura di "operai comuni" con un solo respondsabile, provocando un danno enorme sul versante previdenziale , oltre che salariale. Un operaio, infatti, guadagna 26 euro in meno rispetto ad un operaio specializzato. Si tratta di un regalo alle imprese che lede i diritti dei lavoratori».

In ultimo, si è modificato il tempo impiegato pwe il trasporto del lavoratore dal comune di residenza swll'azienda al luogo di lavoro: dagli ex 100 minuti tra andata e ritorno, oltre il quale diventava orario lavorativo, si è passati a 250 chilometri tra andata e ritorno.

La situazione è chiara ai lavoratori, che rispondono in maniera altrettanto schietta: «L'agitazione rimarrà se non ci sarà una ripresa del tavolo di confronto provinciale del lavoro. Non è escluso che si arrivi ad una mobilitazione», conclude Gaetano Riglietti, segretario generale di Flai Cgil Bat.
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