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Crescono le esportazione di pasta pugliese: boom di grani antichi e di varietà pregiate

L'origine del grano è divenuta elemento obbligatorio sulle etichette della pasta

Da gennaio a giugno 2018 le esportazioni pugliesi della pasta sono cresciute dell'1,7%, passando da 70.165.000 euro dello stesso periodo del 2017 a 71.389 del 2018. E' quanto dichiara Coldiretti Puglia, anticipando il World Pasta Day che si festeggia in tutto il mondo il 25 ottobre.
Al contempo sta riscuotendo molto successo in Puglia – aggiunge Coldiretti Puglia - la coltivazione di grani antichi, come il Senatore Cappelli, che nella campagna 2017-2018 ha quintuplicato le superfici coltivate, passando dai 1000 ettari del 2017 ai 5000 attuali, trainato dal crescente interesse per la pasta 100% italiana e di qualità, grazie al lavoro di selezione e promozione svolto da SIS, con il contributo scientifico del CNR.

"L'origine del grano è divenuta elemento obbligatorio sulle etichette della pasta – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia– a coronamento di una battaglia che abbiamo affrontato con il grande sostegno e incoraggiamento dei consumatori, con l'81% degli italiani che chiedono maggiore trasparenza rispetto a quello che portano in tavola. Fare pasta con grano 100% italiano evidentemente si può. Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy, mentre dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%".

La Puglia che è il principale produttore italiano di grano duro, con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000 quintali prodotto ed è paradossalmente – denuncia Coldiretti Puglia - anche quello che ne importava fino all'anno scorso di più, tanto da rappresentare un quarto del totale del valore degli arrivi.
"Gli agricoltori, se tecnicamente sostenuti, garantiscono un livello qualitativo elevato – sostiene Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - a dimostrazione che fare grano di qualità in Puglia è una certezza, a condizione che si fermino le speculazioni sui prezzi e agli agricoltori venga riconosciuto il valore del prodotto di qualità che portano sul mercato. Oltre all'etichettatura obbligatoria della pasta, risultato già bancato, chiediamo il blocco delle importazioni a dazio 0 e il 100% dei controlli sul grano importato, la moratoria bancaria ed interventi finanziari per le imprese cerealicole, l'attivazione immediata della CUN nazionale cerealicola con base logistica a Foggia, il granaio d'Italia, e sostegni pubblici solo alle imprese che lavorano grano italiano".

Pur avendo nel complesso 21 molini a grano duro, collocandosi subito dopo la Sicilia, la Puglia presenta una capacità di trasformazione pari al doppio di quella presente nell'Isola. Ciò dimostra che le industrie semoliere presenti in Puglia – aggiunge Coldiretti Puglia - sono di elevate dimensioni presentando in media una capacità unitaria di trasformazione di oltre 290 t/24h. La Puglia rispetto alle altre regioni sembra avere un maggior livello di organizzazione dal punto di vista della commercializzazione del grano duro – conclude Coldiretti Puglia - in quanto nella regione si localizzano un numero rilevante di molini e pastifici di grandi potenzialità di lavorazione, i quali assorbono volumi elevati di materie prime.
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