Scuola e Lavoro
Dimensionamento scolastico ad Andria: «Servono partecipazione, confronto e condivisione!»
Nota del Movimento "La Scuola per la Scuola" sulle criticità rilevate nel piano di dimensionamento scolastico proposto dall'amministrazione comunale andriese
Andria - sabato 31 luglio 2021
11.58
É stata diffusa in questi giorni una proposta di dimensionamento scolastico ad Andria ed è subito polemica. L'assessorato alla Pubblica Istruzione ha presentato alle parti sociali (il 23 luglio scorso) un Piano di Dimensionamento Scolastico che va a modificare, in modo significativo, l'organizzazione delle Istituzioni Scolastiche Andriesi per l'annualità 2022/23. Alcune organizzazioni sindacali si oppongono, i Dirigenti sono divisi, le altre parti sociali non hanno ancora espresso una netta posizione.
Il Movimento LA SCUOLA PER LA SCUOLA si pone alcune domande in merito alla tempistica di approvazione, alle modalità di attuazione, al periodo in cui tale proposta viene presentata e non ultima, alla necessità di attuare uno "stravolgimento" in un momento storico, come quello legato alla pandemia, in cui le priorità potrebbero essere altre. «Ma andiamo con ordine - scrive il Movimento - e cerchiamo di fare chiarezza in merito al Piano di Dimensionamento.
Cosa è il Piano di dimensionamento della rete scolastica? Il Piano di dimensionamento della rete scolastica, strumento attivato già dal 2000 per razionalizzare la rete scolastica allora frammentata, è il mezzo attraverso cui gli Enti Locali propongono l'istituzione, l'aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole.
Quali gli obiettivi del dimensionamento? Innanzitutto, costruire Istituzioni Scolastiche con una popolazione definita dal legislatore come ottimale per poi assicurare una pluralità di servizi che solo le istituzioni di una certa dimensione consentono di offrire.
Quali i criteri per definire ottimale la dimensione di una scuola? Secondo il legislatore, l'optimum si verifica quando vengono garantiti l'esercizio dell'autonomia scolastica attraverso l'attivazione di economie di scala e la stabilità nel tempo alla stessa scuola; quando viene assicurato il peso istituzionale necessario per interloquire con le comunità locali nonché quando c'è la garanzia di un'offerta diversificata e articolata sul territorio, che agevoli l'esercizio del diritto all'istruzione. Il legislatore poi va a descrivere i parametri numerici per definire la dimensione necessaria ordinaria per l'assegnazione del Dirigente Scolastico e del DSGA all'Istituzione Scolastica e la tipologia di razionalizzazione: orizzontale se l'istituzione riguarda comprensori scolastici di più scuole dello stesso livello o verticale, qualora l'accorpamento interessi comprensori scolastici di livello integrato.
Come si definisce l'iter legislativo per il dimensionamento? Si tratta di un processo piramidale in cui i Comuni richiedono di inserire nel piano provinciale le deliberazioni assunte in relazione alle scuole primarie e di primo grado dei propri territori e gli Enti di Area vasta (Città metropolitane e Province) decretano il Piano di dimensionamento relativo alle scuole secondarie di secondo grado dei propri territori.
A sua volta la Provincia definisce gli ambiti territoriali ottimali secondo i parametri numerici degli alunni, le linee tendenziali e anche la morfologia dei diversi territori. È in questa fase che vanno evidenziate situazioni particolari e differenziate per le unificazioni o gli accorpamenti per le scuole statali del primo o del secondo ciclo e per quelle di valenza regionale e soprattutto le possibili motivazioni per richiedere particolari deroghe all'interno della normativa vigente. In ultimo la Regione, acquisiti i Piani provinciali, li integra nei propri strumenti di pianificazione e programmazione in materia di istruzione e avvia le procedure per il riconoscimento giuridico e dell'Autonomia alle nuove Istituzioni Scolastiche.
Effettivamente le parti coinvolte solo in questi giorni stanno apprendendo la notizia del dimensionamento con i relativi accorpamenti i quali, oltre a sconvolgere l'attuale quadro organizzativo, pongono seri interrogativi sulle eventuali ripercussioni sia in materia occupazionale che in termini di efficienza ed efficacia del servizio offerto. Riteniamo che nemmeno i rappresentanti e gli esperti più qualificati possano in brevissimo tempo apprendere la proposta e riflettere, adeguatamente, sulle reali conseguenze.
Ora, il Movimento LA SCUOLA PER LA SCUOLA si interroga in merito alla opportunità di attuare un piano che va, secondo la proposta presentata, a stravolgere l'assetto e la storia delle Istituzioni Scolastiche andriesi in un tempo così difficile come questo legato al coronavirus e con modalità tali da suscitare diverse perplessità quali i tempi di approvazione assolutamente ristretti, il periodo estivo in cui il personale docente è in ferie, l'urgenza di un simile provvedimento quando i bisogni legati al mondo della scuola sono di altra natura e di reali necessità come la mensa, il trasporto, le classi pollaio, il servizio di assistenza educativa per gli alunni disabili e soprattutto la sicurezza negli edifici e per il personale scolastico. Probabilmente agenda e tempi saranno dettati dall'Amministrazione sovraordinata ma di fatto si continua a perseguire la strada dei provvedimenti sulla scuola da prendersi nel mese di agosto, mese guarda caso quando tutti i docenti e parte degli ATA sono in ferie.
Dal momento che agli atti non risultato criticità relative all'attuale dimensionamento tali da suggerire un urgente intervento, il Movimento auspica una inversione di tendenza relativamente alle modalità di confronto e partecipazione tra Pubblica Istituzione, parti sociali e soggetti direttamente coinvolti. Si dia luogo ad un reale ed efficace confronto dando alle parti interessate la possibilità di "studiare" le proposte, formularne eventualmente altre, il tutto al fine di prevedere il più possibile le ricadute sia in termini di servizio offerto che di occupazione».
Il Movimento LA SCUOLA PER LA SCUOLA si pone alcune domande in merito alla tempistica di approvazione, alle modalità di attuazione, al periodo in cui tale proposta viene presentata e non ultima, alla necessità di attuare uno "stravolgimento" in un momento storico, come quello legato alla pandemia, in cui le priorità potrebbero essere altre. «Ma andiamo con ordine - scrive il Movimento - e cerchiamo di fare chiarezza in merito al Piano di Dimensionamento.
Cosa è il Piano di dimensionamento della rete scolastica? Il Piano di dimensionamento della rete scolastica, strumento attivato già dal 2000 per razionalizzare la rete scolastica allora frammentata, è il mezzo attraverso cui gli Enti Locali propongono l'istituzione, l'aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole.
Quali gli obiettivi del dimensionamento? Innanzitutto, costruire Istituzioni Scolastiche con una popolazione definita dal legislatore come ottimale per poi assicurare una pluralità di servizi che solo le istituzioni di una certa dimensione consentono di offrire.
Quali i criteri per definire ottimale la dimensione di una scuola? Secondo il legislatore, l'optimum si verifica quando vengono garantiti l'esercizio dell'autonomia scolastica attraverso l'attivazione di economie di scala e la stabilità nel tempo alla stessa scuola; quando viene assicurato il peso istituzionale necessario per interloquire con le comunità locali nonché quando c'è la garanzia di un'offerta diversificata e articolata sul territorio, che agevoli l'esercizio del diritto all'istruzione. Il legislatore poi va a descrivere i parametri numerici per definire la dimensione necessaria ordinaria per l'assegnazione del Dirigente Scolastico e del DSGA all'Istituzione Scolastica e la tipologia di razionalizzazione: orizzontale se l'istituzione riguarda comprensori scolastici di più scuole dello stesso livello o verticale, qualora l'accorpamento interessi comprensori scolastici di livello integrato.
Come si definisce l'iter legislativo per il dimensionamento? Si tratta di un processo piramidale in cui i Comuni richiedono di inserire nel piano provinciale le deliberazioni assunte in relazione alle scuole primarie e di primo grado dei propri territori e gli Enti di Area vasta (Città metropolitane e Province) decretano il Piano di dimensionamento relativo alle scuole secondarie di secondo grado dei propri territori.
A sua volta la Provincia definisce gli ambiti territoriali ottimali secondo i parametri numerici degli alunni, le linee tendenziali e anche la morfologia dei diversi territori. È in questa fase che vanno evidenziate situazioni particolari e differenziate per le unificazioni o gli accorpamenti per le scuole statali del primo o del secondo ciclo e per quelle di valenza regionale e soprattutto le possibili motivazioni per richiedere particolari deroghe all'interno della normativa vigente. In ultimo la Regione, acquisiti i Piani provinciali, li integra nei propri strumenti di pianificazione e programmazione in materia di istruzione e avvia le procedure per il riconoscimento giuridico e dell'Autonomia alle nuove Istituzioni Scolastiche.
Effettivamente le parti coinvolte solo in questi giorni stanno apprendendo la notizia del dimensionamento con i relativi accorpamenti i quali, oltre a sconvolgere l'attuale quadro organizzativo, pongono seri interrogativi sulle eventuali ripercussioni sia in materia occupazionale che in termini di efficienza ed efficacia del servizio offerto. Riteniamo che nemmeno i rappresentanti e gli esperti più qualificati possano in brevissimo tempo apprendere la proposta e riflettere, adeguatamente, sulle reali conseguenze.
Ora, il Movimento LA SCUOLA PER LA SCUOLA si interroga in merito alla opportunità di attuare un piano che va, secondo la proposta presentata, a stravolgere l'assetto e la storia delle Istituzioni Scolastiche andriesi in un tempo così difficile come questo legato al coronavirus e con modalità tali da suscitare diverse perplessità quali i tempi di approvazione assolutamente ristretti, il periodo estivo in cui il personale docente è in ferie, l'urgenza di un simile provvedimento quando i bisogni legati al mondo della scuola sono di altra natura e di reali necessità come la mensa, il trasporto, le classi pollaio, il servizio di assistenza educativa per gli alunni disabili e soprattutto la sicurezza negli edifici e per il personale scolastico. Probabilmente agenda e tempi saranno dettati dall'Amministrazione sovraordinata ma di fatto si continua a perseguire la strada dei provvedimenti sulla scuola da prendersi nel mese di agosto, mese guarda caso quando tutti i docenti e parte degli ATA sono in ferie.
Dal momento che agli atti non risultato criticità relative all'attuale dimensionamento tali da suggerire un urgente intervento, il Movimento auspica una inversione di tendenza relativamente alle modalità di confronto e partecipazione tra Pubblica Istituzione, parti sociali e soggetti direttamente coinvolti. Si dia luogo ad un reale ed efficace confronto dando alle parti interessate la possibilità di "studiare" le proposte, formularne eventualmente altre, il tutto al fine di prevedere il più possibile le ricadute sia in termini di servizio offerto che di occupazione».