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Coronavirus, Csa al Commissario: "Attivare quanto prima lo smart working"

La coordinatrice sindacale avv. Scamarcio chiede anche la chiusura al pubblico di tutti gli uffici per 15 giorni

La Coordinatrice sindacale aziendale CSA, avv. Raffaella Scamarcio, ha inviato al Commissario prefettizio Gaetano Tufariello e al segretario generale del Comune di Andria una lettera urgente per chiedere l'adozione di misure più stringenti di contenimento da infezione coronavirus COVID-19 a tutela di tutto il personale comunale.

Di seguito riportiamo il testo della missiva:


"Ill.ssimi Commissario Prefettizio e Segretario Generale
stiamo attraversando un momento storico che mai avremmo voluto vivere, vista l'emergenza nazionale che sta toccando direttamente la nostra popolazione - e sapendo responsabilmente che questo deve essere un periodo di UNIONE e di NON DIVISIONE - vorrei farLe qualche utile considerazione.
Nessuno sa come comportarsi di fronte ad un'epidemia di cui ancora oggi si conosce poco; per poterci sentire tranquilli, le Istituzioni ed alcune aziende hanno varato iniziative con effetti sociali e sulla vita quotidiana di ciascuno di noi.
Svariate sono le versioni sul perché si sia verificata questa epidemia (che si sta trasformando in pandemia) e sul perché l'Italia sia diventato il terzo paese al mondo per numero di contagi.
Pertanto, mi preme sottolinearLe la forte e legittima paura e preoccupazione legata a tutti i dipendenti comunali, sapendo tutti responsabilmente, che l'emergenza Coronavirus è di carattere mondiale.
Pensiamo tutti che la priorità sia limitare il più possibile il contagio, garantendo così che le strutture sanitarie riescano a sopperire la purtroppo crescente esigenza della collettività di posti in terapia intensiva.
INFO REALE: A detta delle Istituzioni e dei giornali, "Guariscono in tanti per fortuna, ma sicuramente guariscono prima quelli che non hanno bisogno di terapia intensiva, ma se per coloro che sfortunatamente ne dovessero aver bisogno non ci fosse più posto? Diamoci tutti una risposta in coscienza, ma facciamolo velocemente la situazione è grave!"
Il Governo ha nei fatti dichiarato guerra a questa epidemia ed in data di ieri 09 marzo con Decreto del presidente del consiglio dei Ministri ha esteso le misure stringenti per il contenimento della diffusione da COVID-19 , previste nella Lombardia e in altre 14 province a tutte le Regioni d'ITALIA, considerata la crescita importante dei contagi, dei ricoverati e delle persone decedute ed ha richiamato tutta la cittadinanza ad aver ben chiara la priorità italiana, LA SALUTE, quindi anche per il Comune di Andria, servono risposte coerenti ed efficaci da fornire ai lavoratori/Lavoratrici, a maggior ragione in questa fase di emergenza collettiva.
Ricordiamo che i dipendenti comunali rappresentano in questa fase un ulteriore "prima linea" a beneficio di tutto il paese, aiutiamoli a resistere meglio e di più, se questo avverrà, sarà a beneficio di tutti!!!!
E' noto che più del 10% dei contagiati è riconducibile a personale ospedaliero e in tempi di "guerra al virus" purtroppo è divenuto un limite da evitare da subito per altri, non ipotizzandolo in un futuro lontano.

Riteniamo che tutti i dipendenti comunali che svolgono un ruolo direttamente collegato al ricevimento o al contatto con il pubblico, compreso il personale di polizia locale, debbano avere DA SUBITO più strumenti e precauzioni possibili per evitare il contagio, perché se loro si ammalassero o dovessero farsi vincere dalla paura, rischieremmo di farci trovare scoperti rispetto al contributo essenziale che i dipendenti comunali portano al bene dei cittadini.
"Riteniamo che il Comune di Andria in questo momento, al fine di garantire la continuità dei servizi essenziali,debba comunque rimodulare le sue attività, favorendo " quanto prima" il lavoro da casa, telelavoro/smart working ,ai dipendenti che si rendano disponibili ad utilizzare propri dispositivi, ovviamente a patto che la loro attività di lavoro sia compatibile con questa modalità di svolgimento della prestazione di lavoro, nel rispetto delle norme sulla privacy, sulla sicurezza sul lavoro e sulla protezione del segreto aziendale (visto l'obbligo a riguardo disposto dagli ultimi provvedimenti ministeriali a riguardo come il DPCM 08 MARZO 2020, la Circolare ministeriale n. 1 del 4 marzo 2020, la Direttiva n. 1 2020, il D.L. n. 9/2020, l'art. 3 del DPCM del 23 febbraio e l'art. 2 del DPCM del 25 febbraio 2020) sempre allo scopo di agevolare l'applicazione del lavoro agile quale ulteriore misura per contrastare e contenere l'imprevedibile emergenza epidemiologica e principalmente per il personale maggiormente esposto a possibili complicazioni cliniche, a tutti i genitori con figli minori al fine di venire incontro anche al disagio creato alle famiglie causato dalla chiusura delle scuole fino al 03 aprile.

A riguardo si evidenzia che sono diverse le Amministrazioni Pubbliche che hanno risposto velocemente alla situazione di emergenza applicando immediatamente lo smart working per contenere il rischio coronavirus: dal Comune di Trieste a quello di Bari, dal Comune di Milano fino all'Ispettorato Nazionale del Lavoro.
In ragione dei più recenti provvedimenti governativi e regionali in materia ed anche in ragione di quest'ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020, che ha anche disposto la sospensione delle attività didattiche di scuole di ogni ordine e grado, compreso gli istituti universitari ed ATENEI fino al 03 aprile e la sospensione anche di una serie di attività pub, discoteche ed assimilati, divieti di apertura al pubblico di luoghi di cultura e di altri istituti dall'08 marzo al 03 aprile:
Considerato l'obbligo di tutela diffusa della salute del personale che incombe in questo particolare momento in quanto deve per legge si devono adottare tutte le misure idonee a prevenire la diffusione del virus sia per i rischi insiti all'ambiente di lavoro oltre che per quelli derivanti da fattori esterni al proprio ambiente di lavoro, atteso che la sicurezza del lavoratore è un bene di rilevanza costituzionale che impone al datore di anteporre al proprio profitto la sicurezza di chi esegue la prestazione e considerata l''emergenza di sanità pubblica di rilevanza nazionale ed internazionale di contenimento e gestione dell'epidemia da COVID-19»;
Considerati l'evolversi di ora in ora sempre più preoccupante della diffusione epidemiologica e l'incremento dei casi sul territorio nazionale, che vede interessato da venerdì 06 marzo u.s. anche un cittadino andriese, come appreso dagli organi di stampa, attualmente ricoverato nel reparto malattie infettive dell'ospedale di Bisceglie;

Si chiede

pertanto la possibilità di previsione di una ordinanza contingibile ed urgente ai sensi della Legge 23 dicembre 1978, n. 833 della sospensione dell'apertura al pubblico di tutti gli uffici comunali per almeno 15 giorni, in considerazione che dai mezzi di stampa apprendiamo che sono quasi 10.000 i cittadini pugliesi che hanno utilizzato il modulo on line per segnalare il loro rientro dalle zone cosiddette "rosse" e di attivare "quanto prima" il ricorso allo smart working, senza alcuna contrazione della retribuzione stipendiale, a salvaguardia della tutela in primis del personale oltre che del buon andamento e dell'efficienza dell'Amministrazione".
  • Sindacato Csa
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