Enti locali
"Coltivare attiva-mente", Asl e Comune insieme per tirocini formativi
Nove utenti del Centro di Salute Mentale impegnati per sei mesi in Masseria
Andria - lunedì 25 maggio 2015
12.45
Si chiama "Coltivare attiva-mente" la nuova scommessa che la Asl Bt insieme con l'Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Andria lancia per nove utenti del Centro di Salute Mentale di Andria: per sei mesi saranno attivamente impegnati nella coltivazione della terra attraverso tirocini formativi. Il progetto è realizzato in rete con Diocesi di Andria, la Cooperativa Sociale "Questa Città" e la Cooperativa Sociale di tipo B "Campo dei Miracoli". I nove utenti individuati coltiveranno un fondo annesso alla Masseria Grande San Vittore del Comune di Andria, messo a disposizione gratuitamente dalla Diocesi di Andria: per il lavoro svolto riceveranno una indennità mensile grazie all'impegno economico della Asl Bt e del Comune di Andria. Con la supervisione di operatori esperti delle due cooperative coinvolte sarà creato un orto dove ognuno potrà scoprire o riscoprirsi come risorsa, come ricchezza.
Il progetto dei tirocini formativi è un'altra tappa di un programma più articolato, "Oltre il muro... liberi dal pregiudizio", che da circa due anni ha promosso la costituzione di una rete attiva tra il Centro di Salute Mentale di Andria, gli Assessorati alle Politiche sociali e alla Cultura del comune di Andria e la Diocesi di Andria con l'obiettivo di promuovere percorsi di cura finalizzati all'inserimento sociale e riabilitativo degli utenti. I tirocinanti coinvolti lavoreranno insieme con un gruppo di ex detenuti che presso la Masseria San Vittore sono impegnati nel progetto "Senza Sbarre", in un clima di condivisione dei percorsi di crescita personale e collettiva e di attivazione di dinamiche di inclusione sociale.
«I tirocini formativi sono uno strumento fondamentale di crescita personale e di lotta allo stigma – dice Ottavio Narracci, Direttore Generale Asl Bt – il lavoro, l'operatività, il realizzare qualcosa attraverso l'impegno personale quotidiano sono canali privilegiati di lotta alla marginalità. Le politiche sanitarie e sociali oggi sono chiamate a creare percorsi di inclusione sociale anche attraverso il sostegno allo sviluppo di competenze personali e lavorative: sono anche, o forse soprattutto, questi gli strumenti di cura per chi è affetto da disturbi psichici. Questo progetto vede il diretto coinvolgimento di istituzioni e associazioni nella convinzione che solo attraverso la costituzioni di una rete sul territorio sia possibile offrire un servizio che non sia solo di cura, ma anche riabilitativo».
Il progetto dei tirocini formativi è un'altra tappa di un programma più articolato, "Oltre il muro... liberi dal pregiudizio", che da circa due anni ha promosso la costituzione di una rete attiva tra il Centro di Salute Mentale di Andria, gli Assessorati alle Politiche sociali e alla Cultura del comune di Andria e la Diocesi di Andria con l'obiettivo di promuovere percorsi di cura finalizzati all'inserimento sociale e riabilitativo degli utenti. I tirocinanti coinvolti lavoreranno insieme con un gruppo di ex detenuti che presso la Masseria San Vittore sono impegnati nel progetto "Senza Sbarre", in un clima di condivisione dei percorsi di crescita personale e collettiva e di attivazione di dinamiche di inclusione sociale.
«I tirocini formativi sono uno strumento fondamentale di crescita personale e di lotta allo stigma – dice Ottavio Narracci, Direttore Generale Asl Bt – il lavoro, l'operatività, il realizzare qualcosa attraverso l'impegno personale quotidiano sono canali privilegiati di lotta alla marginalità. Le politiche sanitarie e sociali oggi sono chiamate a creare percorsi di inclusione sociale anche attraverso il sostegno allo sviluppo di competenze personali e lavorative: sono anche, o forse soprattutto, questi gli strumenti di cura per chi è affetto da disturbi psichici. Questo progetto vede il diretto coinvolgimento di istituzioni e associazioni nella convinzione che solo attraverso la costituzioni di una rete sul territorio sia possibile offrire un servizio che non sia solo di cura, ma anche riabilitativo».