Vita di città
Covid, Fratelli d'Italia Andria incontra gli imprenditori: «Dallo Stato risposte inadeguate e insufficienti»
Proposte e idee per far ripartire l’economia locale nel primo incontro promosso dal tavolo tecnico del partito “Bilancio e Attività Produttive”
Andria - sabato 3 aprile 2021
Ristori (o sostegni) insufficienti, spese fisse oramai divenute insostenibili, campagna vaccinale ancora troppo a rilento, necessità di riaprire con il massimo impegno a garantire la sicurezza dei cittadini.
Sono i cardini intorno ai quali si è sviluppato l'incontro promosso dal tavolo tecnico "Bilancio e Attività Produttive" della sezione andriese di Fratelli d'Italia con i rappresentanti di alcuni settori maggiormente colpiti dalla crisi economica causata dalla pandemia e aderenti a Confcommercio e Federcommercio. All'incontro, svolto su piattaforma virtuale, sono intervenuti anche esponenti della Fit – Bat, il pool di palestre e associazioni sportive della Sesta Provincia nato nel maggio dell'anno scorso.
Gli imprenditori, in coro, hanno ribadito che non ce la fanno più a sostenere le spese quotidiane: l'insufficienza e i ritardi nell'erogazione dei "ristori" hanno costretto molti di essi ad anticipare ai dipendenti la Cassa Integrazione e, inoltre, nonostante le chiusure, sulle bollette di luce, gas e acqua, sugli affitti, sui contributi previdenziali, sulle tasse e sui tributi locali non è stato programmato alcun intervento dal Governo, dalla Regione e dai Comuni per evitare che al danno dei mancati ricavi si aggiungesse la beffa di "mettere mano" ai risparmi per evitare guai col Fisco e con gli Enti competenti.
Non sono mancate le proposte. Michele Scarcelli (FIVA – Confcommercio) sollecita i Sindaci ad adottare una linea condivisa per consentire ai venditori ambulanti la ripresa dell'attività in tutte le città: «Oggi si procede a macchia di leopardo: in alcune città si lavora, in altre no. Così non si può andare avanti», ha sottolineato.
Riccardo Regano (Federcommercio) auspica la revisione, da parte della Regione Puglia, di un bando che aveva riservato ai cosiddetti "fieristi" (ramo di venditori ambulanti che non lavora da 12 mesi) ristori per 4 milioni di Euro, ma a condizione di certificare la riduzione del 50% del fatturato. «Così come è stata concepita, la misura è inaccettabile e andrebbe resa accessibile a tutti i venditori ambulanti». Opportuna anche, secondo Regano, la cancellazione di Tosap e Tari per gli anni 2020 e 2021, «anche mediante l'istituzione di un Fondo Regionale dedicato».
L'imprenditore della ristorazione Gabriele Leonetti (FIPE – Confcommercio), sottoscritta la proposta su Tosap e Tari, aggiunge che sarebbe necessario anche intervenire sugli affitti, con misure adeguate a soddisfare i proprietari dei locali senza penalizzare ulteriormente i titolari degli esercizi, e destinare risorse dello Stato ai contributi previdenziali dei lavoratori di quei settori inattivi a causa dell'emergenza sanitaria. «Dopo un anno – ha poi osservato – non è possibile continuare a navigare a vista, promettendo riaperture che ogni settimana vengono rimandate "a data da destinarsi". Si definiscano una volta per sempre: il momento in cui si prevede di farci tornare a lavorare; le prescrizioni da osservare per riprendere le attività in piena sicurezza per noi imprenditori e per i nostri clienti».
Riccardo Paparusso (Federmoda – Confcommercio), in rappresentanza degli esercenti di vendita di abbigliamento al dettaglio, afferma che andrebbe rivista, per l'anno 2020, la tassazione sul magazzino/giacenze. «Il Settore – ha rilevato – è strettamente legato ad eventi e cerimonie: fermi quei comparti, i capi restano invenduti». Per il futuro, tuttavia, vanno incentivati gli investimenti del settore nell'e-commerce.
Giuseppe Paparusso (FIPE - Confcommercio), a nome di baristi e pasticcieri, ragiona sugli orari di apertura: «In primavera ed estate occorre permettere la vendita almeno fino alle 21, con accesso regolato nei locali. La chiusura alle 18 risulta oltremodo penalizzante e inutile sia per l'utenza che per noi».
Riccardo Frisardi (presidente della FIT BAT) è categorico: «Innanzitutto, dobbiamo chiedere al Governo il risarcimento delle spese sostenute per la messa in sicurezza delle strutture nel 2020; nel contempo, sollecitare adeguato sostegno all'indotto degli eventi e delle manifestazioni sportive che fatturano 14 miliardi ed è fermo da 12 mesi. L'affidamento alle associazioni sportive della gestione dei parchi urbani per praticare attività all'aperto la nostra proposta di immediata attuazione ai Sindaci».
A conclusione del dibattito (introdotto dai coordinatori cittadini di Fratelli d'Italia, Antonio Mastrodonato e Giuseppe Pistillo, e dal Delegato di Confcommercio, Claudio Sinisi, e moderato da Antonio Tragno, ideatore del format e componente del tavolo tecnico "Bilancio e Attività Produttive" di Fratelli d'Italia), il commercialista Flavio Civita, anch'egli componente del tavolo tecnico di Fdi, ha stigmatizzato «l'incongruenza e la parzialità dei criteri di calcolo per i ristori/sostegni e dei paletti indicati dal Governo», sottolineando la «necessità di misure più chiare e semplici, seguite da un concreto abbattimento del carico previdenziale e fiscale immediato».
Gli esponenti di Fratelli d'Italia hanno assicurato che gli incontri con le categorie produttive e commerciali proseguiranno (il prossimo è già fissato per mercoledì 7 aprile), saranno allargati a una platea di soggetti sempre più vasta e rappresentativa delle diverse realtà associative presenti sul territorio e diventeranno il punto di partenza per una piattaforma di proposte di cui il partito si farà promotore e sostenitore a tutti i livelli istituzionali.
Sono i cardini intorno ai quali si è sviluppato l'incontro promosso dal tavolo tecnico "Bilancio e Attività Produttive" della sezione andriese di Fratelli d'Italia con i rappresentanti di alcuni settori maggiormente colpiti dalla crisi economica causata dalla pandemia e aderenti a Confcommercio e Federcommercio. All'incontro, svolto su piattaforma virtuale, sono intervenuti anche esponenti della Fit – Bat, il pool di palestre e associazioni sportive della Sesta Provincia nato nel maggio dell'anno scorso.
Gli imprenditori, in coro, hanno ribadito che non ce la fanno più a sostenere le spese quotidiane: l'insufficienza e i ritardi nell'erogazione dei "ristori" hanno costretto molti di essi ad anticipare ai dipendenti la Cassa Integrazione e, inoltre, nonostante le chiusure, sulle bollette di luce, gas e acqua, sugli affitti, sui contributi previdenziali, sulle tasse e sui tributi locali non è stato programmato alcun intervento dal Governo, dalla Regione e dai Comuni per evitare che al danno dei mancati ricavi si aggiungesse la beffa di "mettere mano" ai risparmi per evitare guai col Fisco e con gli Enti competenti.
Non sono mancate le proposte. Michele Scarcelli (FIVA – Confcommercio) sollecita i Sindaci ad adottare una linea condivisa per consentire ai venditori ambulanti la ripresa dell'attività in tutte le città: «Oggi si procede a macchia di leopardo: in alcune città si lavora, in altre no. Così non si può andare avanti», ha sottolineato.
Riccardo Regano (Federcommercio) auspica la revisione, da parte della Regione Puglia, di un bando che aveva riservato ai cosiddetti "fieristi" (ramo di venditori ambulanti che non lavora da 12 mesi) ristori per 4 milioni di Euro, ma a condizione di certificare la riduzione del 50% del fatturato. «Così come è stata concepita, la misura è inaccettabile e andrebbe resa accessibile a tutti i venditori ambulanti». Opportuna anche, secondo Regano, la cancellazione di Tosap e Tari per gli anni 2020 e 2021, «anche mediante l'istituzione di un Fondo Regionale dedicato».
L'imprenditore della ristorazione Gabriele Leonetti (FIPE – Confcommercio), sottoscritta la proposta su Tosap e Tari, aggiunge che sarebbe necessario anche intervenire sugli affitti, con misure adeguate a soddisfare i proprietari dei locali senza penalizzare ulteriormente i titolari degli esercizi, e destinare risorse dello Stato ai contributi previdenziali dei lavoratori di quei settori inattivi a causa dell'emergenza sanitaria. «Dopo un anno – ha poi osservato – non è possibile continuare a navigare a vista, promettendo riaperture che ogni settimana vengono rimandate "a data da destinarsi". Si definiscano una volta per sempre: il momento in cui si prevede di farci tornare a lavorare; le prescrizioni da osservare per riprendere le attività in piena sicurezza per noi imprenditori e per i nostri clienti».
Riccardo Paparusso (Federmoda – Confcommercio), in rappresentanza degli esercenti di vendita di abbigliamento al dettaglio, afferma che andrebbe rivista, per l'anno 2020, la tassazione sul magazzino/giacenze. «Il Settore – ha rilevato – è strettamente legato ad eventi e cerimonie: fermi quei comparti, i capi restano invenduti». Per il futuro, tuttavia, vanno incentivati gli investimenti del settore nell'e-commerce.
Giuseppe Paparusso (FIPE - Confcommercio), a nome di baristi e pasticcieri, ragiona sugli orari di apertura: «In primavera ed estate occorre permettere la vendita almeno fino alle 21, con accesso regolato nei locali. La chiusura alle 18 risulta oltremodo penalizzante e inutile sia per l'utenza che per noi».
Riccardo Frisardi (presidente della FIT BAT) è categorico: «Innanzitutto, dobbiamo chiedere al Governo il risarcimento delle spese sostenute per la messa in sicurezza delle strutture nel 2020; nel contempo, sollecitare adeguato sostegno all'indotto degli eventi e delle manifestazioni sportive che fatturano 14 miliardi ed è fermo da 12 mesi. L'affidamento alle associazioni sportive della gestione dei parchi urbani per praticare attività all'aperto la nostra proposta di immediata attuazione ai Sindaci».
A conclusione del dibattito (introdotto dai coordinatori cittadini di Fratelli d'Italia, Antonio Mastrodonato e Giuseppe Pistillo, e dal Delegato di Confcommercio, Claudio Sinisi, e moderato da Antonio Tragno, ideatore del format e componente del tavolo tecnico "Bilancio e Attività Produttive" di Fratelli d'Italia), il commercialista Flavio Civita, anch'egli componente del tavolo tecnico di Fdi, ha stigmatizzato «l'incongruenza e la parzialità dei criteri di calcolo per i ristori/sostegni e dei paletti indicati dal Governo», sottolineando la «necessità di misure più chiare e semplici, seguite da un concreto abbattimento del carico previdenziale e fiscale immediato».
Gli esponenti di Fratelli d'Italia hanno assicurato che gli incontri con le categorie produttive e commerciali proseguiranno (il prossimo è già fissato per mercoledì 7 aprile), saranno allargati a una platea di soggetti sempre più vasta e rappresentativa delle diverse realtà associative presenti sul territorio e diventeranno il punto di partenza per una piattaforma di proposte di cui il partito si farà promotore e sostenitore a tutti i livelli istituzionali.