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Religioni

Dare senso al dolore

Riflessione di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria

Dopo il ricordo dei martiri dell'Olocausto e delle Foibe, ecco l'11 febbraio "Giornata del Malato" istituita dalla Chiesa Cattolica: giornate nelle quali il dolore bussa forte, più intensi si fanno i sussulti e le inquietudini del cuore e cresce la domanda: "Perché il dolore? Chi può dare senso al dolore?". Da qui la spinta a ripassare alcune storie e alcuni volti segnati dal dolore e, coincidenza ha voluto, che ne trovassi uno che mi ha riportato proprio ad Auschwitz: "Il volto di Etty Hillesum, ebrea, morta proprio in quel campo a ventinove anni".

Pur non essendo religiosa, sente dentro di sé lo struggente desiderio di andare oltre le esperienze della vita in cerca di un autentico e libero amore per Dio, che si estende a tutti gli uomini. Mi ha fatto tanto bene meditare una breve pagina del suo diario, pagina che ho desiderato condividere con quanti sono alla ricerca – spesso angosciosa – di "dare senso al dolore"! «Dentro di me c'è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c'è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente essa è coperta da pietre e sabbia: allora Dio è sepolto. Allora bisogna dissotterrarlo di nuovo. […] Mio Dio prendimi per mano, ti seguirò da brava, non farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa vita, cercherò di accettare tutto e nel migliore dei modi. Ma concedimi di tanto in tanto un breve momento di pace.

Non penserò più nella mia ingenuità, che un simile momento debba durare in eterno, saprò anche accettare l'irrequietezza e la lotta. Il calore e la sicurezza mi piacciono, ma non mi ribellerò se mi toccherà di stare al freddo, purché Tu mi tenga per mano. Andrò dappertutto allora e cercherò di non aver paura. E dovunque mi troverò cercherò di irraggiare un po' di quell'amore per gli uomini che mi porto dentro»*.

*Etty Hillesum, in: "Dare senso al dolore" di Michele Genisio
  • centro igino giordani
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