Religioni
Dal Vaticano le indicazioni per la Settimana Santa: anche ad Andria sarà una Pasqua a porte chiuse
Niente lavanda dei piedi, processioni e riti di pietà popolare. In attesa di disposizioni ufficiali del Vescovo diocesano
Andria - domenica 22 marzo 2020
Arrivano le indicazioni dal Vaticano circa i riti liturgici della Settimana Santa 2020, che comincerà domenica 5 aprile con la Domenica delle Palme. La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, nel decreto "In tempo di Covid-19" a firma del Segretario Arcivescovo Artur Roche e del Prefetto Cardinale Robert Sarah, ha diramato alcune indicazioni per vivere le prossime festività pasquali senza la partecipazione fisica dei fedeli che comunque, dalle proprie abitazioni, potranno unirsi in preghiera con la diocesi di appartenenza, magari anche attraverso i mezzi di comunicazione telematica che possono trasmettere in diretta le celebrazioni. Fermo restando che si attendono ora comunicazioni ufficiali dei vescovi nelle singole diocesi: al momento, nella diocesi di Andria, restano in vigore fino al 3 aprile i due decreti emanati da mons. Luigi Mansi; con molta probabilità, comunque, arriveranno nuove indicazioni anche per la nostra Chiesa locale circa la Settimana Santa.
Ed ecco le indicazioni del Vaticano, a cominciare dalla data della Pasqua: "Cuore dell'anno liturgico, celebrata nell'arco di tre giorni (il Triduo Pasquale), preceduta dalla Quaresima e coronata dalla Pentecoste, non può essere spostata ad altro periodo". Discorso differente, invece, per la Messa crismale, che il Vescovo ha facoltà di rinviare a data posteriore, così come le espressioni di pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa. Per quanto riguarda il Triduo Pasquale, saranno fornite indicazioni, concordate con la Conferenza Episcopale Italiana, affinchè nelle chiese cattedrali e nelle parrocchie il Vescovo e i sacerdoti celebrino i misteri liturgici, avvisando i fedeli dell'ora di inizio in modo che possano unirsi nella preghiera dalle proprie abitazioni, anche attraverso una diretta sui canali di comunicazione.
Il Giovedì Santo, "nelle chiese cattedrali e nelle parrocchie, i sacerdoti possono concelebrare la Messa nella Cena del Signore, senza il popolo. La lavanda dei piedi, già facoltativa, si omette", così come la processione al termine della celebrazione; il Santissimo Sacramento si custodisca quindi nel tabernacolo. "I sacerdoti che non hanno la possibilità di celebrare la Messa in Cena Domini pregheranno i Vespri". "Il Venerdì Santo, nelle chiese cattedrali e nelle parrocchie, il Vescovo/il parroco celebra la Passione del Signore. Nella preghiera universale, il Vescovo diocesano avrà cura di stabilire una speciale intenzione per i malati, i morti, chi si trova in situazione di smarrimento". Si giunge infine al Sabato Santo con la Veglia Pasquale, che si celebra solo nelle chiese cattedrali e nelle parrocchie. "All'inizio della Veglia si omette l'accensione del fuoco, si accende il cero e, omessa la processione, si esegue l'Exsùltet, ovvero l'annunzio pasquale. Segue la Liturgia della Parola". La Liturgia battesimale si svolge rinnovando soltanto le promesse battesimali. Quindi la Liturgia eucaristica. "Quanti in nessun modo possano unirsi dalle proprie case alla Veglia pasquale celebrata in chiesa, possono pregare l'Ufficio delle Letture indicato per la Domenica di Pasqua".
Per le celebrazioni nei monasteri, i seminari e comunità religiose, deciderà il Vescovo diocesano.
Ed ecco le indicazioni del Vaticano, a cominciare dalla data della Pasqua: "Cuore dell'anno liturgico, celebrata nell'arco di tre giorni (il Triduo Pasquale), preceduta dalla Quaresima e coronata dalla Pentecoste, non può essere spostata ad altro periodo". Discorso differente, invece, per la Messa crismale, che il Vescovo ha facoltà di rinviare a data posteriore, così come le espressioni di pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa. Per quanto riguarda il Triduo Pasquale, saranno fornite indicazioni, concordate con la Conferenza Episcopale Italiana, affinchè nelle chiese cattedrali e nelle parrocchie il Vescovo e i sacerdoti celebrino i misteri liturgici, avvisando i fedeli dell'ora di inizio in modo che possano unirsi nella preghiera dalle proprie abitazioni, anche attraverso una diretta sui canali di comunicazione.
Il Giovedì Santo, "nelle chiese cattedrali e nelle parrocchie, i sacerdoti possono concelebrare la Messa nella Cena del Signore, senza il popolo. La lavanda dei piedi, già facoltativa, si omette", così come la processione al termine della celebrazione; il Santissimo Sacramento si custodisca quindi nel tabernacolo. "I sacerdoti che non hanno la possibilità di celebrare la Messa in Cena Domini pregheranno i Vespri". "Il Venerdì Santo, nelle chiese cattedrali e nelle parrocchie, il Vescovo/il parroco celebra la Passione del Signore. Nella preghiera universale, il Vescovo diocesano avrà cura di stabilire una speciale intenzione per i malati, i morti, chi si trova in situazione di smarrimento". Si giunge infine al Sabato Santo con la Veglia Pasquale, che si celebra solo nelle chiese cattedrali e nelle parrocchie. "All'inizio della Veglia si omette l'accensione del fuoco, si accende il cero e, omessa la processione, si esegue l'Exsùltet, ovvero l'annunzio pasquale. Segue la Liturgia della Parola". La Liturgia battesimale si svolge rinnovando soltanto le promesse battesimali. Quindi la Liturgia eucaristica. "Quanti in nessun modo possano unirsi dalle proprie case alla Veglia pasquale celebrata in chiesa, possono pregare l'Ufficio delle Letture indicato per la Domenica di Pasqua".
Per le celebrazioni nei monasteri, i seminari e comunità religiose, deciderà il Vescovo diocesano.