Vita di città
Dehors ad Andria, ecco le ragioni del ricorso contro il nuovo regolamento
Conferenza stampa questa mattina nella sede della Confcommercio
Andria - venerdì 11 ottobre 2019
16.30
Si è svolta questa mattina, 11 ottobre, presso la sede della Confcommercio di Andria, la conferenza stampa per illustrare le ragioni del ricorso al Tar contro il nuovo regolamento sui dehors approvato dal commissario prefettizio a luglio scorso. I contenuti del ricorso sono stati illustrati dall'avvocato Fulvio Mastroviti, alla presenza di Claudio Sinisi, delegato Confcommercio Andria, Mario Landriscina, direttore Confesercenti Bari-Bat, Leo Carriera, direttore Confcommercio Bari-Bat e di un gruppo di gestori di locali della città.
L'avvocato Mastroviti ha riassunto il contenuto del ricorso brevemente nei seguenti termini: "Gli operatori commerciali i cui esercizi sono ubicati al corso Cavour e alla piazza Imbriani, ricadenti dunque nell'ambito 3 del recente Regolamento "dehors", hanno presentato ricorso al TAR Puglia per l'impugnazione del detto Regolamento facendo valere le seguenti illegittimità: a) violazione dei diritti partecipativi dei ricorrenti perché il Regolamento è stato approvato in assenza di qualsivoglia forma di consultazione e/o partecipazione; b) il Commissario prefettizio si è limitato a recepire acriticamente le modifiche imposte dalla Soprintendenza, in particolare per quanto attiene alla zona ricadente in ambito 3, senza esperire alcuna indagine e senza attivare la preventiva intesa con la Regione, oltre che con la Soprintendenza; in tal senso sono state irragionevolmente ed immotivatamente modificate le prescrizioni dettate dal precedente Regolamento approvato dal Consiglio comunale, la cui disciplina era frutto di una ponderata ricognizione e valutazione dello stato dei luoghi; c) singole prescrizioni del Regolamento (ad es. quelle che attengono all'obbligo di osservare distanze minime da ogni tipo di ostacolo o dagli accessi ai fabbricati o quelle che attengono all'obbligo di presentare una scia edilizia) risultano in contrasto con la vigente normativa di legge. Il Ricorso conclude chiedendo l'annullamento del Regolamento in parte qua e medio tempore la sospensione dell'efficacia".
Il delegato della Confcommercio di Andria, Claudio Sinisi ha evidenziato "il lavoro fatto in sinergia tra le due associazioni di categoria in merito alla problematica sollevata dagli operatori commerciali. Grazie all'intervento di consulenti tecnici siamo riusciti a metter in evidenza le lacune del nuovo regolamento che abbiamo trasmesso allo stesso commissario prefettizio. Osservazioni che comunque hanno portato almeno al risultato della delibera n. 78 del 26 settembre, con la quale si è reintrodotta la liberalizzazione sulla distanza di 1,5 mt dall'arredo urbano, salvando diversi dehors. Mentre le altre lacune, soprattutto nell'ambito 3, restano tutte e sono contenute nel ricorso. Il problema del nuovo regolamento sta nel fatto che non è stato concertato ma soprattutto che ha sostituito uno approvato solo sei mesi prima".
"Con la presentazione del ricorso dimostriamo che ci sono eccome, nonostante chi la pensi diversamente, gli estremi per mettere in campo la nostra politica sindacale. Siamo dalla parte degli imprenditori che in questo caso sono stati danneggiati due volte: innanzitutto perché ci troviamo davanti a due regolamenti in pochi mesi e poi non capiamo perché sia mancata la concertazione che con la precedente amministrazione, in particolare con l'allora assessore Pierpaolo Matera, c'è stata. Vorremmo che le imprese siano messe nelle condizioni di offrire servizi al turismo, dare occupazione e destagionalizzare. Crediamo così di aver sollevato un problema che dovrà essere affrontato dalla politica a livello regionale, serve un tavolo di concertazione, così come previsto dal Testo unico dei beni culturali. Tutti vogliamo salvaguardare i beni storici e culturali delle nostre città ma è impensabile che si creino vincoli in aree dove, invece, si sono costruiti palazzi fino a pochi anni fa, come per esempio accaduto in corso Cavour ad Andria, zona che oggi si decide di vincolare nel regolamento dei dehors", ha aggiunto Mario Landriscina, direttore Confesercenti Bari-Bat.
"Siamo convinti che il dialogo e la condivisione siano imprescindibili quando si devono prendere queste decisioni che a cascata riguardano cittadini e commercianti. Abbiamo seguito le vicende relative ai dehors anche in altri Comuni. A Bari, per esempio, l'amministrazione l'ha fatta da padrone nei rapporti con la Sovrintendenza e siamo giunti ad una riflessione e ad un rinvio. Stessa cosa è accaduta a Bisceglie l'anno scorso: ci siamo confrontati su via Porto e anche lì abbiamo trovato una strada. Dove c'è dialogo si riesce a risolvere i problemi. Auspichiamo che ad Andria si apra un dialogo a tutto vantaggio delle imprese che in questo momento, più che mai, sono alle prese con tanti problemi", conclude Leo Carriera, direttore Confcommercio Bari-Bat.
L'avvocato Mastroviti ha riassunto il contenuto del ricorso brevemente nei seguenti termini: "Gli operatori commerciali i cui esercizi sono ubicati al corso Cavour e alla piazza Imbriani, ricadenti dunque nell'ambito 3 del recente Regolamento "dehors", hanno presentato ricorso al TAR Puglia per l'impugnazione del detto Regolamento facendo valere le seguenti illegittimità: a) violazione dei diritti partecipativi dei ricorrenti perché il Regolamento è stato approvato in assenza di qualsivoglia forma di consultazione e/o partecipazione; b) il Commissario prefettizio si è limitato a recepire acriticamente le modifiche imposte dalla Soprintendenza, in particolare per quanto attiene alla zona ricadente in ambito 3, senza esperire alcuna indagine e senza attivare la preventiva intesa con la Regione, oltre che con la Soprintendenza; in tal senso sono state irragionevolmente ed immotivatamente modificate le prescrizioni dettate dal precedente Regolamento approvato dal Consiglio comunale, la cui disciplina era frutto di una ponderata ricognizione e valutazione dello stato dei luoghi; c) singole prescrizioni del Regolamento (ad es. quelle che attengono all'obbligo di osservare distanze minime da ogni tipo di ostacolo o dagli accessi ai fabbricati o quelle che attengono all'obbligo di presentare una scia edilizia) risultano in contrasto con la vigente normativa di legge. Il Ricorso conclude chiedendo l'annullamento del Regolamento in parte qua e medio tempore la sospensione dell'efficacia".
Il delegato della Confcommercio di Andria, Claudio Sinisi ha evidenziato "il lavoro fatto in sinergia tra le due associazioni di categoria in merito alla problematica sollevata dagli operatori commerciali. Grazie all'intervento di consulenti tecnici siamo riusciti a metter in evidenza le lacune del nuovo regolamento che abbiamo trasmesso allo stesso commissario prefettizio. Osservazioni che comunque hanno portato almeno al risultato della delibera n. 78 del 26 settembre, con la quale si è reintrodotta la liberalizzazione sulla distanza di 1,5 mt dall'arredo urbano, salvando diversi dehors. Mentre le altre lacune, soprattutto nell'ambito 3, restano tutte e sono contenute nel ricorso. Il problema del nuovo regolamento sta nel fatto che non è stato concertato ma soprattutto che ha sostituito uno approvato solo sei mesi prima".
"Con la presentazione del ricorso dimostriamo che ci sono eccome, nonostante chi la pensi diversamente, gli estremi per mettere in campo la nostra politica sindacale. Siamo dalla parte degli imprenditori che in questo caso sono stati danneggiati due volte: innanzitutto perché ci troviamo davanti a due regolamenti in pochi mesi e poi non capiamo perché sia mancata la concertazione che con la precedente amministrazione, in particolare con l'allora assessore Pierpaolo Matera, c'è stata. Vorremmo che le imprese siano messe nelle condizioni di offrire servizi al turismo, dare occupazione e destagionalizzare. Crediamo così di aver sollevato un problema che dovrà essere affrontato dalla politica a livello regionale, serve un tavolo di concertazione, così come previsto dal Testo unico dei beni culturali. Tutti vogliamo salvaguardare i beni storici e culturali delle nostre città ma è impensabile che si creino vincoli in aree dove, invece, si sono costruiti palazzi fino a pochi anni fa, come per esempio accaduto in corso Cavour ad Andria, zona che oggi si decide di vincolare nel regolamento dei dehors", ha aggiunto Mario Landriscina, direttore Confesercenti Bari-Bat.
"Siamo convinti che il dialogo e la condivisione siano imprescindibili quando si devono prendere queste decisioni che a cascata riguardano cittadini e commercianti. Abbiamo seguito le vicende relative ai dehors anche in altri Comuni. A Bari, per esempio, l'amministrazione l'ha fatta da padrone nei rapporti con la Sovrintendenza e siamo giunti ad una riflessione e ad un rinvio. Stessa cosa è accaduta a Bisceglie l'anno scorso: ci siamo confrontati su via Porto e anche lì abbiamo trovato una strada. Dove c'è dialogo si riesce a risolvere i problemi. Auspichiamo che ad Andria si apra un dialogo a tutto vantaggio delle imprese che in questo momento, più che mai, sono alle prese con tanti problemi", conclude Leo Carriera, direttore Confcommercio Bari-Bat.