Cronaca
Coronavirus: scattano i controlli anche ad Andria per le attività commerciali
Da domenica 8 marzo la Polizia Locale ha avviato una serie di verifiche
Andria - martedì 10 marzo 2020
10.03
Sono scattate anche ad Andria le prime diffide nei confronti degli esercizi commerciali non in regola con il decreto anti coronavirus, emanato dal Governo Conte.
Con quello pubblicato questa mattina sulla Gazzetta Ufficiale, le disposizioni contenute nel decreto della Presidenza del Consiglio del 9 marzo sono ormai valevoli su tutto il territorio nazionale, definito come un'unica zona arancione. Come ha detto il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, non sono vietati gli spostamenti per motivi di lavoro e di salute sul territorio nazionale, se comprovati dalle autodichiarazioni. Quindi non significa che le fabbriche debbano restare chiuse né che il trasporto merci si debba fermare. Bisogna solo attenersi alle regole che vietano assembramenti ed il rispetto delle distanze di sicurezza, almeno un metro tra le persone. Infatti, se sul fronte dei consumi in tutti i supermercati o fruttivendoli non vi è alcun tipo di penuria di merci, con il continuo e regolare scarico di merci, non vi sono invece positivi riscontri sul fatto che si rispettino le norme relative alle distanze tra le persone all'interno dei bar e dei pub.
Ben 6 sono state le diffide comminate ad altrettanti titolari di esercizi commerciali che tra le giornate di domenica 8 e lunedì 9 marzo non sono stati trovati in regola dagli agenti della Polizia Locale che stanno effettuando i previsti controlli. Sul punto la Polizia Locale è molto chiara: invitiamo tutti al rispetto delle regole -come ad esempio quello di non fare assembramenti- altrimenti si procederà ad elevare le previste sanzioni ed alla sospensione della licenza commerciale, con il conseguente chiusura dell'attività.
Con quello pubblicato questa mattina sulla Gazzetta Ufficiale, le disposizioni contenute nel decreto della Presidenza del Consiglio del 9 marzo sono ormai valevoli su tutto il territorio nazionale, definito come un'unica zona arancione. Come ha detto il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, non sono vietati gli spostamenti per motivi di lavoro e di salute sul territorio nazionale, se comprovati dalle autodichiarazioni. Quindi non significa che le fabbriche debbano restare chiuse né che il trasporto merci si debba fermare. Bisogna solo attenersi alle regole che vietano assembramenti ed il rispetto delle distanze di sicurezza, almeno un metro tra le persone. Infatti, se sul fronte dei consumi in tutti i supermercati o fruttivendoli non vi è alcun tipo di penuria di merci, con il continuo e regolare scarico di merci, non vi sono invece positivi riscontri sul fatto che si rispettino le norme relative alle distanze tra le persone all'interno dei bar e dei pub.
Ben 6 sono state le diffide comminate ad altrettanti titolari di esercizi commerciali che tra le giornate di domenica 8 e lunedì 9 marzo non sono stati trovati in regola dagli agenti della Polizia Locale che stanno effettuando i previsti controlli. Sul punto la Polizia Locale è molto chiara: invitiamo tutti al rispetto delle regole -come ad esempio quello di non fare assembramenti- altrimenti si procederà ad elevare le previste sanzioni ed alla sospensione della licenza commerciale, con il conseguente chiusura dell'attività.