Politica
Consiglio Regionale, a maggioranza adesione a "Ready"
Mozione emendata anti discriminazioni approvata dall'assise
Puglia - mercoledì 28 ottobre 2015
17.07
Con 26 voti favorevoli e 13 contrari il Consiglio regionale ha approvato con emendamenti la mozione presentata dai consiglieri PD Mennea, Lacarra, Abaterusso, Mazzarano, Romano e Blasi di "Adesione della Regione Puglia alla Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere "Ready". La discussione della mozione ha fatto seguito al provvedimento di adesione alla stessa rete deliberato dalla Giunta regionale ieri sera. Nonostante il PD con Mennea (primo firmatario) dopo l'illustrazione della mozione ne abbia chiesto il ritiro, considerandola superata alla luce delle decisioni assunte dal governo, la discussione nel merito è stata ammessa dal Presidente dell'assemblea Mario Loizzo, in quanto il documento è stato nel frattempo condiviso e sottoscritto dal M5S. La mozione parte dal presupposto che persone omosessuali e transessuali sono ancora a forte rischio di discriminazione considerato che perdura una cultura condizionata da stereotipi e pregiudizi. Nel 2006, su iniziativa di un gruppo di amministratori regionali e locali, è nata la Rete RE.A.DY. con l'obiettivo di mettere in sinergia l'azione delle Pubbliche Amministrazioni per promuovere sul piano locale politiche che sappiano rispondere ai bisogni delle persone omosessuali e transessuali, contribuendo a migliorare la qualità della vita e a creare un clima sociale di rispetto e di confronto libero da pregiudizi.
Alla Rete, attraverso la sottoscrizione di una Carta d'Intenti, aderiscono Regioni, Province, Comuni, Associazioni, Organismi di Parità, Ad oggi risultano iscritte 7 Regioni (Toscana, Piemonte, Lazio, Marche, Emilia Romagna, Campania, Basilicata ecc.), 11 Province, 63 Comuni, 3 Organismi di Parità. Inoltre la stessa Rete ha avviato, a livello nazionale, rapporti con l'ISTAT, il MIUR e l'OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, costituito in modalità interforze tra Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato). Di qui l'approvazione odierna da parte del Consiglio regionale della mozione con l'intento di predisporre l'implementazione di uno Sportello di ascolto e accoglienza finalizzato a rimettere al centro la "persona" ed i suoi diritti. Articolato e partecipato il dibattito che ha preceduto l'approvazione della mozione, votata dalla maggioranza, M5S e da Francesca Franzoso di FI. Contrario Cera (Popolari).
Due gli emendamenti approvati: uno del M5S che modifica la mozione introducendo la «condivisione della decisione della Giunta regionale»; il secondo di Fabiano Amati che esplicita in maniera più dettagliata gli intenti della Rete "RE.A.DY" che non esplicitano obiettivi di diffusione di teorie tese a «disconoscere le innegabili differenze biologiche tra uomini e donne, ma l'ampliamento – nella prospettiva dell'antidiscriminazione e dell'inclusione – delle condizioni di dignità, diritto e parità tra tutte le persone, senza che in alcun caso rilevino le scelte effettive libere ed individuali».
Alla Rete, attraverso la sottoscrizione di una Carta d'Intenti, aderiscono Regioni, Province, Comuni, Associazioni, Organismi di Parità, Ad oggi risultano iscritte 7 Regioni (Toscana, Piemonte, Lazio, Marche, Emilia Romagna, Campania, Basilicata ecc.), 11 Province, 63 Comuni, 3 Organismi di Parità. Inoltre la stessa Rete ha avviato, a livello nazionale, rapporti con l'ISTAT, il MIUR e l'OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, costituito in modalità interforze tra Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato). Di qui l'approvazione odierna da parte del Consiglio regionale della mozione con l'intento di predisporre l'implementazione di uno Sportello di ascolto e accoglienza finalizzato a rimettere al centro la "persona" ed i suoi diritti. Articolato e partecipato il dibattito che ha preceduto l'approvazione della mozione, votata dalla maggioranza, M5S e da Francesca Franzoso di FI. Contrario Cera (Popolari).
Due gli emendamenti approvati: uno del M5S che modifica la mozione introducendo la «condivisione della decisione della Giunta regionale»; il secondo di Fabiano Amati che esplicita in maniera più dettagliata gli intenti della Rete "RE.A.DY" che non esplicitano obiettivi di diffusione di teorie tese a «disconoscere le innegabili differenze biologiche tra uomini e donne, ma l'ampliamento – nella prospettiva dell'antidiscriminazione e dell'inclusione – delle condizioni di dignità, diritto e parità tra tutte le persone, senza che in alcun caso rilevino le scelte effettive libere ed individuali».