Pellegrinaggio da Andria a Međugorje
Pellegrinaggio da Andria a Međugorje
Vita di città

Da Andria a Međugorje: una testimonianza di fede e profonda devozione

16 lunghi anni di viaggi e soggiorni per contemplare la Madre celeste

Una testimonianza di fede e di profonda devozione, quella di un gruppo di andriesi che annualmente compie dei veri e propri pellegrinaggi a Međugorje, nella Bosnia-Erzegovina, nei luoghi che hanno visto le apparizioni di una donna con bambino, avvolti da una luce intensa, che per alcuni veggenti è la Madre celeste.

Sono trascorsi 16 anni da quando Salvatore Cannone con la moglie Maria Pizzolorusso, hanno cominciato a recarsi in questo villaggio della diocesi di Mostar, un tempo appartenente alla Repubblica di Jugoslavia. Da allora, in questo luogo di grande spiritualità e di religiosità popolare si sono recati circa 40 milioni di pellegrini, diventando una delle tappe europee più visitate del turismo religioso.
Parlare con Salvatore di quei viaggi iniziali a Medjugorje, significa andare con la memoria ad un tempo in cui la guerra e l'odio razziale e religioso insanguinava quel grande paese al di là dell'Adriatico. Inizialmente un posto sperduto, caratterizzato da un paesaggio fatto di tante rocce e pochi alberi e via via cresciuto con il passare degli anni con case religiose, hotel, abitazioni private, negozi di souvenir e botteghe, a seguito degli avvenimenti legati alle apparizioni dei sei giovani veggenti.

Salvatore e Maria, hanno portato nel corso di questo lungo periodo di tempo, alcune volte anche in più viaggi nel corso dell'anno, tanti amici e conoscenti, aggregandosi o a pellegrinaggi diocesani o autonomamente, con propri mezzi. Hanno conosciuto con padre Jozo Zovko, capo della comunità francescana di Međugorje, anche suor Cornelia, della Comunità delle Suore Missionarie della Famiglia Ferita, figure di riferimento della comunità cattolica di Medjugorje, avversate come i sei veggenti dall'autorità comunista, all'inizio delle apparizioni e prima del dissolvimento dell'ex Jugoslavia.

Anche l'ultimo pellegrinaggio, avvenuto a luglio scorso, dopo i circa due anni di lockdown, ha portato questo gruppo di fedeli di Andria a partecipare agli eventi che quotidianamente si svolgono in quei luoghi, quali le celebrazioni liturgiche, le preghiere comunitarie, le vie Crucis, attraverso le quali si prega per la conversione e la pace. Con la lettura quotidiana della Bibbia, viene praticata la Confessione, almeno una volta al mese e l'Eucaristia, preferibilmente tutti i giorni.
Il viaggio dei nostri amici andriesi, si è svolto in concomitanza del Festival dei Giovani di Medjugorje, ovvero dal 31 luglio al 6 agosto, un evento annuale dedicato ai giovani e ai giovani adulti di tutto il mondo che si muovono per vivere un'esperienza di fede, di testimonianza e di vita cristiana che li aiuti a scoprire la loro identità. Questo evento, che si tiene annualmente dal 1988, per volere di padre Slavko, che lo organizzò fino alla sua morte nel 2000, rappresenta oggi il più grande festival della gioventù in Europa. Secondo gli organizzatori, finora hanno partecipato al festival più di 1 milione di persone. Provengono da diversi Paesi del mondo e rappresentano varie religioni ed etnie. Lo scopo principale del festival è quello di promuovere la pace e l'unità tra i giovani di tutto il mondo.

"Ogni momento che passo in quei luoghi è per me e mia moglie Maria il raggiungimento di una pace interiore, un benessere diffuso che ci aiuta a superare le asperità della vita quotidiana –sottolinea Salvatore Cannone-. Nel corso dei nostri viaggi, oltre alle testimonianze legate alle visioni della Madonna, abbiamo avuto conoscenza di quanti contestano le apparizioni mariane. La chiesa di Roma e Papa Francesco non hanno ancora pronunciato una parola definitiva in merito alla natura degli eventi verificatesi a Medjugorje ed alla loro classificazione nell'ambito delle apparizioni o dei fenomeni naturali ma eccezionali. La Chiesa sulla questione è sempre molto cauta e malgrado la presenza di tanti ministri di Dio ed emissari del Papa nella cittadina della Bosnia Erzegovina, l'autenticità delle apparizioni non è stata ancora dichiarata. Ciò malgrado, come fedeli sentiamo il dovere di raccontare con la nostra partecipazione costante in quei luoghi, la fede verso questo tipo di messaggi mariani. Se così non fosse come spiegare le tante missioni, le molteplici iniziative verso i più deboli, gli emarginati, gli anziani i drogati, che fioriscono in quel luogo. La presenza divina della Madre celeste l'avvertiamo continuamente nel periodo in cui siamo a Medjugorje, noi come coloro che lì giungono da tutte le parti del mondo. Vi potranno pur essere state delle abiette azioni messe in campo da lestofanti che hanno lucrato sulle apparizioni o presunte tali, diventando titolari di beni ricevuti o acquistati grazie alle donazioni dei fedeli, ma resta per noi intatta la bontà e la genuinità delle tante iniziative che vengono intraprese con l'obiettivo di collaborare, condividere e servire i poveri, attraverso la parola di Dio e la testimonianza resa da Maria nell'offrirsi al Signore per il bene di noi peccatori".
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