Commento
Comune di Andria, Montaruli: "La politica brutta e senz'anima"
L'azzeramento della giunta, i giudizi espressi e le successive scelte fatte
Andria - giovedì 12 luglio 2018
Comunicato Stampa
Ennesimo intervento stampa di Savino Montaruli, che commenta gli ultimi eventi legati alla politica cittadina:
"Ci vorrebbe, servirebbe una seria e severa analisi di quanto continua ad accadere nel mondo politico andriese; sulle dinamiche che tengono in equilibrio rapporti umani e professionali; sui criteri di selezione delle persone e delle competenze. Gli anni dell'amministrazione Giorgino sono stracolmi di spunti sociologici da costituire delle vere e proprie piste di indirizzo per analisi che vanno al di la, ben al di la della politica in senso amministrativo e governativo. L'ultimo, recente, spunto di riflessione viene fuori dalla decisione del primo cittadino di azzerare la giunta cioè uomini e donne di sua diretta, specifica e personale emanazione, additati di inefficienza, di inesperienza, di incapacità e di lassismo. Giudizi estremi che non coinvolgono, evidentemente, solo la sfera relativa all'incarico politico conferito loro dallo stesso primo cittadino ma anche, inevitabilmente, quella personale e professionale perché le persone non è che cambino completamente a seconda del ruolo che assumano. Provate ad immaginare come nasce questa compagine politico-umana e noterete immediatamente quanto la politica, o ciò che si nasconde dietro di essa, sia capace di minare e persino distruggere, disintegrare rapporti umani e personali che mai si sarebbe pensato potessero essere scalfiti. Giorgino e Nespoli, ad esempio. Chi mai avrebbe potuto immaginare una si tale alienazione di un rapporto umano e di amicizia fraterna, apparentemente inossidabile?
Gli anni, il trascorrere degli anni, hanno continuato a dare il peggio di sé fino a vedere "coppie" di politici, dello stesso Partito o Movimento, sedute nello stesso biposto a Palazzo San Francesco, ridursi a lottatori in arena, a scannarsi per un posto al sole. Avvicendamenti e conquiste di poltrone che hanno messo da parte, completamente sopraffatto rapporti umani e forse persino amorosi, in casi altrimenti ed altrove registratisi.
Andria fa scuola dunque e lo fa al contrario rispetto al senso nobile della Politica. Lo fa dimostrando, definitivamente, quanto questa politica possa nascondere dietro di sé subdole e diaboliche dinamiche sacrificando il sentimento, il rapporto umano alla bramosia di potere, innata in ogni essere umano ma che se mal governata può seriamente portare alla distruzione totale. Sguazzare in questo pentolone ribollente non deve essere certo né gratificante né onorevole ma la storia racconta altro e lo racconta in modo inconfutabile. La politica, ad Andria, continua a "sorprendere" e quasi ad essere un indecifrabile gioco al cui interno le regole non sono prefissate ma vengono cambiate e trasformate di volta in volta, con la partita in corso ed a seconda di chi sta sugli spalti e dietro la macchina che muove i lunghi fili ora in una direzione, ora in un'altra. Un gioco dove le pedine sono gli uomini, le donne, le persone. Quegli stessi uomini, quelle stesse donne che sono stati genericamente additati essere degli incapaci, buoni a nulla e che, in queste settimane, non hanno neppure avuto il minimo risentimento umano, dunque non hanno inteso "reagire". Un'altra caratteristica dello stato di condizionamento mentale che la politica ha il potere di generare, specie in menti fortemente fragili, subordinate a quel desiderio irrefrenabile chiamato potere, anche se si trattasse di potere del nulla, come in quasi tutti i casi in specie.
Sarebbe invece bello pensare, credere che dentro la politica le regole fossero quelle del rispetto delle persone, dei ruoli e delle sensibilità.
Nel caso dell'ennesima crisi politica nella città di Andria queste prerogative sono state, ancora una volta, sacrificate ed umiliate e quei silenzi di quegli uomini e di quelle donne che sono stati mortificati ed "annientati", senza aver mai saputo se e dove abbiano sbagliato, commesso errori o addirittura violato non si sa quale patto di sangue o protocollo insindacabile i quali, forse oggi, o domani, si accorgeranno, prendendone coscienza, che non ne valeva proprio la pena; che non ne è valsa la pena e che, in fondo, gli entusiasmi di tal altri di oggi sono solo l'inizio di un'altra delusione sovrastata dal desiderio di quel potere fasullo che cambierà quelle persone e le cambierà sicuramente in peggio".
E Montaruli conclude il suo intervento con quest'ultima affermazione: "Dedicato a Paola (Albo), a Mariateresa (Forlano), a Beppe (Raimondi), a Sefi (Buonomo). Senza aver mai saputo dove abbiano "sbagliato" soprattutto dove i privilegiati abbiano "eccelso" ".
"Ci vorrebbe, servirebbe una seria e severa analisi di quanto continua ad accadere nel mondo politico andriese; sulle dinamiche che tengono in equilibrio rapporti umani e professionali; sui criteri di selezione delle persone e delle competenze. Gli anni dell'amministrazione Giorgino sono stracolmi di spunti sociologici da costituire delle vere e proprie piste di indirizzo per analisi che vanno al di la, ben al di la della politica in senso amministrativo e governativo. L'ultimo, recente, spunto di riflessione viene fuori dalla decisione del primo cittadino di azzerare la giunta cioè uomini e donne di sua diretta, specifica e personale emanazione, additati di inefficienza, di inesperienza, di incapacità e di lassismo. Giudizi estremi che non coinvolgono, evidentemente, solo la sfera relativa all'incarico politico conferito loro dallo stesso primo cittadino ma anche, inevitabilmente, quella personale e professionale perché le persone non è che cambino completamente a seconda del ruolo che assumano. Provate ad immaginare come nasce questa compagine politico-umana e noterete immediatamente quanto la politica, o ciò che si nasconde dietro di essa, sia capace di minare e persino distruggere, disintegrare rapporti umani e personali che mai si sarebbe pensato potessero essere scalfiti. Giorgino e Nespoli, ad esempio. Chi mai avrebbe potuto immaginare una si tale alienazione di un rapporto umano e di amicizia fraterna, apparentemente inossidabile?
Gli anni, il trascorrere degli anni, hanno continuato a dare il peggio di sé fino a vedere "coppie" di politici, dello stesso Partito o Movimento, sedute nello stesso biposto a Palazzo San Francesco, ridursi a lottatori in arena, a scannarsi per un posto al sole. Avvicendamenti e conquiste di poltrone che hanno messo da parte, completamente sopraffatto rapporti umani e forse persino amorosi, in casi altrimenti ed altrove registratisi.
Andria fa scuola dunque e lo fa al contrario rispetto al senso nobile della Politica. Lo fa dimostrando, definitivamente, quanto questa politica possa nascondere dietro di sé subdole e diaboliche dinamiche sacrificando il sentimento, il rapporto umano alla bramosia di potere, innata in ogni essere umano ma che se mal governata può seriamente portare alla distruzione totale. Sguazzare in questo pentolone ribollente non deve essere certo né gratificante né onorevole ma la storia racconta altro e lo racconta in modo inconfutabile. La politica, ad Andria, continua a "sorprendere" e quasi ad essere un indecifrabile gioco al cui interno le regole non sono prefissate ma vengono cambiate e trasformate di volta in volta, con la partita in corso ed a seconda di chi sta sugli spalti e dietro la macchina che muove i lunghi fili ora in una direzione, ora in un'altra. Un gioco dove le pedine sono gli uomini, le donne, le persone. Quegli stessi uomini, quelle stesse donne che sono stati genericamente additati essere degli incapaci, buoni a nulla e che, in queste settimane, non hanno neppure avuto il minimo risentimento umano, dunque non hanno inteso "reagire". Un'altra caratteristica dello stato di condizionamento mentale che la politica ha il potere di generare, specie in menti fortemente fragili, subordinate a quel desiderio irrefrenabile chiamato potere, anche se si trattasse di potere del nulla, come in quasi tutti i casi in specie.
Sarebbe invece bello pensare, credere che dentro la politica le regole fossero quelle del rispetto delle persone, dei ruoli e delle sensibilità.
Nel caso dell'ennesima crisi politica nella città di Andria queste prerogative sono state, ancora una volta, sacrificate ed umiliate e quei silenzi di quegli uomini e di quelle donne che sono stati mortificati ed "annientati", senza aver mai saputo se e dove abbiano sbagliato, commesso errori o addirittura violato non si sa quale patto di sangue o protocollo insindacabile i quali, forse oggi, o domani, si accorgeranno, prendendone coscienza, che non ne valeva proprio la pena; che non ne è valsa la pena e che, in fondo, gli entusiasmi di tal altri di oggi sono solo l'inizio di un'altra delusione sovrastata dal desiderio di quel potere fasullo che cambierà quelle persone e le cambierà sicuramente in peggio".
E Montaruli conclude il suo intervento con quest'ultima affermazione: "Dedicato a Paola (Albo), a Mariateresa (Forlano), a Beppe (Raimondi), a Sefi (Buonomo). Senza aver mai saputo dove abbiano "sbagliato" soprattutto dove i privilegiati abbiano "eccelso" ".