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In Puglia è allarme agromafie

E' ormai escalation di furti nelle campagne. I timori di Coldiretti e Cia

Drammatico spaccato sull'illegalità in agricoltura, illustrato in audizione alla "Commissione consiliare speciale di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia" del Consiglio regionale. Nei giorni scorsi l'allarme sull'escalation di furti lanciato dalla Confederazione Italiana Agricoltori.

A Bari in Puglia le fattispecie criminose più significative sono costituite dalla sofisticazione - soprattutto dell'ortofrutta e dell'olio - ma si assiste anche ad una escalation di furti nelle campagne di mezzi agricoli, prodotti, fili di rame e tutto quanto inibisce il sano svolgimento dell'attività agricola nelle aree rurali. E' lo spaccato illustrato da Coldiretti Puglia, nel corso dell'audizione in "Commissione consiliare speciale di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia" al Consiglio regionale. Richiesti interventi duri, capillari e incisivi contro i fenomeni dilaganti nelle campagne pugliesi. E' emerso, tra l'altro come il fenomeno delle agromafie, nel corso dei cinque anni considerati, abbia accresciuto la propria intensità in particolar modo in Puglia (Bari: 1,39%; Taranto: 1,30%; Barletta-Andria- Trani: 1,27%). Palma nera alla provincia di Bari, rientrata a pieno titolo nella top ten della graduatoria che fotografa l'intensità del fenomeno delle agromafie nelle province italiane. Si piazza al decimo posto, seguita a ruota da Taranto al 15esimo, la provincia di Barletta-Andria-Trani al 18esimo posto, Lecce al 28esimo, Brindisi e Foggia rispettivamente al 46esimo e 47esimo posto. I ruoli si invertono se ad essere fotografato è l'indice di permeabilità delle agromafie che raggiunge 100 a Foggia, 66,80 a Brindisi, 44,75 nella BAT, 34,56 a Taranto, 30,75 a Bari e, infine, 25,94 a Lecce.

"L'olio extravergine di oliva pugliese - dice Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia - è sotto continui attacchi da parte degli agropirati senza scrupoli che 'drogano' il mercato dell'olio extravergine di qualità con un inevitabile danno a carico del territorio, delle imprese e dei consumatori. Oltre ai furti di rame, prodotti e mezzi agricoli, stiamo registrando fenomeni estorsivi, chiaramente evidenziati dai numerosi tendoni e ceppi di uva tagliati. Il fronte dell'illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all'attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari. I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano la "porta di ingresso principale" della malavita organizzata e spicciola nella vita dell'imprenditore e nella regolare conduzione aziendale".
Il volume d'affari complessivo annuale dell'agromafia è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell'ultimo anno. Il rapporto evidenzia che tale stima rimane, con tutta probabilità, ancora largamente approssimativa per difetto, perché restano inevitabilmente fuori i proventi derivanti da operazioni condotte "estero su estero" dalle organizzazioni criminali, gli investimenti effettuati in diverse parti del mondo, le attività speculative poste in essere attraverso la creazione di fondi di investimento operanti nelle diverse piazze finanziarie, il trasferimento formalmente legale di fondi attraverso i money transfer in collaborazione con fiduciarie anonime e la cosiddetta banca di "tramitazione", che veicola il denaro verso la sua destinazione finale. La filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per attirare l'interesse di organizzazioni che via via abbandonano l'abito "militare" per vestire il "doppiopetto" e il "colletto bianco", come si diceva un tempo, riuscendo così a scoprire e meglio gestire i vantaggi della globalizzazione, delle nuove tecnologie, dell'economia e della finanza 3.0.
"Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame – continua Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - letteralmente volatilizzati lasciando le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali. Capitolo a parte merita il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio 'made in Puglia', a danno dell'imprenditoria agricola pugliesi e dei consumatori".

Ed anche la Confederazione Italiana Agricoltori ha puntato l'indice su questa drammatica situazione, chiedendo l'intervento delle Autorità competenti.

Da Foggia alla punta estrema della Puglia, passando per la Bat, Bari, Brindisi, Lecce e Taranto, non c'è tregua per gli agricoltori che continuano a essere vittime di bande criminali che mettono a segno furti a ripetizione nelle campagne. Dell'emergenza criminalità che si è abbattuta sulle aziende agricole pugliesi se n'è discusso nei giorni scorsi durante un convegno organizzato da CIA Agricoltori Italiani incentrato su un tema di drammatica attualità, "La grave crisi economica legata agli atti criminosi nelle campagne".

La campagna di ascolto. Le sedi CIA Puglia, attive su tutto il territorio regionale, stanno lavorando da diversi anni – e in modo ancora più determinato negli ultimi mesi – per ascoltare gli agricoltori e raccogliere il loro grido d'allarme sulla gravità degli atti criminosi che danneggiano l'economia pugliese e, in modo particolare, le aziende agricole e zootecniche. Furti di macchinari, razzia di prodotti e produzioni già trasformate, assalti notturni alle aziende e danneggiamento doloso di vigneti, frutteti e campi coltivati hanno raggiunto negli ultimi anni un livello insostenibile.

Più risorse per l'intelligence. Per CIA Agricoltori Italiani della Puglia, tutte le iniziative istituzionali e private tese ad aumentare prevenzione, sicurezza e repressione dei fenomeni criminosi in atto sono non solo necessarie, ma fondamentali. Uno sforzo comune va sostenuto per quanto riguarda il potenziamento delle risorse a disposizione di una più accurata e continua azione di intelligence, un'azione di indagine accurata, ad ampio raggio, che individui non solo la manovalanza criminale ma anche e soprattutto la rete attraverso la quale la grande criminalità ha trasformato la drammatica insicurezza delle campagne in un business miliardario che ha connessioni con l'estero. I furti nelle campagne, infatti, soprattutto quelli che riguardano mezzi agricoli di grande valore, alimentano un commercio illegale con snodi in tutto il Mediterraneo.

I danni e le contromisure. I furti incidono per milioni e milioni di euro sulla dotazione tecnica e infrastrutturale delle aziende agricole, oltre che sulla crescita esponenziale dei costi necessari ad approntare delle difese. Negli scorsi mesi, su tutto il territorio regionale si sono registrati decine di casi, alcuni finiti tragicamente. Il controllo del territorio attraverso sistemi di videosorveglianza e altre tecnologie ha un costo molto elevato, ma è una delle misure più concrete per scoraggiare almeno in parte i continui assalti di cui sono vittime gli agricoltori. A partire dal Pon, il Programma Operativo Nazionale "Legalità", è necessario che le istituzioni regionali e comunali effettuino una ricognizione delle risorse e dei progetti utili a sostenere una decisa azione di prevenzione che migliori i livelli di sicurezza nelle zone rurali, soprattutto quelle più isolate. E' necessario che le Prefetture convochino, periodicamente, dei tavoli per monitorare costantemente il fenomeno.

La sicurezza, precondizione per lo sviluppo. Garantire la sicurezza ai cittadini e agli imprenditori delle zone rurali è condizione essenziale per lo sviluppo. CIA Agricoltori Italiani della Puglia è a disposizione per valutare assieme a tutti gli attori istituzionali e alle forze dell'ordine ogni utile e concreta proposta per affrontare la questione e contrastare l'assalto della criminalità alle nostre campagne. Gli agricoltori sono sfiniti, esasperati, hanno paura e non ce la fanno più a sostenere una situazione che peggiora di giorno in giorno. Servono azioni concrete, ragionate, una consapevolezza diffusa e radicata di un problema enorme. Il primo passo è denunciare. I semplici cittadini, i lavoratori delle campagne, gli imprenditori agricoli abbiano il coraggio e la coscienza di denunciare i delinquenti, i loro soprusi, le minacce. Questo è un passo essenziale. Dopo di che è necessario che con il contributo di tutti si possano attuare proposte concrete per affrontare il problema.
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