Commento
Dehors, Unimpresa Bat: "Per Andria lunedì 21 maggio sarà una giornata decisiva"
Montaruli: "Ora la politica rischia di fare ancor più danni oltre a quelli causati dalla sua inerzia"
Andria - lunedì 21 maggio 2018
06.00 Comunicato Stampa
Che la questione dehors potesse diventare argomento da campagna elettorale lo si prevedeva ed ecco che puntualmente è accaduto.
A tornare su questo tema è Savino Montaruli, responsabile Unimpresa per la Bat: "E' accaduto a Barletta nel corso dell'incontro tenutosi presso il capannone dell'Incubatore della Creatività chiamato Future Center, allestito e finanziato con soldi pubblici e ancora indefinito nella sua mission, senza neppure un impianto audio. Pare addirittura stia accadendo identica cosa a livello regionale con audizioni e non si sa cos'altro che potrebbero scatenare una serie di controlli a tappeto e la responsabilità, in questo caso, sarebbero gravissime e riconducibili a coloro che di questo argomento continuano a farne uso ed abuso affermando posizioni del tutto autocratiche e spesso non corrispondenti e discordanti con la realtà. Mentre per la città di Andria la giornata di lunedì 21 maggio prossimo potrebbe rivelarsi quella decisiva, almeno così affermano dal comune di Andria ma pare che la Soprintendenza, con la quale abbiamo parlato ancora e di nuovo la mattina del giorno venerdì 18 maggio, non la penserebbe proprio così e noi crediamo all'Autorità foggiana, per le altre città il caos regna ancora totale: regna a Canosa di Puglia, nonostante l'approvazione in consiglio comunale del Regolamento "vistato" dalla stessa Soprintendenza così come regna in altre città dove molte cose venivano date per scontate ma scontate non lo sono affatto, anzi tutt'altro.
Barletta dunque in piena campagna elettorale sembra dimenticare l'inettitudine dell'Amministrazione comunale rispetto a questo argomento con i nuovi pretendenti al trono a gettare fango e veleno sulla passata Amministrazione Cascella ed altri personaggi che pretenderebbero di scrivere la "storia" discutendo in Regione Puglia la quale, evidentemente, anche su questo argomento, ha dormito sonni tranquilli identici a quelli dei suoi privilegiati interlocutori territoriali tutti impegnati a far cosa non si sa.
In tutto questo gran pasticcio le Amministrazioni comunali, quelle stesse che per anni hanno autorizzato strutture che oggi vengono definite abusive o non in regola; che hanno alimentato i sogni e le fantasie degli esercenti incitandoli a fare investimenti sostanziosi che oggi andrebbero buttati alle ortiche e che se ne sono altamente fregate, nel tempo, di considerare la Soprintendenza ignorandola completamente, si fanno avanti e aumentano la dose. Infatti ad Andria stanno pervenendo agli esercenti delle note da parte dell'Ufficio Commercio nelle quali espressamente si dichiara il diniego al rilascio delle autorizzazioni per i dehors in assenza del pagamento della Tassa Rifiuti da parte dell'Esercente. A parte il fatto che non trattasi di Tosap quindi la legittimità di quelle richieste relative alla TaRi andrebbe tutta verificata, sta di fatto che quest'altra azione vessatoria viene perpetrata ai danni degli esercenti Pubblici (Bar – Ristoranti – pizzerie ed esercizi similari) che già lo scorso anno avevano vista raddoppiare la tassa rifiuti moltiplicatasi per quasi sette volte in pochissimi anni, nonostante la raccolta differenziata, con ulteriori aumenti per il 2018 e cifre che ammontano a molte migliaia di euro per occupazioni standard, in presenza di un servizio sempre più scadente e dati della differenziata in picchiata al limite del 50%, con strade e campagne sempre ricolme di sterco.
Caos su caos in un ambiente, quello andriese, diventato ostile per le imprese che vengono portate allo stremo e che non ce la fanno più a resistere di fronte ad un contesto economico difficilissimo, senza politiche attive del lavoro, senza incentivi, in assenza di politiche del turismo e tutto fine a se stesso, senza alcun circuito virtuoso che porti alle imprese reali opportunità lavorative ma solo passività dovute ad incapacità politica ed amministrativa. Siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo e la nostra è una preoccupazione condivisa da moltissimi, soprattutto da coloro che vivono queste realtà, che non tacciono per accondiscendenza o servilismo polisindacale e che non hanno alcuna intenzione di sottostare a capricci e inettitudine di classi politiche senza valore e di un sistema dirigenziale altrettanto discutibile", conclude per Unimpresa Bat, Savino Montaruli.
A tornare su questo tema è Savino Montaruli, responsabile Unimpresa per la Bat: "E' accaduto a Barletta nel corso dell'incontro tenutosi presso il capannone dell'Incubatore della Creatività chiamato Future Center, allestito e finanziato con soldi pubblici e ancora indefinito nella sua mission, senza neppure un impianto audio. Pare addirittura stia accadendo identica cosa a livello regionale con audizioni e non si sa cos'altro che potrebbero scatenare una serie di controlli a tappeto e la responsabilità, in questo caso, sarebbero gravissime e riconducibili a coloro che di questo argomento continuano a farne uso ed abuso affermando posizioni del tutto autocratiche e spesso non corrispondenti e discordanti con la realtà. Mentre per la città di Andria la giornata di lunedì 21 maggio prossimo potrebbe rivelarsi quella decisiva, almeno così affermano dal comune di Andria ma pare che la Soprintendenza, con la quale abbiamo parlato ancora e di nuovo la mattina del giorno venerdì 18 maggio, non la penserebbe proprio così e noi crediamo all'Autorità foggiana, per le altre città il caos regna ancora totale: regna a Canosa di Puglia, nonostante l'approvazione in consiglio comunale del Regolamento "vistato" dalla stessa Soprintendenza così come regna in altre città dove molte cose venivano date per scontate ma scontate non lo sono affatto, anzi tutt'altro.
Barletta dunque in piena campagna elettorale sembra dimenticare l'inettitudine dell'Amministrazione comunale rispetto a questo argomento con i nuovi pretendenti al trono a gettare fango e veleno sulla passata Amministrazione Cascella ed altri personaggi che pretenderebbero di scrivere la "storia" discutendo in Regione Puglia la quale, evidentemente, anche su questo argomento, ha dormito sonni tranquilli identici a quelli dei suoi privilegiati interlocutori territoriali tutti impegnati a far cosa non si sa.
In tutto questo gran pasticcio le Amministrazioni comunali, quelle stesse che per anni hanno autorizzato strutture che oggi vengono definite abusive o non in regola; che hanno alimentato i sogni e le fantasie degli esercenti incitandoli a fare investimenti sostanziosi che oggi andrebbero buttati alle ortiche e che se ne sono altamente fregate, nel tempo, di considerare la Soprintendenza ignorandola completamente, si fanno avanti e aumentano la dose. Infatti ad Andria stanno pervenendo agli esercenti delle note da parte dell'Ufficio Commercio nelle quali espressamente si dichiara il diniego al rilascio delle autorizzazioni per i dehors in assenza del pagamento della Tassa Rifiuti da parte dell'Esercente. A parte il fatto che non trattasi di Tosap quindi la legittimità di quelle richieste relative alla TaRi andrebbe tutta verificata, sta di fatto che quest'altra azione vessatoria viene perpetrata ai danni degli esercenti Pubblici (Bar – Ristoranti – pizzerie ed esercizi similari) che già lo scorso anno avevano vista raddoppiare la tassa rifiuti moltiplicatasi per quasi sette volte in pochissimi anni, nonostante la raccolta differenziata, con ulteriori aumenti per il 2018 e cifre che ammontano a molte migliaia di euro per occupazioni standard, in presenza di un servizio sempre più scadente e dati della differenziata in picchiata al limite del 50%, con strade e campagne sempre ricolme di sterco.
Caos su caos in un ambiente, quello andriese, diventato ostile per le imprese che vengono portate allo stremo e che non ce la fanno più a resistere di fronte ad un contesto economico difficilissimo, senza politiche attive del lavoro, senza incentivi, in assenza di politiche del turismo e tutto fine a se stesso, senza alcun circuito virtuoso che porti alle imprese reali opportunità lavorative ma solo passività dovute ad incapacità politica ed amministrativa. Siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo e la nostra è una preoccupazione condivisa da moltissimi, soprattutto da coloro che vivono queste realtà, che non tacciono per accondiscendenza o servilismo polisindacale e che non hanno alcuna intenzione di sottostare a capricci e inettitudine di classi politiche senza valore e di un sistema dirigenziale altrettanto discutibile", conclude per Unimpresa Bat, Savino Montaruli.