Politica
Avv. Di Lorenzo: "Il Comune applica erroneamente la tariffa sulla tassa rifiuti"
Il rappresentante dell'associazione "Libertà & Partecipazione" fornisce le spiegazioni sul caso
Andria - sabato 28 ottobre 2017
11.38 Comunicato Stampa
"Il Comune di Andria applicherebbe erroneamente la tariffa sulla tassa rifiuti".
A sostenere questa deflagrante (per le esangui casse comunali!) dichiarazione è l'avvocato Michele Di Lorenzo, ex assessore nelle passate amministrazioni comunali di centro sinistra e ora esponente dell'associazione culturale "Libertà è Partecipazione".
"La conferma è giunta durante il question time nella seduta parlamentare del 19 ottobre 2017. Infatti, nella suddetta circostanza, gli interroganti hanno chiesto di sapere se la quota variabile della tassa sui rifiuti (TARI) debba essere calcolata una sola volta per tipologia di occupazione, ad esempio per una utenza domestica, pur se questa risulti costituita da più superfici. In situazioni simili (ad esempio una superficie complessiva di 150 mq. di cui 100 mq. relativi all'appartamento, 30 mq. al garage e 20 mq. alla cantina), i Comuni talvolta moltiplicano la quota variabile sia in relazione all'appartamento che alle due pertinenze, determinando una tariffa notevolmente più elevata rispetto a quella che risulterebbe considerando la quota variabile una sola volta rispetto alla superficie totale.
Per la Tari, è illegittimo il calcolo della quota variabile anche sulle pertinenze. A stabilirlo è il MEF, che rispondendo all'interrogazione n. 5-10764 apre la strada alla presentazione di domande di rimborso. Sono molti i Comuni che negli anni hanno calcolato la Tari addebitando ai contribuenti, oltre alla quota fissa e alla quota variabile delle utenze domestiche, anche la parte variabile sulle pertinenze. Il doppio calcolo della quota variabile, applicata non sull'intera superficie dell'immobile ma su abitazione e relative pertinenze, ha comportato quella che dalla stampa e dalle associazioni in difesa dei diritti dei contribuenti è stata definita la Tari gonfiata, una truffa che ha portato ad aumenti considerevoli sulla tassa rifiuti. Il parere del MEF stabilisce definitamente le regole per il calcolo della Tari, confermando che la quota variabile della tassa rifiuti si calcola una sola volta e non separatamente per le utenze domestiche e per le pertinenze Infatti dalla legge (il riferimento è al D.P.R. n. 158/1999), non si ricava la possibilità di computare la quota variabile sia in riferimento all'appartamento che per le pertinenze.
Come è evidente -prosegue l'avv. Di Lorenzo- stiamo parlando di qualcosa che può configurarsi come una vera truffa della "quota variabile" della Tari moltiplicata da parte di centinaia di Comuni sulle pertinenze. La questione è stata chiarita dal sottosegretario all'Economia Pier Carlo Baretta, che ha spiegato come nella Tares, e quindi nella Tari che l'ha sostituita, "la parte variabile della tariffa va computata una sola volta, considerando l'intera superficie dell'utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze situate nello stesso Comune".
LA COSIDDETTA TRUFFA si realizza nella Tari dove si paga una quota fissa, legata ai metri quadrati dell'abitazione, e una quota variabile che dipende dal numero dei componenti della famiglia. Quello che viene fatto da alcune amministrazioni comunali è di conteggiare la quota variabile non una sola volta sull'insieme di abitazione e pertinenze (garage, cantine) ma replicandola per l'appartamento e per ogni pertinenza. Con un AGGRAVIO PER LE FAMIGLIE – Stando ai primi calcoli: per una famiglia di quattro persone che vivono in un appartamento da 100 metri quadrati con box e cantina, il calcolo corretto della Tari è maggiorato dal comune di Andria di almeno 100 euro all'anno. Pertanto, "con un artificio contabile ai limiti della truffa – La tassa rifiuti che è tra i balzelli più odiati dai cittadini perché, di fatto, è una vera patrimoniale sui metri quadri della propria casa a prescindere dalla produzione di rifiuti e dal servizio di raccolta e smaltimento spesso inefficiente o del tutto assente.
Per fortuna la giurisprudenza sta affermando che i cittadini non sono soltanto bancomat da spremere a piacimento da parte di Comuni incapaci di gestire i servizi indispensabili". Come Associazione avevamo sin dall'origine dell'istituenda TARES, rilevato le anomalie della quota variabile, come risulta dai vari comunicati inviati alla stampa e pubblicati negli ultimi anni, perciò, "CHIEDIAMO" all'amministrazione comunale la rideterminazione delle cartelle della tassa rifiuti oggi TARI dal 2012 al 2017, con rimborso e/o compensazione con la tassa 2018 per il recupero delle somme erroneamente pagati dai contribuenti, delle pertinenze sulla quota variabile(componenti). Per pura informazione, si precisa che solo il 10% dei comuni d'Italia ha applicato questo metodo illegittimo che di fatto replica la tassa, e comunque molti di questi comune stanno adeguandosi alla normativa. Il nostro Comune cosa ha intenzione di fare? Infine, per quanto sopra esplicitato, si chiede un minimo di responsabilità affinché, non si mettano in campo ulteriori ricorsi, come si è fatto con l'IMU 2015 (ancora in attesa di pronuncia del TAR PUGLIA). In questo caso, infatti, il rischio è quello di attivare decine di migliaia di ricorsi con l'aggravio di un danno erariale", conclude l'avvocato Michele Di Lorenzo.
A sostenere questa deflagrante (per le esangui casse comunali!) dichiarazione è l'avvocato Michele Di Lorenzo, ex assessore nelle passate amministrazioni comunali di centro sinistra e ora esponente dell'associazione culturale "Libertà è Partecipazione".
"La conferma è giunta durante il question time nella seduta parlamentare del 19 ottobre 2017. Infatti, nella suddetta circostanza, gli interroganti hanno chiesto di sapere se la quota variabile della tassa sui rifiuti (TARI) debba essere calcolata una sola volta per tipologia di occupazione, ad esempio per una utenza domestica, pur se questa risulti costituita da più superfici. In situazioni simili (ad esempio una superficie complessiva di 150 mq. di cui 100 mq. relativi all'appartamento, 30 mq. al garage e 20 mq. alla cantina), i Comuni talvolta moltiplicano la quota variabile sia in relazione all'appartamento che alle due pertinenze, determinando una tariffa notevolmente più elevata rispetto a quella che risulterebbe considerando la quota variabile una sola volta rispetto alla superficie totale.
Per la Tari, è illegittimo il calcolo della quota variabile anche sulle pertinenze. A stabilirlo è il MEF, che rispondendo all'interrogazione n. 5-10764 apre la strada alla presentazione di domande di rimborso. Sono molti i Comuni che negli anni hanno calcolato la Tari addebitando ai contribuenti, oltre alla quota fissa e alla quota variabile delle utenze domestiche, anche la parte variabile sulle pertinenze. Il doppio calcolo della quota variabile, applicata non sull'intera superficie dell'immobile ma su abitazione e relative pertinenze, ha comportato quella che dalla stampa e dalle associazioni in difesa dei diritti dei contribuenti è stata definita la Tari gonfiata, una truffa che ha portato ad aumenti considerevoli sulla tassa rifiuti. Il parere del MEF stabilisce definitamente le regole per il calcolo della Tari, confermando che la quota variabile della tassa rifiuti si calcola una sola volta e non separatamente per le utenze domestiche e per le pertinenze Infatti dalla legge (il riferimento è al D.P.R. n. 158/1999), non si ricava la possibilità di computare la quota variabile sia in riferimento all'appartamento che per le pertinenze.
Come è evidente -prosegue l'avv. Di Lorenzo- stiamo parlando di qualcosa che può configurarsi come una vera truffa della "quota variabile" della Tari moltiplicata da parte di centinaia di Comuni sulle pertinenze. La questione è stata chiarita dal sottosegretario all'Economia Pier Carlo Baretta, che ha spiegato come nella Tares, e quindi nella Tari che l'ha sostituita, "la parte variabile della tariffa va computata una sola volta, considerando l'intera superficie dell'utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze situate nello stesso Comune".
LA COSIDDETTA TRUFFA si realizza nella Tari dove si paga una quota fissa, legata ai metri quadrati dell'abitazione, e una quota variabile che dipende dal numero dei componenti della famiglia. Quello che viene fatto da alcune amministrazioni comunali è di conteggiare la quota variabile non una sola volta sull'insieme di abitazione e pertinenze (garage, cantine) ma replicandola per l'appartamento e per ogni pertinenza. Con un AGGRAVIO PER LE FAMIGLIE – Stando ai primi calcoli: per una famiglia di quattro persone che vivono in un appartamento da 100 metri quadrati con box e cantina, il calcolo corretto della Tari è maggiorato dal comune di Andria di almeno 100 euro all'anno. Pertanto, "con un artificio contabile ai limiti della truffa – La tassa rifiuti che è tra i balzelli più odiati dai cittadini perché, di fatto, è una vera patrimoniale sui metri quadri della propria casa a prescindere dalla produzione di rifiuti e dal servizio di raccolta e smaltimento spesso inefficiente o del tutto assente.
Per fortuna la giurisprudenza sta affermando che i cittadini non sono soltanto bancomat da spremere a piacimento da parte di Comuni incapaci di gestire i servizi indispensabili". Come Associazione avevamo sin dall'origine dell'istituenda TARES, rilevato le anomalie della quota variabile, come risulta dai vari comunicati inviati alla stampa e pubblicati negli ultimi anni, perciò, "CHIEDIAMO" all'amministrazione comunale la rideterminazione delle cartelle della tassa rifiuti oggi TARI dal 2012 al 2017, con rimborso e/o compensazione con la tassa 2018 per il recupero delle somme erroneamente pagati dai contribuenti, delle pertinenze sulla quota variabile(componenti). Per pura informazione, si precisa che solo il 10% dei comuni d'Italia ha applicato questo metodo illegittimo che di fatto replica la tassa, e comunque molti di questi comune stanno adeguandosi alla normativa. Il nostro Comune cosa ha intenzione di fare? Infine, per quanto sopra esplicitato, si chiede un minimo di responsabilità affinché, non si mettano in campo ulteriori ricorsi, come si è fatto con l'IMU 2015 (ancora in attesa di pronuncia del TAR PUGLIA). In questo caso, infatti, il rischio è quello di attivare decine di migliaia di ricorsi con l'aggravio di un danno erariale", conclude l'avvocato Michele Di Lorenzo.