Eventi e cultura
Dantedì, numerosi i collegamenti tra Andria ed il pensiero dantesco
Michele Carretta ci invita a riscoprire il Sommo poeta, in vista delle celebrazioni del prossimo 25 marzo
Andria - giovedì 27 febbraio 2020
9.49
Michele Carretta, appassionato lettore di Dante e autore del saggio "Miserere di me. La misericordia nella divina Commedia", in vista del Dantedì, istituito dal Consiglio dei Ministri il prossimo 25 marzo, indirizza una lettera aperta alla cittadinanza per favorire una maggiore attenzione al Sommo poeta, che tanto ha dato alla cultura mondiale.
"Cari amici di Dante, Professori e Cultori, o solamente, come il sottoscritto, amanti della poesia della Divina Commedia e del genio dantesco, vi rivolgo queste brevi parole per sollecitare la vostra attenzione sulla prossima data del 25 marzo. Come già sapete, tale giorno è stato scelto dal Consiglio dei Ministri per l'istituzione del Dantedì, ovvero una giornata di celebrazione dedicata al sommo poeta in preparazione al settimo centenario della suo morte (1321-2021). In tutta Italia si stanno registrando iniziative varie legate all'Alighieri: Lecturae Dantis istituzionali e non, convegni, reading di letture del poema, presentazioni di libri, ecc. Perché non coinvolgere anche Andria in tale fervore culturale? Numerosi, infatti, potrebbero essere i possibili collegamenti tra il pensiero dantesco e la nostra città: il legame di Andria con Federico II, l'imperatore di cui si legge nel canto tredicesimo dell'Inferno; la storia di suo figlio Manfredi, cantato da Dante nel terzo canto del Purgatorio e il cui luogo di nascita, secondo qualche storico del secolo scorso, potrebbe essere stato Castel del Monte; la grande devozione di Dante per Maria Vergine e la nostra città proclamata qualche anno fa Civitas Mariae. E poi, ancor di più, la scelta di Dante di collocare l'inizio del suo viaggio il 25 marzo, data importante anche per Andria perché legata al prodigio della Sacra Spina. Ma al di là di questi collegamenti, che potrebbero sembrare anche forzati, rimane l'indiscutibile ed alto valore della poesia dantesca che, mi sembra, abbia ancora qualcosa da dire alla «nostra vita»: al mondo della politica, a quello civile e sociale, a quello religioso, a tutti gli uomini desiderosi di ritrovare le ragioni della giustizia e della pace, di una nazione unita e solidale, di un'armonia terrena –per citare un saggio dantesco di Nicolò Mineo- o semplicemente il piacere di leggere qualche terzina per vedere il mondo come poteva vederlo un uomo del Medioevo. Sicuramente qualche scuola celebrerà il Dantedì con iniziative rivolte agli studenti di ogni ordine e grado. Personalmente, insieme all'associazione Lumen Fidei recentemente costituitosi, tenteremo di offrire alla cittadinanza un modesto contributo di Lecturae Dantis. Tuttavia, rimane un vuoto che, a mio modesto parere, dovrebbe essere colmato dall'unione di tutti gli interessati: una rete? Un comitato? Basterebbe solo un docente di Lettere per ogni scuola, per avere un buon numero di persone atte ad individuare e proporre iniziative dantesche, da svolgersi anche dopo il 25 marzo, vista la ristrettezza dei tempi. Infine, vorrei sottolineare che la lettura di Dante, lungi dal poter essere considerata un fatto scolastico o elitario, ha il pregio di saper parlare a tutti, come ha dimostrato in tempi recenti Roberto Benigni o, prima ancora di lui, il poeta Giovanni Boccaccio, "l'ideatore" delle lecturae Dantis con le quali riempiva di "popolani" la piazza di santa Croce a Firenze".
"Cari amici di Dante, Professori e Cultori, o solamente, come il sottoscritto, amanti della poesia della Divina Commedia e del genio dantesco, vi rivolgo queste brevi parole per sollecitare la vostra attenzione sulla prossima data del 25 marzo. Come già sapete, tale giorno è stato scelto dal Consiglio dei Ministri per l'istituzione del Dantedì, ovvero una giornata di celebrazione dedicata al sommo poeta in preparazione al settimo centenario della suo morte (1321-2021). In tutta Italia si stanno registrando iniziative varie legate all'Alighieri: Lecturae Dantis istituzionali e non, convegni, reading di letture del poema, presentazioni di libri, ecc. Perché non coinvolgere anche Andria in tale fervore culturale? Numerosi, infatti, potrebbero essere i possibili collegamenti tra il pensiero dantesco e la nostra città: il legame di Andria con Federico II, l'imperatore di cui si legge nel canto tredicesimo dell'Inferno; la storia di suo figlio Manfredi, cantato da Dante nel terzo canto del Purgatorio e il cui luogo di nascita, secondo qualche storico del secolo scorso, potrebbe essere stato Castel del Monte; la grande devozione di Dante per Maria Vergine e la nostra città proclamata qualche anno fa Civitas Mariae. E poi, ancor di più, la scelta di Dante di collocare l'inizio del suo viaggio il 25 marzo, data importante anche per Andria perché legata al prodigio della Sacra Spina. Ma al di là di questi collegamenti, che potrebbero sembrare anche forzati, rimane l'indiscutibile ed alto valore della poesia dantesca che, mi sembra, abbia ancora qualcosa da dire alla «nostra vita»: al mondo della politica, a quello civile e sociale, a quello religioso, a tutti gli uomini desiderosi di ritrovare le ragioni della giustizia e della pace, di una nazione unita e solidale, di un'armonia terrena –per citare un saggio dantesco di Nicolò Mineo- o semplicemente il piacere di leggere qualche terzina per vedere il mondo come poteva vederlo un uomo del Medioevo. Sicuramente qualche scuola celebrerà il Dantedì con iniziative rivolte agli studenti di ogni ordine e grado. Personalmente, insieme all'associazione Lumen Fidei recentemente costituitosi, tenteremo di offrire alla cittadinanza un modesto contributo di Lecturae Dantis. Tuttavia, rimane un vuoto che, a mio modesto parere, dovrebbe essere colmato dall'unione di tutti gli interessati: una rete? Un comitato? Basterebbe solo un docente di Lettere per ogni scuola, per avere un buon numero di persone atte ad individuare e proporre iniziative dantesche, da svolgersi anche dopo il 25 marzo, vista la ristrettezza dei tempi. Infine, vorrei sottolineare che la lettura di Dante, lungi dal poter essere considerata un fatto scolastico o elitario, ha il pregio di saper parlare a tutti, come ha dimostrato in tempi recenti Roberto Benigni o, prima ancora di lui, il poeta Giovanni Boccaccio, "l'ideatore" delle lecturae Dantis con le quali riempiva di "popolani" la piazza di santa Croce a Firenze".