Politica
Consiglio Comunale, Giorgino: «Non si litiga su nessuna eredità»
Frase sibillina conclusiva del Primo Cittadino per stoppare polemiche e fibrillazioni
Andria - martedì 29 dicembre 2015
15.49
Il Documento Unico di Programmazione è stato approvato a maggioranza con 18 voti favorevoli e 3 contrari, senza la presenza dei consiglieri comunali del centrosinistra che hanno scelto di non partecipare al voto. E' l'esito abbastanza scontato del Consiglio Comunale di ieri sera, ultimo dell'anno 2015, in cui proprio l'approvazione di questa proposta di delibera era l'unico punto in discussione. Tuttavia, la stessa assise è durata circa due ore e, nel contempo, ci sono state diverse polemiche ed un finale abbastanza incandescente con il Primo Cittadino di Andria a rispondere a tutte le critiche mosse ed a tirare le orecchie alla politica cittadina probabilmente anche alla propria maggioranza di centrodestra.
«In genere si dice che quando si prevede la morte di una persona si litiga già per la divisione dell'eredità. A questo punto il paragone lo faccio su me stesso, io sono vivo e vegeto ed è lungo il tempo del mio decesso, e quindi non si litiga su nessuna eredità anche perchè c'è poco». Parole che lasciano un'aurea di mistero e che ad attenti osservatori politici non possono che far emergere un vero e proprio monito più che alle opposizioni anche alla maggioranza visto le fibrillazioni in campo in questi giorni nel centrodestra. Tornando all'aspetto più tecnico del documento approvato, diverse sono state le critiche mosse soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle che ha rilevato come nel documento, alla voce opere pubbliche, manchi una qualsiasi programmazione futura. Stesse critiche per quelle strutture ancora non entrate in funzione ma inaugurate. Dal centrosinistra, invece, le critiche sono giunte soprattutto sul metodo e sulla nuova convocazione così rapida da non permettere di studiare con attenzione tutte le carte.
Le risposte nell'intervento finale del Primo Cittadino stesso in cui è stato ampiamente spiegato come lo stesso documento dovrà esser integrato da un nuovo testo entro il 28 febbraio per colmare alcuni punti che devono necessariamente posizionarsi tra le diverse manovre dello Stato ed i nuovi parametri per i trasferimenti statali.
«In genere si dice che quando si prevede la morte di una persona si litiga già per la divisione dell'eredità. A questo punto il paragone lo faccio su me stesso, io sono vivo e vegeto ed è lungo il tempo del mio decesso, e quindi non si litiga su nessuna eredità anche perchè c'è poco». Parole che lasciano un'aurea di mistero e che ad attenti osservatori politici non possono che far emergere un vero e proprio monito più che alle opposizioni anche alla maggioranza visto le fibrillazioni in campo in questi giorni nel centrodestra. Tornando all'aspetto più tecnico del documento approvato, diverse sono state le critiche mosse soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle che ha rilevato come nel documento, alla voce opere pubbliche, manchi una qualsiasi programmazione futura. Stesse critiche per quelle strutture ancora non entrate in funzione ma inaugurate. Dal centrosinistra, invece, le critiche sono giunte soprattutto sul metodo e sulla nuova convocazione così rapida da non permettere di studiare con attenzione tutte le carte.
Le risposte nell'intervento finale del Primo Cittadino stesso in cui è stato ampiamente spiegato come lo stesso documento dovrà esser integrato da un nuovo testo entro il 28 febbraio per colmare alcuni punti che devono necessariamente posizionarsi tra le diverse manovre dello Stato ed i nuovi parametri per i trasferimenti statali.