Cronaca
Da Andria alla volta dei Balcani e del Medio Oriente, fiumi di denaro per finanziare la jihad islamica
Le Fiamme gialle sgominano una banda di quattro italiani che operavano tramite un centro money transfer
Andria - lunedì 5 luglio 2021
20.03
Scenari inquietanti quelli emersi nel corso delle indagini dei finanzieri dello Scico e dei colleghi del capoluogo regionale, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari sul traffico di valuta che da Andria giungeva ai Paesi islamici, a favore di militanti della jahad. Quattro le persone, di 29, 30, 32 e 42 anni, tutte di Andria, coinvolte nell'operazione denominata "il libanese", arrestate questa mattina, lunedì 5 luglio, ed accusate del pesante reato di finanziamento di condotte con finalità di terrorismo.
Sarebbe stata la magistratura francese ad accorgersi di strane movimentazioni che avvenivano dalla Città Fidelis alla volta della Siria o del Daghestan, in Russia. Pochi giorni prima dell'attentato terroristico nella regione ribelle russa, il 18 febbraio 2018, nel quale furono trucidate con un mitragliatore cinque donne mentre pregavano in una chiesa ortodossa, avvenne uno di questi trasferimenti di denaro. In quell'occasione per complessivi 4.800 euro partirono da Andria destinati a due soggetti residenti proprio in quella zona della Russia. Ben cinque operazioni di invio di denaro risalgono invece al 30 ed al 31 gennaio 2018. Le transazioni furono effettuate da un centro money transfer di Andria ed il sospetto degli inquirenti è che abbiano contribuito a finanziare quel terribile attentato. Le indagini hanno infatti documentato due principali canali di destinazione del denaro: quello turco-libanese-mediorientale e la zona balcanica. Denaro destinato, come dicevamo, a finanziare combattenti e militanti jihadisti. Per questo tipo di attività, gli arrestati ottenevano fino a 50 euro a settimana come compenso per questa attività di finanziamento del terrorismo islamico.
Uno dei quattro arrestati, G. V., 32enne disoccupato con precedenti penali per droga, autore di 10 operazioni di invio di denaro, nel 2019 ha percepito anche il reddito cittadinanza ed è accusato di essere il «reclutatore». A lui spettava l'incarico di individuare altri cittadini andriesi per la trasmissione del denaro all'estero, ignari dell'attività illecita, in cambio di pochi spiccioli. In carcere sono finiti anche P.P., 42enne disoccupato, autore di ben 17 operazioni di invio di denaro, sul cui profilo social gli investigatori hanno trovato come «amici» soggetti stranieri vicini ad ambienti dell'estremismo islamico e jihadisti, ritratti con armi da guerra; W. L., 30enne anche lui disoccupato, con precedenti penali per droga, autore anch'egli di 17 operazioni di invio di denaro; V. T., 29enne all'epoca disoccupato con precedenti per reati contro la persona e armi, ritenuto il «contact point» con il finanziatore dei terroristi, rimasto ignoto, e autore di 6 trasferimenti di denaro. Su questo questo come altri risvolti della vicenda sono ancora in corso le indagini per ricostruire la provenienza del denaro e identificare chi fosse il finanziatore che al momento è sconosciuto.
La vicenda ha suscitato clamore ed incredulità, anche per l'enorme risonanza mediatica ricevuta. Numerose le prese di posizione del mondo politico istituzionale, su un territorio "minacciato anche da questa particolare tipologia criminale", come ha tenuto a sottolineare il sen. Dario Damiani, di Forza Italia.
"Con questa operazione, tornano ad accendersi i riflettori sulla presenza nel territorio della provincia di Barletta Andria Trani di soggetti legati al terrorismo internazionale e alla lotta jihadista. Un plauso alla magistratura e alle forze dell'ordine per l'attenzione costante a un fenomeno che evidentemente non ha esaurito le sue potenzialità nefaste, anche se è calata l'attenzione mediatica. Individuare e isolare questi soggetti, che con i proventi delle proprie attività nelle nostre città finanziano progetti di morte nel mondo e impedire loro di fare proselitismo richiede grande impegno di mezzi e personale, per cui auspico che vengano potenziate le risorse per la sicurezza del nostro territorio", ha concluso l'esponente azzurro.
Sarebbe stata la magistratura francese ad accorgersi di strane movimentazioni che avvenivano dalla Città Fidelis alla volta della Siria o del Daghestan, in Russia. Pochi giorni prima dell'attentato terroristico nella regione ribelle russa, il 18 febbraio 2018, nel quale furono trucidate con un mitragliatore cinque donne mentre pregavano in una chiesa ortodossa, avvenne uno di questi trasferimenti di denaro. In quell'occasione per complessivi 4.800 euro partirono da Andria destinati a due soggetti residenti proprio in quella zona della Russia. Ben cinque operazioni di invio di denaro risalgono invece al 30 ed al 31 gennaio 2018. Le transazioni furono effettuate da un centro money transfer di Andria ed il sospetto degli inquirenti è che abbiano contribuito a finanziare quel terribile attentato. Le indagini hanno infatti documentato due principali canali di destinazione del denaro: quello turco-libanese-mediorientale e la zona balcanica. Denaro destinato, come dicevamo, a finanziare combattenti e militanti jihadisti. Per questo tipo di attività, gli arrestati ottenevano fino a 50 euro a settimana come compenso per questa attività di finanziamento del terrorismo islamico.
Uno dei quattro arrestati, G. V., 32enne disoccupato con precedenti penali per droga, autore di 10 operazioni di invio di denaro, nel 2019 ha percepito anche il reddito cittadinanza ed è accusato di essere il «reclutatore». A lui spettava l'incarico di individuare altri cittadini andriesi per la trasmissione del denaro all'estero, ignari dell'attività illecita, in cambio di pochi spiccioli. In carcere sono finiti anche P.P., 42enne disoccupato, autore di ben 17 operazioni di invio di denaro, sul cui profilo social gli investigatori hanno trovato come «amici» soggetti stranieri vicini ad ambienti dell'estremismo islamico e jihadisti, ritratti con armi da guerra; W. L., 30enne anche lui disoccupato, con precedenti penali per droga, autore anch'egli di 17 operazioni di invio di denaro; V. T., 29enne all'epoca disoccupato con precedenti per reati contro la persona e armi, ritenuto il «contact point» con il finanziatore dei terroristi, rimasto ignoto, e autore di 6 trasferimenti di denaro. Su questo questo come altri risvolti della vicenda sono ancora in corso le indagini per ricostruire la provenienza del denaro e identificare chi fosse il finanziatore che al momento è sconosciuto.
La vicenda ha suscitato clamore ed incredulità, anche per l'enorme risonanza mediatica ricevuta. Numerose le prese di posizione del mondo politico istituzionale, su un territorio "minacciato anche da questa particolare tipologia criminale", come ha tenuto a sottolineare il sen. Dario Damiani, di Forza Italia.
"Con questa operazione, tornano ad accendersi i riflettori sulla presenza nel territorio della provincia di Barletta Andria Trani di soggetti legati al terrorismo internazionale e alla lotta jihadista. Un plauso alla magistratura e alle forze dell'ordine per l'attenzione costante a un fenomeno che evidentemente non ha esaurito le sue potenzialità nefaste, anche se è calata l'attenzione mediatica. Individuare e isolare questi soggetti, che con i proventi delle proprie attività nelle nostre città finanziano progetti di morte nel mondo e impedire loro di fare proselitismo richiede grande impegno di mezzi e personale, per cui auspico che vengano potenziate le risorse per la sicurezza del nostro territorio", ha concluso l'esponente azzurro.